Jessica Cannavò: “Al Posto Tuo faceva ascolti pazzeschi, ma Striscia ci prese di mira. Vorrei andare al Gf”

Jessica Cannavò fu tra i protagonisti di Al Posto Tuo: "Non so dire se le storie fossero vere o finte, ma a contare erano i messaggi finali. Alda D'Eusanio? Ci sentiamo ancora, è una bella persona. Al Gf ci andrei subito, potrebbe rappresentare il mio rilancio"

Mar 16, 2025 - 10:19
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Jessica Cannavò: “Al Posto Tuo faceva ascolti pazzeschi, ma Striscia ci prese di mira. Vorrei andare al Gf”

Fu un periodo pazzesco”. Jessica Cannavò lo ripete a più riprese, mentre ricorda la popolarità che la travolse all’inizio degli anni duemila, grazie alla sua partecipazione quotidiana ad Al posto tuo. “Non vorrei commettere un errore, ma credo di essere stata la prima transessuale ad andare in onda tutti i pomeriggi in onda nella tv di Stato in piena fascia protetta”, racconta orgogliosa a TvBlog.

Nata in Sicilia a San Giovanni Montebello, piccolo paesino di duemila anime ai piedi dell’Etna, Jessica fu inizialmente Alfio. “Fin da piccola mi sentivo nel corpo sbagliato – spiega – non ho mai chiesto giocattoli maschili, nonostante mio padre si ostinasse a comprarmeli. A me piaceva giocare con le bambole. E il mio istinto naturale col passare del tempo prese il sopravvento”.

Percepirsi nel corpo sbagliato, in una realtà del profondo sud e nel pieno degli anni ottanta, provocò non pochi problemi. “Non fu facile e i contraccolpi li subirono pure i miei genitori. A 15 anni e mezzo abbandonai il paese e me ne andai a vivere a Venezia da una mia zia, ovviamente col loro consenso. Rimasi là fino al raggiungimento della maggiore età, poi mi spostai a Milano, dove iniziai a frequentare vari musicisti”.

Amavi cantare?

Sì, fin da adolescente. Col tempo la passione si è rafforzata. Avevo la smania del palcoscenico. In Sicilia avevo preso parte ai vari festival, amavo interpretare soprattutto i brani di Mina e Raffaella Carrà. Una volta a Milano cercai di conoscere gente del settore per farmi le ossa. Bazzicavo spesso alla Ricordi, nonostante non abbia mai ottenuto un contratto.

Parlavi della tua fuga a Venezia. Cosa ti spinse a mollare la terra di origine?

Subii bullismo e una violenza sessuale che raccontai in un libro che anni fa andai a presentare da Magalli a ‘I Fatti Vostri’. Quell’episodio mi convinse ad andarmene. Non lo confessai mai ai miei genitori, che sono morti da poco. Non volevo farli soffrire, dal momento che chi abusò di me era una persona che mio padre conosceva bene. Se l’avessi svelato sarebbe successo il finimondo, quindi rimasi zitta. Ora posso dire che feci bene a non raccontare niente, tuttavia sbagliai a non denunciare.

Fu difficile confessare la tua omosessualità in famiglia?

Non ebbi problemi di accettazione e, a dire il vero, non ho mai fatto coming out. La mia femminilità era talmente evidente che non fu necessario. Certo, non fu semplice far comprendere ai miei genitori la mia diversità. Il loro obiettivo era quello di tutelarmi e non farmi soffrire, ma l’ho capito solo in età adulta. Allora recepii quell’atteggiamento come un fatto di padronanza. Le discussioni nascevano quando mi vestivo da donna. Più volte capitò di andare a ballare e di dovermi cambiare nei bagni delle discoteche.

A scuola, invece, come andò?

Non bene. Era una fase in cui vigeva una profonda discriminazione. Ebbi problemi con un’insegnante perché notò che avevo lo smalto sulle unghie ed anche con una bidella.

L’approdo nel mondo dello spettacolo come avvenne?

In Sicilia, sempre come Jessica, realizzavo spettacoli di cabaret. Un impegno che mi diede notorietà a livello locale. Ma la prima vera occasione giunse nel 1999 con ‘Il Commissario Montalbano’. Ebbi un piccolo ruolo nell’episodio ‘La forma dell’acqua’ ed interpretavo una trans. Dissi due battute, niente di che. L’anno dopo la stessa produzione girò ‘La Piovra 10’ e mi riaffidò un’altra particina, sempre come trans.

Nel 2001 arrivò la televisione.

Esatto. ‘Al posto tuo’ era già partito da diverse stagioni e, nel periodo di Pasqua, svolsi un provino a Catania. L’idea originaria era quella di farmi intervenire per una sola puntata. Rimasero soddisfatti, si creò una bella atmosfera e decisero di tenermi fino a giugno. Intervenivo spesso, ma ero contrattualizzata come figura del pubblico. Il settembre successivo mi richiamarono e mi offrirono un contratto vero e proprio. Ero opinionista e mi esibivo come cantante. Rimasi fino a quando la Perego non sostituì la D’Eusanio alla conduzione.

Al posto tuo fu per lungo tempo al centro di roventi controversie, a partire dalla veridicità delle storie che venivano proposte.

