La stagionalità si fa attraverso “l’ingegneria turistica”, con dati e statistiche
La parola ‘destagionalizzazione’ presto potrebbe non venire più usata, perché l’obiettivo è quello di rendere turistica ogni fase dell’anno, promuovendo i singoli territori, integrandoli con offerte turistiche che vadano bene per tutte le stagioni. L’argomento è stato dibattuto in un panel che si è tenuto in occasione di Bit. Cresce il turismo internazionale “La stagionalità ... L'articolo La stagionalità si fa attraverso “l’ingegneria turistica”, con dati e statistiche proviene da GuidaViaggi.

La parola ‘destagionalizzazione’ presto potrebbe non venire più usata, perché l’obiettivo è quello di rendere turistica ogni fase dell’anno, promuovendo i singoli territori, integrandoli con offerte turistiche che vadano bene per tutte le stagioni. L’argomento è stato dibattuto in un panel che si è tenuto in occasione di Bit.
Cresce il turismo internazionale
“La stagionalità si fa attraverso l’ingegneria turistica, ovvero tenendo conto dei dati e delle statistiche – afferma Maria Elena Rossi, direttrice divisione marketing promozione della gestione Enit -; questi dati rilevano luci e ombre: il 2024 conferma più o meno gli stessi numeri del 2023, con un aumento del 3% del turismo internazionale e una diminuzione del turismo domestico. C’è un allungamento della stagionalità in tutte le destinazioni. Il tema è legato all’offerta e, se è vero che ci si concentra spesso sulle città d’arte, è altrettanto vero che anche città più piccole possono attrarre turismo e ultimamente sono cresciute del 30%. Per rilanciare il turismo interno dobbiamo attrarre imprese, trattenere i nostri giovani in modo che abbiano voglia di vedere le bellezze del nostro Paese e far venire gli studenti”.
Essere lungimiranti
La parola d’ordine è lungimiranza, la capacità di anticipare le tendenze e adattare l’offerta a fronte anche di iniziative coraggiose. “La visione c’è, ora bisogna applicarla e serve il contributo di associazioni, istituzioni e imprenditoria – dichiara Dina Ravera, founder e ceo di Destination Italia – , noi come realtà privata cerchiamo di valorizzare i territori meno conosciuti nel mondo per attrarre turisti da noi: un outgoing studiato per creare incoming”.
Individuare i cluster
Avere una visione ampia però comporta anche individuare quali sono i cluster che possono essere valorizzati secondo la vocazione del territorio, come il turismo medicale, ovvero scegliere una città per sottoporsi a cure mediche perché vi sono presenti strutture di eccellenza e approfittare poi per scoprire nuovi posti, come – ha sottolineato Raffaella Di Sipio, direttore di Italcare, una piattaforma digitale che permette di ricercare le strutture sanitarie più blasonate con il fine di pianificare il viaggio adatto a quel tipo di esigenza.
“Il turismo medicale ha a livello globale un valore di 639 miliardi – specifica Di Sipio -, ma in Italia non è abbastanza valorizzato. E’ arrivato il momento di comprenderne le potenzialità perché le cure non hanno stagione”.
Il tema della governance
C’è anche il tema di una governance che attualmente è incompleta sul sistema di gestione del turista in loco, problematica sviscerata da Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto: “Serve una collaborazione con le istituzioni locali. Il turista deve essere dotato di un codice deontologico affinché non risulti un problema per chi vive sul posto bensì un valore aggiunto, valore che va reinvestito a favore degli abitanti del luogo visitato”.
In conclusione si evidenzia una necessità a contingentare i flussi, non per disincentivare i turisti, ma per favorire un incoming più ordinato dove il turista deve fare la sua parte e allargare la rete di collaborazione di tutti gli attori coinvolti.
Lara Morano
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