I Simpson 8×08 – La puntata in cui Ned Flanders mandò tutti al diavolo
Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sull’ottavo episodio dell’ottava stagione de I Simpson. Ci sono puntate de I Simpson che ricordano tutti, o quasi. Episodi iconici che hanno segnato un’epoca, e che trasmettono un bagaglio emotivo da riscoprire ogni volta che ripassano in tv. Tra i numerosi esempi possibili in tal… Leggi di più »I Simpson 8×08 – La puntata in cui Ned Flanders mandò tutti al diavolo The post I Simpson 8×08 – La puntata in cui Ned Flanders mandò tutti al diavolo appeared first on Hall of Series.

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sull’ottavo episodio dell’ottava stagione de I Simpson.
Ci sono puntate de I Simpson che ricordano tutti, o quasi. Episodi iconici che hanno segnato un’epoca, e che trasmettono un bagaglio emotivo da riscoprire ogni volta che ripassano in tv. Tra i numerosi esempi possibili in tal senso, spesso e volentieri provenienti dalle primissime stagioni, uno arriva dall’ottavo ciclo di episodi (disponibile, come tutti, su Disney+). Secondo alcuni esperti, in quel momento la golden age de I Simpson si stava già avviando verso la conclusione, ma è innegabile che il livello medio delle puntate fosse ancora altissimo. Tra le più memorabili c’è l’ottava puntata, intitolata Hurricane Neddy (in italiano, Uragano Neddy).
A questo punto, si sono già accese diverse spie. Vuoi per il titolo di questa recensione e per la foto che la accompagna, ma anche solo per il titolo evocativo della puntata, gran parte di voi hanno già capito di quale storia stiamo parlando.
Per i più distratti, tuttavia, procediamo con un breve riassunto di Uragano Neddy, andata in onda per la prima volta il 29 dicembre del 1996.
Un uragano si abbatte su Springfield. Homer, come al solito, sottovaluta la portata dell’evento. Lisa, al contrario, è la prima a lanciare l’allarme. Dopo aver dato vita ad alcune scene deliranti mentre andava alla ricerca disperata di provviste, la comunità si organizza come può. Il più cauto è, come sempre, Ned Flanders: l’uomo, infatti, ha a disposizione un attrezzatissimo bunker. I Simpson, invece, si rifugiano nella cantina e passano il tempo in compagnia di alcuni vecchi giochi.
L’uragano è spaventoso, ma per qualche assurdo motivo genera molti meno danni del previsto. Non a tutti, però, va bene: l’abitazione del pio Ned è l’unica che viene distrutta dalla calamità. L’uomo vacilla: la sua fede, fin lì instancabile, viene messa a durissima prova (spoiler: non sarà l’ultima volta). Abbattuto, cerca invano le ragioni di quella che percepisce come una punizione divina: un paradosso, per un uomo come lui. Il mattino dopo, tuttavia, si configura un vero e proprio miracolo: la comunità di Springfield, strettasi intorno a uno dei concittadini più amorevoli, ha ricostruito la sua abitazione. Ricostruito… a modo suo. Ovvero: malissimo. I lavori, frettolosi e raffazzonati, sono un disastro totale e la casa crolla nuovamente dopo pochi minuti.
Ned, a quel punto, esplode. Dopo aver represso la rabbia per una vita intera, inveisce contro i concittadini, insulta tutti gratuitamente pur avendo ricevuto una piena e incondizionata solidarietà, sale in macchina e si dirige verso l’istituto psichiatrico.
Lì scopriamo le origini del personaggio. Ned Flanders, infatti, non era sempre stato l’uomo serafico che avevamo conosciuto nelle stagioni precedenti de I Simpson. Figlio di due “figli dei fiori” incapaci di impartirgli la disciplina necessaria, Ned era un bambino caotico e turbolento, del tutto ingestibile e soggetto all’impulsività. I genitori, allora, si erano rivolti a uno psichiatra per educarlo in modo appropriato. Obiettivo centrato: Ned, sculacciato dallo psichiatra per otto mesi consecutivi, si placa grazie alla particolare “terapia” e diventa la persona misurata a noi familiare.
La sua parabola assume toni differenti e dinamiche che sfuggono alla caratterizzazione più essenziale del personaggio. I suoi peculiari balbettii diventano sintomo di una rabbia controllata forzatamente e dell’incapacità di esprimere con naturalezza i sentimenti più negativi. Ma è una pentola a pressione: la natura umana non accetta una condizione del genere e si arriva così al corto circuito. L’intervento di Homer, l’uomo che più di ogni altro genera fastidio in Ned, sistemerà le cose e porterà al lieto fine. Da quel momento in poi, Ned Flanders, ora conscio del fatto che molti dei suoi problemi siano derivati dall’odio provato nei confronti dei genitori, sarà un uomo diverso… in minima parte.
Già: in minima parte. E questo è, per molti versi, uno dei problemi principali di uno dei personaggi più particolari de I Simpson, ma ci arriveremo tra poco.
