Balneari, Salvini: «Decreto Indennizzi entro fine mese»

Entro il 31 marzo sarà pronto e inviato a Bruxelles il decreto Indennizzi per le concessioni balneari. Ci mette la faccia e una data il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini che, intervenendo agli Stati Generali del Turismo Balneare promosso dal Sib-Sindacato Italiano Balneari, promette ai 26mila concessionari demaniali e alle 6.700 imprese balneari italiane un provvedimento che contempla gli indennizzi per i concessionari uscenti con il calcolo del valore di quanto investito, il dovuto adeguamento e la giusta remunerazione, oltre a un equo calcolo dei canoni. Continue reading Balneari, Salvini: «Decreto Indennizzi entro fine mese» at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Mar 5, 2025 - 16:37
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Balneari, Salvini: «Decreto Indennizzi entro fine mese»
Balneari, Salvini: «Decreto Indennizzi entro fine mese»

Entro il 31 marzo sarà pronto e inviato a Bruxelles il decreto Indennizzi per le concessioni balneari. Ci mette la faccia e una data il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini che, intervenendo agli Stati Generali del Turismo Balneare promosso dal Sib-Sindacato Italiano Balneari, promette ai 26mila concessionari demaniali e alle 6.700 imprese balneari italiane un provvedimento che contempla gli indennizzi per i concessionari uscenti con il calcolo del valore di quanto investito, il dovuto adeguamento e la giusta remunerazione, oltre a un equo calcolo dei canoni.

«Scriveremo noi in Italia e non l’Europa il Decreto che le nostre imprese attendono da tempo – ha assicurato Salvini – Lo faremo confrontandoci con gli imprenditori e le associazioni di categoria. C’è qualcuno a Bruxelles che riterrebbe che il subentrante dovrebbe lasciare sostanzialmente una mancia all’uscente che ha fatto il suo lavoro e che al massimo si porta via gli ombrelloni e lo sdraio. Io una roba del genere non la firmerò mai. Quello che stiamo scrivendo al ministero è solo una bozza ma contiene alcuni capisaldi, come il riconoscimento del valore degli investimenti effettuati non ancora ammortizzati, ma anche il valore di ciò che è stato realizzato negli anni della concessione».

Salvini Stati generali balneari

«Inseriamo l’equa remunerazione con un’apposita garanzia cauzionale – ha sottolineato il vicepremier – Quindi marchi e segni distintivi dell’impresa vanno inseriti nel giusto compenso dell’indennizzo. Inseriremo anche le modalità sul calcolo della remunerazione, applicando il giusto adeguamento del valore degli investimenti negli ultimi cinque anni. Ci sarà poi un professionista super partes che dovrà valutare nella trasparenza la situazione economica ben peritata, con la rivalutazione degli investimenti  e una remunerazione aggiornata al 2025. Prevediamo anche come versare gli indennizzi: stiamo ipotizzando una prima tranche del 20% al momento della cessione e la restante parte entro e non oltre 6 mesi dall’acquisizione della concessione da parte del subentrante, contemplando un’apposita cauzione».

Parole che sono diventate musica per le orecchie degli imprenditori balneari presenti nell’affollata sala “Orlando” di Confcommercio e per il presidente del Sib, Antonio Capacchione, che nel suo infervorato intervento ha ricordato come «l’Italia, con i suoi 5.500 siti dedicati alla balneazione e gli 8mila chilometri di costa, è considerata da molti “la spiaggia d’Europa“. Ebbene, è arrivato il momento di una riflessione su come tutelare questo bene e riconoscere il giusto ruolo a chi su questo bene ha investito, erogando servizi ai milioni di avventori che ogni anno frequentano le nostre spiagge».

«Se è vero come è vero – ha proseguito Capacchione – che il turismo balneare vanta il 40% di quote-mercato di tutto il turismo nazionale, ignorare le imprese che sui nostri litorali hanno investito e realizzato un’offerta mare adeguata, con servizi all’altezza della qualità, vorrebbe dire rischiare l’impoverimento delle spiagge attrezzate. Senza considerare che seguendo la Direttiva Bolkestein, ormai obsoleta e che poteva avere un senso solo 20 anni fa, i nuovi concessionari entranti ben difficilmente investirebbero se l’arco temporale della loro concessione si riduce a pochi anni».

Capacchione Sib

«A questo punto – conclude il presidente del Sib – è indispensabile rivedere la materia e attendere un adeguato provvedimento sugli indennizzi che possa correggere una legge, come quella del novembre 2024, che riteniamo sbagliata, perché prescinde dalla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell’obbligo di pubblica evidenza, della sussistenza o meno della cosiddetta scarsità della risorsa, considerando che, secondo i nostri dati, quella occupata da concessioni è del 30% del demanio: ingiusta, perché determina la confisca delle aziende senza un indennizzo e dannosa, perché distruggerebbe la balneazione attrezzata italiana».

Capacchione ha poi evidenziato che il 68% delle 26mila imprese censite presenta un fatturato al di sotto dei 250mila euro, mentre  il 19% si colloca tra i 250 e i 500mila euro e solo il 13% vanta fatturati da 1 milione di euro e oltre. Numeri che confermano come lo “tsunami” Bolkestein interessi prevalentemente le medio-piccole imprese, se non addirittura le micro imprese di nuclei familiari.

La difesa d’ufficio di Capacchione, prontamente avallata da Salvini, appare ora un punto di partenza, stilato dal Sib, per redigere al meglio il Decreto preannunciato dal ministro, che ha dato appuntamento alle associazioni di categoria per il prossimo 11 marzo, quando ci si confronterà sul testo per condividere i suoi capisaldi in tempo utile per inviare all’Ue il provvedimento che dovrebbe mettere fine a una vicenda che si trascina da decenni.

Ma le rassicurazioni di Salvini non hanno soddisfatto a pieno Capacchione, che ci ha espresso tutte le sue perplessità e preoccupazioni per altri due nervi scoperti del settore. Il primo riguarda la durata delle concessioni (5 anni), perché non consentiranno alcun tipo d’investimento a scapito della qualità del servizio erogato. L’altra è la carenza di bagnini per la sicurezza sulle spiagge, perché i giovani che acquisiscono crediti formativi presso importanti istituzioni, come la Federnuoto, non utilizzano questi punteggi per cercare occupazione negli stabilimenti. E quindi di fatto c’è il diffuso fabbisogno per il personale addetto al salvamento.