“Le onde del passato”, intervista esclusiva ad Andrea Tidona: “Davanti al dolore Gaetano reagisce in modo positivo. Nel cinema manca la meritocrazia, si privilegiano i personaggi e non gli attori”

La nuova serie di Canale 5 “Le onde del passato” sta registrando ottimi ascolti. Nel ruolo di Gaetano troviamo un attore amatissimo di cinema, tv e teatro, Andrea Tidona. L’attore siciliano interpreta un generale ormai in pensione che scopre la violenza che due ragazze hanno subito da una lettera del figlio, morto in carcere suicida. […]

Mar 7, 2025 - 10:51
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“Le onde del passato”, intervista esclusiva ad Andrea Tidona: “Davanti al dolore Gaetano reagisce in modo positivo. Nel cinema manca la meritocrazia, si privilegiano i personaggi e non gli attori”
Andrea Tidona

La nuova serie di Canale 5 “Le onde del passato” sta registrando ottimi ascolti. Nel ruolo di Gaetano troviamo un attore amatissimo di cinema, tv e teatro, Andrea Tidona. L’attore siciliano interpreta un generale ormai in pensione che scopre la violenza che due ragazze hanno subito da una lettera del figlio, morto in carcere suicida.

Noi di SuperGuida TV abbiamo intervistato in esclusiva Andrea Tidona. In merito al suo personaggio non ha potuto anticipare nulla per evitare spoiler ma Tidona ha fatto una profonda riflessione sui casi di violenza di cui purtroppo leggiamo ogni giorno sui giornali: “Credo che la nostra società sia troppo violenta e il fatto grave è che i giovani nemmeno si rendono conto. Stiamo assistendo ormai al disfacimento della famiglia e della scuola che sono i cardini di una società sana. In questi giorni sono stato in Africa, in Camerun del Nord, assieme ad un mio amico che ha un’associazione Aiutiamoli a crescere di cui sono socio onorario. Con alcuni miei spettacoli abbiamo raccolto dei fondi e una delle prime scuole che sono state costruite porta il mio nome. In questi villaggi sperduti della savana vedi bambini che vivono in una situazione di povertà per i quali una matita o un quaderno valgono oro”. 

Tantissimi i personaggi che Andrea Tidona ha interpretato nella sua carriera. Tra tutti però il ruolo del pittore comunista nel film “I cento passi” è quello al quale è rimasto più legato: “Il pittore comunista nel film I Cento passi ha segnato una svolta nella mia carriera. E’ stato il primo ruolo importante nel cinema perché prima mi scartavano sempre perché mi guardavano con pregiudizio essendo un attore di teatro. Poi è una storia siciliana e io da siciliano non posso non sentirla. Peppino Impastato tra l’altro era della mia generazione, io sono andato via dalla Sicilia mentre lui è rimasto fino a sacrificare la sua vita”. 

Andrea Tidona ha poi raccontato di come un tempo gli attori di teatro venissero scartati dal cinema. Oggi il sistema privilegia invece i personaggi piuttosto che gli attori denunciando così una mancanza di meritocrazia: “Oggi purtroppo più che gli attori amano i personaggi. Quando ho fatto “I cento passi” che per me è stato un bel biglietto da visita andavo agli incontri e quando parlavo vedevo che gli altri mi guardavano in modo strano. E poi mi chiedevano se fossi io l’attore che aveva fatto quel film perché mi immaginavano in modo diverso, mi vedevano come il personaggio che avevo interpretato”. 

Andrea Tidona non ha avuto figli. Sulla mancata paternità ha però dichiarato: “Non ho mai sentito questa esigenza anche se a volte girando nel cinema la domanda se avessi figli mi veniva posta. Quando rispondevo che non ne avevo mi sentivo dire che sarei stato uno splendido padre. Il mestiere del genitore è il più difficile del mondo. Un figlio ha bisogno della presenza di un genitore, del costante supporto”. 

“Le onde del passato”, intervista esclusiva ad Andrea Tidona

Andrea, nella serie “Le onde del passato” interpreti Gaetano. Che personaggio è? 

