Bello, anzi bellissimo. Ma con l’Etna non si deve scherzare
Decine di interventi di soccorso in pochi giorni a escursionisti attratti dalle magnifiche colate laviche del vulcano iniziate il 12 febbraio. L’appello alla prudenza del CNSAS della Sicilia L'articolo Bello, anzi bellissimo. Ma con l’Etna non si deve scherzare proviene da Montagna.TV.


Il Gigante è buono. Lo ripetono da secoli coloro che ci convivono, ovvero gli abitanti dei paesi sulle pendici dell’Etna. A lui hanno anche sempre perdonato certe, e ripetute, solenni arrabbiature seguite da eruzioni che hanno inciso profondamente i fianchi della montagna anche distruggendo case e coltivazioni. All’amore, insomma, bisogna pur perdonare qualcosa. Senza esagerare però, anche involontariamente il Gigante buono potrebbe diventare letale.
Il video
E’ quello che rischia di accadere in questi giorni. L’eruzione iniziata una decina di giorni fa è tra le più spettacolari, seppur non troppo violenta. Le immagini dei fiumi di lava incandescente che si fanno largo lungo i fianchi innevati dell’Etna hanno fatto il giro del mondo, destando meraviglia e attenzione. Troppa, forse. Prima sono stati gli abitanti della zona a risalire in vulcano a caccia di emozioni e immagini ravvicinatissime. A loro si sono aggiunti numerosissimi appassionati di scialpinismo provenienti da tutta Italia per concedersi un’escursione difficilmente ripetibile. E come dar loro torto, in fondo?
Un vero e proprio assalto che ha creato innumerevoli problemi e situazioni pericolose. In alcune giornate si sono contate anche mille automobili parcheggiate alla meglio lungo le tortuose strade etnee, creando di fatto un blocco inestricabile e insuperabile anche da eventuali mezzi di soccorso. Senza considerare che il vulcano ha sempre l’ultima parola e potrebbe aprire all’improvviso una bocca eruttiva distante dalle attuali, magari proprio in prossimità delle strade o delle persone. L’inevitabile fuga di massa sarebbe impossibile, quindi.
Non serve usare il condizionale, invece, quando si fa la conta degli interventi effettuati a partire dal 12 febbraio dal Soccorso Alpino siciliano. Sono decine le persone che hanno avuto bisogno di assistenza dopo essersi recati anche a oltre 2000 metri di quota, nella neve, senza adeguata attrezzatura e tantomeno esperienza. Spesso di notte, tra l’altro, quando lo spettacolo della lava è più affascinante e instagrammabile.
Per cercare di far fronte alla situazione i comuni etnei di Adrano, Belpasso e Biancavilla hanno emanato ordinanze per regolare il traffico delle auto e per impedire ai curiosi di avvicinarsi troppo al fronte lavico, ma in realtà i controlli non sono così stringenti e i cacciatori di rischi hanno via libera, come sottolineato da una nota del Soccorso alpino della Sicilia: «Le recenti ordinanze sindacali, complice la totale assenza di controlli, non hanno portato naturalmente ad alcun cambiamento di situazione e ogni notte sull’Etna si verificano molteplici interventi di soccorso e gruppi di persone disperse che vedono le squadre di soccorso impegnate da notte fonda all’alba. Il fronte lavico infatti», continua il Cnsas, «continua ogni notte a essere preso d’assalto da migliaia di persone che, in maniera inadeguata, ignorano la pericolosità dell’evento e i rischi dell’ambiente innevato ghiacciato e frequentato in orario notturno, peraltro in assenza di competenze. Si rappresenta inoltre che la colata lavica si sviluppa ad alta quota, in aree interessate da neve e ghiaccio, dove, sia di giorno che di notte, si può essere colti dalla nebbia perdendo l’orientamento, o da nevicate e da cambi improvvisi delle condizioni meteo climatiche. Il Soccorso Alpino raccomanda inoltre estrema prudenza, di farsi preferibilmente accompagnare da guide alpine o guide vulcanologiche».
Senza dimenticare il rischio di esplosioni idro-magmatiche provocate dall’interazione tra colata lavica e neve. Frammenti di lava incandescente possono raggiungere curiosi ed escursionisti anche a oltre 100 metri di distanza, con conseguenze che è facile immaginare.
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