Attenzione: camminatori in arrivo! La Via Francigena e il Giubileo
Dieci regioni, 3200 chilometri, la previsione di quasi 100.000 camminatori nel 2025. Luca Bruschi, direttore dell’Associazione Vie Francigene fa il punto sul percorso che collega le Alpi con Roma e la Puglia. E che ha cambiato l’economia di decine di borghi L'articolo Attenzione: camminatori in arrivo! La Via Francigena e il Giubileo proviene da Montagna.TV.

L’Italia è un cammino, anzi una Via Francigena. Dal Gran San Bernardo a Santa Maria di Leuca, passando ovviamente per Roma e la Basilica di San Pietro, uno straordinario percorso pedonale (e ciclabile, con qualche variante) ripropone ai pellegrini e agli escursionisti 3200 chilometri di strade e sentieri antichi e medievali, segnalati e attrezzati con l’attenzione di oggi. Luca Bruschi, emiliano, direttore dell’Associazione Vie Francigene ci aiuta a fare il punto su questi itinerari e su chi li percorre, attraversando circa 300 Comuni di dieci regioni italiane. Il Giubileo 2025 è iniziato da un paio di mesi, ma i pellegrini che si muovono a piedi inizieranno ad arrivare in massa tra poco.
Non tutti sanno cosa sono esattamente le Vie Francigene. Possiamo aiutarli?
Volentieri. La Francigena, o Francigena del Nord, è la via dei pellegrini da Canterbury a Roma, che ripercorre l’itinerario seguito nel 990 dall’arcivescovo Sigerico, o Sigeric, e interessa Regno Unito, Francia, Svizzera e Italia, più la Città del Vaticano. La Francigena del Sud prosegue verso Brindisi e Santa Maria di Leuca. In tutto sono 3200 chilometri, divisi in 147 tappe. Dal 1994, la Francigena è un itinerario culturale del Consiglio d’Europa.
Cos’è e di cosa si occupa l’Associazione Vie Francigene?
Siamo una rete di istituzioni, nata nel 2001, che lavora per sensibilizzare le istituzioni, promuovere le Vie Francigene e diffondere il turismo lento, anche fornendo servizi professionali. Oggi sono soci dell’AVF 246 enti locali italiani, francesi, britannici e svizzeri. Aderiscono anche 92 associazioni, che però non hanno diritto di voto
Quante persone, ogni anno, seguono la Francigena in Italia?
Nel 2024, circa 6.000 camminatori e pellegrini hanno visitato l’ufficio di accoglienza in Piazza San Pietro per ricevere il Testimonium, il certificato che viene rilasciato a chi ha camminato per almeno 100 chilometri. E’ un numero parziale, perché molti non fanno timbrare la credenziale e non ritirano il Testimonium. Secondo la Regione Toscana, almeno 50.000 persone, l’anno scorso, hanno camminato per almeno 8 giorni sulla Francigena.
Rispetto al Camino de Santiago sono numeri piccoli…
Vero, ma sono numeri che crescono rapidamente. E che contribuiscono all’economia di decine di piccoli borghi sul percorso, dove i turisti tradizionali sono rari.
Da dove vengono i camminatori che scelgono la Francigena?
Nel 2024 sono arrivati camminatori e pellegrini da più di 50 Paesi. Molti gli italiani, seguiti da chi arriva dal centro e dal nord dell’Europa: Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi. Da qualche anno aumentano i camminatori che arrivano dagli USA e dall’Australia. La casa editrice britannica Cicerone Press ha pubblicato le guide in inglese delle Francigene del Nord e del Sud, e questo farà aumentare gli arrivi dal mondo anglosassone.
Quanti anni hanno, in media, i camminatori sulla Via Francigena?
L’età media è sempre stata elevata, ma nel 2024 il 21% dei camminatori aveva meno di 25 anni. E’ un dato che promette bene per il futuro.
Cosa vi aspettate per l’anno del Giubileo?
Se parliamo di numeri, ci piacerebbe arrivare a un raddoppio rispetto al 2024. Quindi 100.000 persone in cammino e 10-12.000 arrivi a Roma.
I numeri sono importanti ma non sono tutto. Quali cambiamenti porterà il Giubileo 2025 alla Francigena?
Puntiamo a chiudere entro l’anno ben 77 interventi di restyling (ponti, aree di sosta e simili) lungo il percorso, già finanziati per 12,5 milioni di euro. Abbiamo 1,8 milioni da utilizzare per la promozione, con un nuovo sito, una nuova app e una presenza nelle fiere dedicate a viaggi e natura. Siamo appena stati al Travel & Adventure Show di New York, saremo tra poco a Destination Nature di Parigi. Organizziamo tour per giornalisti di tutto il mondo.
La Via Francigena è certificata da tempo dal Consiglio d’Europa. E l’UNESCO?
Ci stiamo lavorando. A settembre presenteremo il dossier di candidatura per far entrare la Via Francigena nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il Camino de Santiago lo ha già ottenuto sia per il tratto spagnolo sia per quello francese.
Com’è la situazione della segnaletica? Funziona la collaborazione con il CAI? Funziona benissimo! Abbiamo firmato da tempo una convenzione con il Club Alpino Italiano, che riguarda l’intero percorso. Ci sono realtà di eccellenza come la Sezione CAI di Viterbo, che cura la segnaletica delle 9 tappe tra Acquapendente e Roma, nel Lazio.
Di cosa si lamentano i pellegrini e gli escursionisti che vi scrivono?
Tra la Toscana e il Lazio, ma anche al Sud, a volte ci sono problemi a causa dei cani maremmani che difendono le greggi. A volte la Francigena viene utilizzata per eventi “a motore” come un rally che si è tenuto da poco in Lunigiana.
Molti camminatori affrontano la Francigena in piena estate, quando il caldo la rende poco piacevole. Potete fare qualcosa per destagionalizzare?
Nella nostra comunicazione spieghiamo chiaramente che l’estate non è il periodo ideale, mentre la primavera e l’autunno vanno benissimo. Ma l’alta stagione della Via Francigena inizia ad aprile, e prosegue fino a fine ottobre.
Lei per mestiere dovrebbe essere neutrale, ma è anche un camminatore come gli altri. C’è un tratto di Via Francigena che preferisce?
Ce ne sono molti, dalla traversata dell’Appennino da Fidenza a Lucca alle risaie della Lomellina in primavera. Amo particolarmente le cinque tappe valdostane, dal Gran San Bernardo a Pont St. Martin, tra panorami e castelli.
Cosa servirebbe per far diventare le Vie Francigene ancora più famose?
Per farle entrare nell’immaginario collettivo ci vorrebbe una serie realizzata dalla RAI, da Netflix o da altri. Ma ne varrebbe davvero la pena?
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