E’ un generale ormai in pensione che si reca all’Isola d’Elba perché ha avuto un figlio che si è suicidato in carcere. Il figlio ha però lasciato una lettera e il padre, una volta venuto in possesso di questo scritto, scoprirà della violenza che le due ragazze hanno subito. Da quel momento il rapporto con tutti quelli che si trovano nel B&b nel quale soggiorna prende un’altra piega. Gaetano è una persona integra, generosa, che sa mettersi in gioco e che davanti al dolore reagisce in modo positivo. 

C’è qualcosa che condividi con il tuo personaggio? 

Ritengo assolutamente importanti il rispetto nei confronti del prossimo e la condivisione. Nella vita anche io mi sarei messo al servizio delle due ragazze per scoprire la verità. 

La serie parla di un episodio di violenza e purtroppo ad oggi la cronaca ci restituisce casi simili. La violenza va perdonata? 

Il perdono è qualcosa di molto speciale e importante della quale la gente non si rende conto. Credo che la nostra società sia troppo violenta e il fatto grave è che i giovani nemmeno si rendono conto. Stiamo assistendo ormai al disfacimento della famiglia e della scuola che sono i cardini di una società sana. In questi giorni sono stato in Africa, in Camerun del Nord, assieme ad un mio amico che ha un’associazione Aiutiamoli a crescere di cui sono socio onorario. Con alcuni miei spettacoli abbiamo raccolto dei fondi e una delle prime scuole che sono state costruite porta il mio nome. In questi villaggi sperduti della savana vedi bambini che vivono in una situazione di povertà per i quali una matita o un quaderno valgono oro. 

Nella tua carriera hai interpretato tantissimi personaggi. C’è un ruolo al quale sei rimasto più legato? 

Il pittore comunista nel film I Cento passi ha segnato una svolta nella mia carriera. E’ stato il primo ruolo importante nel cinema perché prima mi scartavano sempre perché mi guardavano con pregiudizio essendo un attore di teatro. Poi è una storia siciliana e io da siciliano non posso non sentirla. Peppino Impastato tra l’altro era della mia generazione, io sono andato via dalla Sicilia mentre lui è rimasto fino a sacrificare la sua vita. 

Un altro ruolo importante è stato quello del film “La meglio gioventù” per cui ho vinto il Nastro d’Argento. Anche interpretare Falcone è stata una bella responsabilità. Ricordo che andavo sul set con sentimenti contrastanti di orgoglio e di rabbia perché Livatino, Falcone e Borsellino così come altri sono grandi esempi di legalità. Sono morti non perché erano eroi ma perché avevano un grande senso del dovere e della dignità nel loro lavoro. 

Anche tu sei stato stato vittima del malcostume che preclude il cinema a chi fa serie tv?

Un tempo gli attori di teatro venivano scartati. Oggi purtroppo più che gli attori amano i personaggi. Quando ho fatto “I cento passi” che per me è stato un bel biglietto da visita andavo agli incontri e quando parlavo vedevo che gli altri mi guardavano in modo strano. E poi mi chiedevano se fossi io l’attore che aveva fatto quel film perché mi immaginavano in modo diverso, mi vedevano come il personaggio che avevo interpretato. 

Hai partecipato anche Il Giovane Montalbano. A 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri, cosa rappresenta questo scrittore per la Sicilia? 

E’ una figura alta anche se con tutto il rispetto e il divertimento che ti procura Camilleri, la Sicilia è una terra di scrittori. Andrea Camilleri aveva però una penna felice, leggera, divertente. E’ conosciuto per il filone di Montalbano ignorando che i libri più belli che ha scritto sono altri. 

La paternità ti è mancata? 

Non mi è mancata. Non ho mai sentito questa esigenza anche se a volte girando nel cinema la domanda se avessi figli mi veniva posta. Quando rispondevo che non ne avevo mi sentivo dire che sarei stato uno splendido padre. Il mestiere del genitore è il più difficile del mondo. Un figlio ha bisogno della presenza di un genitore, del costante supporto.

Prossimi progetti?

In tv c’è qualcosa in ballo ma finché non firmo il contratto non si sa mai quello che può succedere. Per quanto riguarda il teatro, riprenderà a breve uno spettacolo che è un monologo di Ghiannis Ritsos, grande poeta greco che ha riscritto i miti greci. Io farò Agamennone che è un testo bellissimo ma difficile da rendere sulla scena.