La neve fresca regala sorrisi. E connessioni con l’ambiente


Scivolare, anche in salita, lungo pendii intonsi apre la mente. E consente, a chi si muove con la corretta predisposizione d’animo, di vivere con leggerezza momenti “nuovi” L'articolo La neve fresca regala sorrisi. E connessioni con l’ambiente proviene da Montagna.TV.

Feb 13, 2025 - 18:11
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La neve fresca regala sorrisi. E connessioni con l’ambiente

Quando si scivola nella neve fresca compare il sorriso. E’ una sorta di riflesso automatico, una piacevolezza che ci mette di buon umore e rende felici, indipendentemente dalla difficoltà del percorso.

Accade non solo in discesa, ma anche in salita, ad esempio tra le fronde dei larici, quando gli sci aprono la traccia in un mare di cristalli di ghiaccio trasparenti, attraverso infinite lamelle di ghiaccio dalla forma di foglie o di ventaglio, che si formano sulla superficie della neve per la sublimazione del vapore acqueo contenuto nell’aria in prossimità del suolo.

Istanti di allegria si mescolano con l’euforia della discesa, specie se è la prima volta che ci si muove fuori dalle piste battute. I grandi spazi e il silenzio ovattato attenuano ogni fretta d’arrivare, a poco a poco lo sguardo si affina e impariamo a riconoscere la bellezza di ogni piccola cosa.

Osserviamo ed esploriamo la neve e il pendio in situazioni assai diverse, risaliamo un canale a bitorzoli, solcato da una grande valanga, nascono i primi collegamenti, si attivano connessioni, iniziamo a trovare dei significati. Il corpo si adatta, ombra e sole segnano il brusco confine tra brividi e sudore, tra polvere e neve che comincia ad appesantirsi.

Le grandi pareti che ci sovrastano e l’intreccio di nuvole aiutano a riconoscere il valore del silenzio, quello che ci aiuta a pensare, a mettesi in ascolto o, semplicemente, perdersi dentro il suo respiro.
Distanti da ogni rumore i suoni si fanno più ricercati, misteriosi e interessanti.
E’ una piccola immersione nella neve contemplata con la pelle, con i sensi, in grado di allargare gli spazi e sospendere il tempo.

Non servono grandi dislivelli e salite forzate. Soprattutto per chi muove i primi passi, meglio concentrarsi su una disposizione d’animo orientata all’osservazione, all’ascolto, dove l’uso delle tecniche e dei materiali sono il supporto per attraversare questi spazi, non il fine della nostra escursione.

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