Quando sarai piccola, Simone Cristicchi: testo e significato della canzone di Sanremo 2025 (video)

Testo e significato di "Quando sarai piccola" di Simone Cristicchi, la canzone di Sanremo 2025 sul dolore di chi assiste all’invecchiamento di una persona amata malata di Alzheimer

Feb 16, 2025 - 00:16
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Quando sarai piccola, Simone Cristicchi: testo e significato della canzone di Sanremo 2025 (video)

Simone Cristicchi è in gara al 75° Festival di Sanremo con il brano “Quando sarai piccola”, che sarà contenuto in “Dalle tenebre alla luce” (Dueffel Music / ADA Music Italy), la speciale edizione dell’ultimo album in uscita il 14 febbraio in digitale, cd e vinile.

“Quando sarai piccola” è un brano scritto dallo stesso artista insieme a Nicola Brunialti, con la musica composta da Cristicchi e Amara e gli arrangiamenti di Francesco Musacco.

A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo per Simone Cristicchi ci sarà il Maestro Valter Sivilotti.

Nella serata delle cover Simone Cristicchi duetterà con Amara sulle note de “La cura”, uno dei brani più amati di Franco Battiato.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO UFFICIALE DI “QUANDO SARAI PICCOLA” DI SIMONE CRISTICCHI.

Il testo di Quando sarai piccola di Simone Cristicchi

Leggi il testo di Quando sarai piccola di Simone Cristicchi.

Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,
Ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,
Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
Che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
Ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
E sorridere del tempo che non sembra mai passato.
Quando sarai piccola mi insegnerai davverochi sono,
A capire che tuo figlio è diventato un uomo.
Quando ti prenderò in braccio
E sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.
Ci sono cose che non puoi cancellare,
Ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio
Che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare
E la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria
Che non so dimenticare.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
E sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.
Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
Che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
Buonanotte.

Il significato della canzone Quando sarai piccola di Simone Cristicchi

“Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi è una toccante dedica alla madre, che affronta con delicatezza il tema dell’invecchiamento e della perdita della memoria, a causa di una malattia come l’Alzheimer.

La canzone è un viaggio emotivo nel rapporto madre-figlio, dove i ruoli si ribaltano: il figlio diventa il punto di riferimento, il custode dei ricordi e delle abitudini della madre. “Ti aiuterò a capire chi sei, ti starò vicino come non ho fatto mai“, dice il protagonista, consapevole che dovrà prendersi cura di lei proprio come lei aveva fatto quando lui era bambino.

Nel testo, c’è un costante tentativo di ancorare la madre alla sua identità, ai suoi affetti e alla sua storia: “Giocheremo a ricordare quanti figli hai, che sei nata il 20 marzo del ’46“. Anche l’amore per il padre viene riaffermato: “Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito, ti dirò di mio padre ovvero tuo marito“.

Il figlio diventa una guida nel quotidiano: “Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa“, consapevole che la madre potrebbe perdersi nel labirinto della sua mente confusa. La ripetizione del suo nome (“Te lo ripeterò mille volte perché tanto te lo scorderai“) è il simbolo di un legame che lui vuole mantenere vivo, nonostante la malattia.

C’è anche una dolce ironia nel contrasto tra passato e presente: ora è lui a preparare da mangiare per lei, “io che so fare il caffè a malapena”. Ma dietro questa tenerezza si nasconde la tristezza di vedere la madre cambiare: “C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare”.

Il pezzo si chiude con una promessa di protezione assoluta: “Ti stringerò talmente forte che non avrai paura nemmeno della morte“, come a volerle garantire che non sarà mai sola. Infine, il figlio si congeda con parole dolci e rassicuranti: “Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte. Adesso è tardi, fai la brava… buonanotte“, evocando il gesto che la madre faceva per lui quando era bambino.

Cristicchi racconta con grande sensibilità il dolore di chi assiste all’invecchiamento di una persona amata, trasformandolo in un atto d’amore profondo, fatto di cura, ricordi e dolce accettazione del tempo che passa.