Fummo presi di mira da ‘Striscia’, che ci dedicava servizi tutte le sere. Io non lavoravo in redazione e non posso dirti se i racconti fossero o no veritieri. Ma indipendentemente dal fatto che quelli fossero attori o persone reali, a contare erano i messaggi finali, che erano importanti al di là di tutto.

Nel 2002 un bambino di dieci anni venne in studio per commentare le nuove scelte sentimentali della mamma separata. Scoppiò un’altra bufera.

In quella puntata c’ero e per fortuna non intervenni, sennò la situazione sarebbe addirittura peggiorata (ride, ndr). A mio avviso non accadde nulla di così sconvolgente.

L’Osservatorio sui Diritti dei Minori chiese di chiudere il programma e di dirottarlo in seconda serata, mentre l’Usigrai scrisse una durissima nota dove si accusava la trasmissione di rovinare l’immagine della Rai.

Lo so. Ma non ho mai compreso quale fosse il vero scandalo. Non andava bene che comparisse un bambino? Non l’ho mai capito, davvero.

L’anno seguente ancora tensioni, stavolta per la scritta apparsa sulla t-shirt della D’Eusanio: “Dalla non è un cantante, ma un consiglio”.

Era un messaggio ironico, volutamente col doppio senso. Ho sempre ritenuto Alda una donna intelligentissima. E’ una donna carismatica con una grande cultura che in tv funzionava. Secondo me venne presa di mira in modo esagerato.

Anche lei amava provocare e godersi le reazioni, ammettiamolo.

Forse hai ragione, ma erano comportamenti frutto delle continue critiche, nonostante il programma facesse ascolti pazzeschi. Una volta, dopo l’ennesimo attacco di ‘Striscia’ in merito alle presunte bufale, mi dissero di distribuire mozzarelle di bufala al pubblico.

L’hai più sentita?

Certo, la sento sempre. Con lei feci altri due anni di ‘Ricomincio da qui’. In quel caso le storie erano totalmente vere e assai drammatiche. Abbiamo un bel rapporto, ogni tanto ci messaggiamo. E’ una bella persona che nei miei confronti ha dimostrato affetto, rispetto e stima. Sentimenti assolutamente reciproci. Se ho un dubbio la cerco e da lei ottengo sempre consigli affettuosi. Mi accolse a Roma a braccia aperte quando non conoscevo nessuno. Non lo dimentico.

Negli ultimi anni è finita al centro di nuove polemiche.

Se ti riferisci all’espulsione al ‘Grande Fratello’, bisogna ricordare che Alda ha avuto un grave incidente che l’ha portata in coma. Certe sue problematiche erano note. Io non ho mai partecipato ad un reality, ma se hai le telecamere puntate 24 ore su 24 può capitare di scordarsene. A me piacerebbe fare il ‘Gf’, ci andrei subito. Non ho mai fatto il provino, ma è da molto che ci penso.

Dopo Ricomincio da qui sparisti dal piccolo schermo.

Interruppi le ospitate sulle tv nazionali e me ne tornai a Catania. Conobbi Seby Infantino, con cui nacque una collaborazione artistica e, successivamente, una relazione. Ci siamo uniti civilmente nel 2021, in piena pandemia, dopo quindici anni di convivenza. La cerimonia è stata ripresa dalle telecamere di ‘Zona Bianca’. Purtroppo ci siamo lasciati, ma continuiamo a lavorare assieme. Il nostro rapporto si è rafforzato, pubblichiamo canzoni come ‘Jessica ft Seby’. Se a livello nazionale non ho fatto più niente, nella mia regione sono stata spesso ospite musicale in varie tv locali.

Non troppo tempo fa sei riapparsa su Rete 4 a Controcorrente.

Ho raccontato la mia vita in un primo servizio, poi in un secondo mi hanno utilizzata come inviata munita di microfono e telecamera nascosta per verificare se in Sicilia le trans riescono a trovare lavoro. Purtroppo abbiamo appurato che in qualche bar e ristorante c’era ancora del pregiudizio da parte di qualcuno. Fortunatamente non sono tutti così.

A che punto è il tuo percorso di transizione?

Ho effettuato l’operazione nel 2018 e sono in attesa di completare l’iter. La transizione è stata deliberata dal tribunale, devo solo risolvere alcuni passaggi tecnici.

Oggi cosa fai?

La mia professione è quella di cantante e cabarettista. Vado dove mi chiamano. Mi esibisco a matrimoni e battesimi, in piazze e locali. Purtroppo sono lontana da Roma e Milano, dove potrei ritagliarmi le mie chance. Come ti dicevo, un reality potrebbe rappresentare il rilancio del mio personaggio. Continuo a coltivare le mie passioni e mi piacerebbe rimettermi in carreggiata. Attendo solo l’opportunità.

Rispetto agli anni ottanta si respira tutto un altro clima, mi pare di comprendere.

Negli anni ottanta al sud si stava male e al nord meglio. Al contrario, oggi in Sicilia mi sento accettata. La trans viene vista come una potenziale vicina di casa, non ho più subito bullismo da nessuno. Sul lavoro ricevo tanto affetto e non ho mai avvertito il dito puntato da parte di qualcuno.