Ventotene, Bertinotti: “Avrei lanciato un oggetto contundente contro la Meloni, facendomi espellere”
Fausto Bertinotti attacca la premier a In Altre Parole: "Bisogna segnalare che un limite è stato oltrepassato. Quindi faccio un atto per cui mi condanno, ma intanto ti tiro un libro che è sempre una buona cosa"

Non solo Romano Prodi, con l’ex premier protagonista di un acceso battibecco con l’inviata di Quarta Repubblica. Il caso Ventotene anima anche un altro storico esponente del centrosinistra come Fausto Bertinotti che, ospite di Massimo Gramellini a In Altre Parole nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, attacca frontalmente Giorgia Meloni.
“A trasgressione, trasgressione e mezzo”, ha esordito l’ex presidente della Camera. “La presidente del Consiglio è abituata a fare un discorso istituzionale all’apertura del dibattito e una trasgressione finale in cui si propone come un leader di fazione”.
Per lo storico segretario di Rifondazione Comunista non è una questione di contestazione al Manifesto in sé (“non sto parlando del mito, di persone e situazioni che non possono essere sottoposte a critica. Si può criticare”), bensì di modalità adottate: “Stai parlando di un atto considerato fino all’altro ieri fondativo della Repubblica. Tutti, compreso il Movimento Sociale Italiano aveva rispetto verso Ventotene, che era sempre pluricitata. Tu invece irrompi contro estensori del testo che stavano al confino”. Quindi ecco l’affondo: “Di fronte a questa trasgressione, io che sono un non violento avrei lanciato un oggetto contundente contro la presidente del Consiglio, prendendola o non prendendola, facendomi espellere”.
Dopo pochi istanti, però, Bertinotti ha corretto parzialmente il tiro: “Bisogna segnalare che un limite è stato oltrepassato. Io devo comunicare al popolo che così non si può fare, nel Parlamento e nella Repubblica italiana, quindi faccio un atto per cui mi condanno, ma intanto ti tiro un libro che è sempre una buona cosa. Che magari anche ti serve”.