A tu per tu con Filippo Sala: 22 anni e già tante vie estreme messe nello zaino
Il giovanissimo alpinista del Canton Ticino ha da poco aperto una via di misto in rope solo sul Pizzo San Giacomo e realizzato una nuova via sulla Punta Pioda con Silvan Schupbach e Roger Schaeli L'articolo A tu per tu con Filippo Sala: 22 anni e già tante vie estreme messe nello zaino proviene da Montagna.TV.


A ventidue anni, Filippo Sala fa parte del ristretto gruppo di giovanissimi alpinisti che stanno alzando l’asticella delle difficoltà sulle Alpi e all’estero. Già Aspirante Guida Alpina, Filippo è appena tornato dall’apertura di una via in solitaria sul Pizzo San Giacomo, nelle sue montagne di casa, e ancor più recentemente dalla prima salita della Nord della Punta Pioda insieme a Silvan Schupbach e Roger Schaeli, due nomi di primissimo piano sulla scena alpinistica internazionale.
Ciao Filippo, partiamo dal principio: come è nata la tua passione per la montagna?
È sicuramente nata da mio nonno Luciano, che era un alpinista e mi ha portato in montagna per le prime volte: le prime sciate e le prime scalate le ho fatte tutte con lui. Ancora oggi quando abbiamo l’occasione andiamo a fare qualche uscita insieme, soprattutto con gli sci da alpinismo. Con il passare degli anni ho poi iniziato a voler alzare sempre di più il livello e a vedere la montagna come una cosa sempre più seria.
Qual è la tua prima salita che consideri importante?
Una domanda difficile…direi la prima salita di una parete Nord nelle mie montagne di casa, quella del Witenwasserenstock. Da quel giorno ho iniziato a pensare di voler fare cose sempre più difficili, e ho viaggiato prima sulle Alpi, e poi l’anno scorso ho fatto la mia prima spedizione in Perù. Con il mio compagno siamo riusciti ad aprire una nuova via sull’inviolata parete Sud-Ovest dello Jirishanca Chico, nella Cordillera Huayhuash, ma proprio sull’ultimo tiro lui è stato colpito in faccia da un pezzo di ghiaccio e abbiamo dovuto concludere la spedizione in anticipo. Comunque, adesso che sono Aspirante Guida riesco a gestirmi meglio il tempo e mi piacerebbe fare una spedizione fuori Europa tutti gli anni.
Recentemente hai aperto una via in solitaria sul Pizzo San Giacomo…
Si, si tratta di una montagna vicinissima a dove vivo, nella valle dove mi alleno e dove passo gran parte del mio tempo quando sono a casa. La Val Bedretto è molto conosciuta per lo scialpinismo, ma non c’è molta cultura circa la scalata su misto. A me questa disciplina piace tantissimo, e quindi ho iniziato ad aprire vie per valorizzarla anche in questa zona. Finora ne ho aperte sette, ma questa è la prima che salgo in rope solo, c’è moltissimo lavoro in più da fare…è stata una bellissima avventura, tutta in stile trad (senza lasciare niente in parete) e molto ingaggiosa. Inoltre, mi sono reso conto che più che la salita stessa, la soddisfazione deriva dal fatto che si trovasse dietro casa. Dopo anni in cui viaggiavo moltissimo per le Alpi, ero un po’ stanco di tutti questi chilometri e mi sono reso conto che c’erano linee interessanti da aprire anche nelle “mie” valli, senza bisogno di andare lontano. Tengo molto anche alla sostenibilità, quando possibile mi muovo in treno e autobus, ma restare vicino casa abbassa ancor di più l’impatto.
Altre salite recenti di cui vai fiero?
Mi viene subito in mente il Pizzo Badile: ho salito il Gran Diedro sulla parete Nord Ovest, e poi le vie Cassin + Supercombo sul versante di Nord Est. Due pareti bellissime, su una delle mie montagne preferite e una delle più belle del mondo. E poi, proprio pochi giorni fa sono tornato dall’apertura di una via sulla Punta Pioda, una montagna accanto al Badile. Con Silvan Schupbach e Roger Schaeli abbiamo realizzato la prima salita della Nord, una di quelle pareti selvagge e un po’ ‘dimenticate’ delle Alpi. Dopo quattro giorni in parete, conquistandoci un tiro dopo l’altro, abbiamo aperto Luce e Tenebre, un itinerario di misto con difficoltà fino a M8, A3, 70° e 700 metri. Credo che sia stata la salita più intensa che io abbia mai vissuto: ci ha richiesto tanto impegno, giornate lunghe e difficoltà di tutto rispetto. Si è creata una cordata molto affiatata con i miei due compagni: scalo spesso con Silvan ma non mi ero mai legato con Roger, e fin da subito tra noi c’è stato un bellissimo feeling, senza nessuna competizione.
Che progetti hai per il futuro?
In ottobre andrò in Nepal con Silvan Schupbach e Stephan Siegrist, ma l’obiettivo è ancora top secret…Poi voglio continuare a valorizzare le montagne del Canton Ticino. Infatti, mi piace molto di più andare in zone poco frequentate e conosciute, o andare a fare qualcosa che non ha mai fatto nessuno, anche vicino casa, che ripetere itinerari classici, per duri che siano.
L'articolo A tu per tu con Filippo Sala: 22 anni e già tante vie estreme messe nello zaino proviene da Montagna.TV.