Self Deception live al Legend di Milano, 9 Febbraio 2025: una moderna esperienza anni 90
I Self Deception suonano da 20 anni, eppure sono considerati una "band giovane": lo spazio per crescere c'è ancora, e l'hanno dimostrato al concerto di Milano

Sono andato al concerto dei Self Deception perché la mia promessa per il 2025 è quella di vedere più gruppi emergenti, scoprire cosa bolle nella pentola dei giovani, anche a discapito di concerti di gruppi più grossi, già “arrivati” e visti 100 volte.
Ho notato in calendario la data dei Self Deception, ho ascoltato qualche canzone, sono rimasto interessato dal loro electro-metal, e mi sono goduto il concerto. Il “problema” arriva ora: voglio scriverne qualche riga per parlarne a chi, come me, non li conosce, ma su internet non trovo molte notizie per dare una infarinatura di base. Il loro sito ufficiale è semplicemente un negozio online: vinili in edizione limitata in vendita, tutto il merch vestibile soldout, ci sono le date del tour e le FAQ non riguardano la storia della band ma i tempi di consegna della merce. Capitemi bene: non c’è scritto nemmeno il nome dei membri della band, sul loro sito ufficiale. Non va molto meglio sui social, si scopre che si sono formati a Stoccolma nel 2005 ma anche sulla discografia c’è qualche lieve incongruenza. Interviste da altri siti: poche, e vecchie. Sembra di essere negli anni 90, quando le riviste musicali erano l’unica fonte di conoscenza, e se si perdeva un numero magari non si veniva a conoscenza (tramite intervista) di qualche gruppo svedese emergente come tali Bakyard Babies o Arch Enemy.
Eppure i Self Deception hanno un merchandise molto forte, e a Milano festeggiano la chiusura di un lungo tour europeo in supporto di Destroy The Art, il loro nuovo disco (potrebbe essere il sesto in carriera, ma Discogs non è d’accordo e il sito ufficiale ovviamente non è d’aiuto). Insomma, sono una band che gira e che riesce a farsi conoscere – anche se fuori dal Legend Club c’è parcheggiato un camper con rimorchio, non un tourbus a cinque piani. E dentro il Legend, a conti fatti, ci sono un centinaio di persone ad essere generosi.
Però sono persone calde, motivate, che conoscono i brani del gruppo svedese, con anche un ragazzo che fa il cosplay del bassista, e per alcune persone è anche chiaro che alcuni di quei testi hanno avuto un significato e un impatto sulla loro vita. Sì, perché sotto la patina elettronica, sotto l’estetica rosa fluorescente di Patrick Hallgren (baffoni da solido vichingo, short rosa e doppia cresta), sotto la voglia di divertimento, sotto i mega-palloni rosa lanciati sul pubblico, ci sono canzoni che parlano di alcolismo (il cantante si dichiara alcolista e ringrazia tutti per l’aiuto che gli stanno dando per uscirne, prima di cantare un pezzo sui 12 passi per il recupero), si lanciano tematiche sul disagio psicologico che ha portato un amico della band a suicidarsi, invitando soprattutto gli uomini a non aver paura ad aprirsi verso i propri sentimenti.
In ogni caso non è un concerto introspettivo: si balla molto, si canta, ci si spinge, si urla, si apprezza la voce di Andreas quando è pulita, più che quando è distorta. E la base è un tappeto metal notevole e pestato. E’ stato un buon concerto, sì, avrebbe meritato anche più pubblico, ma non a tutti può scattare la scintilla degli Electric Callboy (che suonarono al Legend proprio prima di iniziare a far soldout ovunque). Eppure la conclusiva Fight Fire With Gasoline ha quella marcia in più per venire cantata a squarciagola da sempre più persone, e i Self Deception meriterebbero sempre più persone in platea.
Self Deception al Legend Club di Milano: la setlist suonata
Blood & Scars
The Scandinavian Dream
The Great Escape
Matthew McConaughey
Beautiful Disaster
Intoxicated Haze
Stockholm Hearts
Hysteria
Hell and Back
Dead Water
Kallocain
PSYCHO
****
Smoke You Out
Holy Water
Fight Fire With Gasoline