La puntata è memorabile nella volontà di creare una backstory suggestiva e spiazzante su uno dei personaggi più rassicuranti della serie, operazione pressoché inedita in quel momento e poi ampiamente replicata da I Simpson negli anni successivi. Ma è anche un’occasione persa per raccontare qualcosa di ancora più profondo nelle fasi successive di evoluzione del personaggio, uno tra i più sfaccettati e intriganti della serie. Uragano Neddy si avventura fin troppo tra le righe di una vicenda tanto delicata (specie per gli standard dell’epoca), dando ampiezza e spessore nell’arco ristretto del formato da venti minuti.
Scritta da Steve Young e diretta da Bob Anderson, la puntata parte da presupposti caricaturali e si risolve con semplicità attraverso soluzioni piuttosto convincenti, lasciando solo alcuni echi nel Ned che abbiamo visto da lì in poi. Una comedy deve essere prima di tutto una comedy, e anche in tal senso la puntata è una tra le migliori di sempre. Una tra le più divertenti in assoluto, densissima di battute efficaci e gag riuscite, spiazzante al punto giusto e con un intreccio intrigante che cattura l’attenzione di chiunque si metta di fronte allo schermo. Non è un caso che la puntata abbia ancora oggi un punteggio altissimo su IMDb: 8.7.
I Simpson, d’altronde, sono maestri in tal senso: al registro comico solido si è sempre abbinato un approccio a tematiche importanti che scava nelle sfumature più recondite dei suoi personaggi, trovando le chiavi per essere una delle migliori dramedy di sempre.
La puntata, ambiziosissima e innovativa per i tempi, è d’altro canto uno spartiacque nella storia del personaggio. La sua backstory, solida seppure tracciata attraverso abbozzi parziali per i quali è indispensabile sospendere l’incredulità, funziona là dove I Simpson hanno fallito in seguito (ricordate cosa combinarono con il personaggio di Skinner, ridefinito coi canoni dell’impostore?), trovando una nuova vocazione in una fase di transizione dello show. Ne parlò per esempio AV Club in un articolo del 2014 dedicato a Uragano Neddy, sbilanciandosi in alcune considerazioni sull’ottava stagione de I Simpson. Rowan Kaiser, autore del pezzo, evidenziò il fatto che I Simpson stessero reagendo a una tendenza fisiologica al declino attraverso soluzioni fortemente creative.
Niente di più vero: I Simpson erano ancora al top (e ci sono tornati negli ultimi anni, secondo noi e non solo) e trovavano così una tendenza al rinnovamento dei registri che a un certo punto si era arrestata. Il manifesto, in tal senso, è proprio il personaggio di Ned Flanders, al punto da aver suggerito la coniazione di un termine che riassume idealmente un fenomeno che ha intossicato a lungo le trame della serie: la flanderizzazione.
Ne parlammo a lungo in un approfondimento di qualche tempo fa, e punta il dito contro la tendenza a estremizzare le linee guida di un personaggio per fossilizzarlo nelle sue caratteristiche più essenziali e farne così un mero espediente comico. In tal senso, Uragano Neddy è un’occasione persa. L’episodio aveva gettato le basi per una caratterizzazione più dinamica del suo personaggio, al contrario ritrovatosi intrappolato in seguito nei panni del fondamentalista religioso. Un personaggio che ha vissuto alcuni tra i momenti più difficili nella storia de I Simpson, sfruttato malissimo in nome di una comicità pigra e spesso inefficace.
Ultimamente, però, sembra che la serie abbia ritrovato la sua vera anima anche in relazione al personaggio più sprecato. Per esempio, l’ultimo special natalizio O C’mon All Ye Faithful ci ha restituito una versione di Ned più vicina a quella di Uragano Neddy.
Una versione tumultuosa e in movimento, coerente con la sua figura e proiettata verso il futuro con chiavi originali. Altrettanto era stato fatto con alcuni tentativi precedenti, anche se i risultati non erano stati altrettanto efficaci. Un indice chiaro dello stato di salute della serie: nel momento in cui le modalità di scrittura dei nuovi episodi si associano con chiavi innovative a quelle delle origini, le valutazioni non possono non essere positive.
Si riguarda allora con un sorriso alle lezioni di Uragano Neddy, una delle puntate più importanti nella storia de I Simpson. Un racconto divertente, ma ricco di chiavi d’analisi e di riflessione che sfuggono alle logiche di una comedy che non si è mai accontentata di essere “solo” una comedy. Sono passati ventinove anni dalla sua prima messa in onda, e riguardarla oggi significa coglierne ancora di più il valore. Questa, in fondo, è la magia di un’opera che ha saputo attraversare i decenni con una personalità straordinaria, portandoci a trarre qualcosa di nuovo anche dalle puntate che abbiamo guardato e riguardato un milione di volte. Passano gli anni e gli uragani si abbattono sui panorami televisivi, ma I Simpson sono ancora lì. In piedi e illesi, come se niente fosse.
Antonio Casu
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