Katrin Wolke: attivista e Techno Queen in ascesa

Quante storie rimangono inascoltate nella musica elettronica semplicemente perché chi le crea non trova lo spazio o il supporto per emergere? Quante barriere devono essere abbattute affinché la scena techno possa dirsi veramente inclusiva? E soprattutto, cosa possiamo fare, come pubblico e industria, per favorire un cambiamento duraturo?   Katrin Wolke non è solo un’artista talentuosa, […] L'articolo Katrin Wolke: attivista e Techno Queen in ascesa sembra essere il primo su Parkett.

Feb 13, 2025 - 00:25
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Katrin Wolke: attivista e Techno Queen in ascesa

Quante storie rimangono inascoltate nella musica elettronica semplicemente perché chi le crea non trova lo spazio o il supporto per emergere? Quante barriere devono essere abbattute affinché la scena techno possa dirsi veramente inclusiva? E soprattutto, cosa possiamo fare, come pubblico e industria, per favorire un cambiamento duraturo?  

Katrin Wolke non è solo un’artista talentuosa, ma una donna che ha deciso di affrontare queste domande di petto, trasformando le difficoltà incontrate nel suo percorso in un’occasione per costruire qualcosa di significativo. Dj e produttrice techno, con il progetto She Is Techno, Katrin ha dato vita a una piattaforma/podcast che non è solo un luogo di espressione per le donne nella scena techno, ma anche un vero e proprio movimento culturale che sfida pregiudizi e stereotipi radicati.  

Alla scoperta del talento nascosto

Katrin Wolke è un nome che incarna il concetto di scoperta tardiva ma potente. Nata alla fine degli anni ’90, ha iniziato ad avvicinarsi alla musica elettronica e alla techno solo nell’estate del 2022. Ha appreso rapidamente le tecniche di mixing e di costruzione di un set, sviluppando in breve tempo uno stile unico che l’ha portata alla ribalta nella scena techno di Cracovia.

Questo successo improvviso non è stato però privo di ostacoli. Come molte donne nell’industria musicale ( e no, non è un cliché), Katrin Wolke ha dovuto affrontare pregiudizi legati al suo genere e al suo aspetto. Ha trasformato queste esperienze in una forza creativa e ha sviluppato progetti in grado di combattere tali discriminazioni, cementando il suo ruolo di innovatrice nella scena elettronica.

She Is Techno: Un Manifesto Contro le Discriminazioni

Uno dei progetti più significativi di Katrin Wolke è She Is Techno, una piattaforma che va oltre la musica, diventando una dichiarazione politica e culturale. Creato per promuovere e supportare artiste donne nel mondo della techno, She Is Techno rappresenta una risposta diretta alle barriere di genere che molte donne affrontano nell’industria musicale. Attraverso podcast, eventi e collaborazioni, questa iniziativa ha unito musiciste e DJ di tutto il mondo, creando una rete di supporto e ispirazione reciproca.

She Is Techno è, per l’artista non solo un progetto artistico, ma una protesta contro ogni forma di discriminazione all’interno della scena musicale. È un chiaro esempio di come Katrin stia utilizzando il suo podcast per combattere l’ingiustizia, ridefinendo la techno come uno spazio inclusivo, libero e aperto a tutti, indipendentemente dal genere o dall’aspetto.

Oltre la Techno Tradizionale

Nonostante il suo successo iniziale come DJ, la produzione musicale è diventata rapidamente una passione per Katrin Wolke. Incominciando come autodidatta, ha sviluppato la sua abilità nel creare musica sia utilizzando strumenti VST (Virtual Studio Technology) sia con hardware fisici, dimostrando una versatilità rara. Le sue tracce si distinguono per la fusione di elementi techno tradizionali con un tocco moderno, creando soundscape complessi e profondi che trasportano l’ascoltatore in una dimensione senza tempo.

Uno dei suoi primi grandi successi è stato il remix del brano dell’artista tedesco Jemek Jemovit, pubblicato nel disco P.Z.P.R. PROPAGANDA EP. Questa traccia, che si inserisce perfettamente all’interno di un contesto musicale ricco di influenze dark e industriali, ha consolidato la sua reputazione di produttrice abile e innovativa.

Look Up” e “Ain’t Shit Personal”, pubblicate nel 2023, rappresentano due lati distinti della sua personalità artistica. “Look Up” è una composizione che mescola beat pulsanti con melodie evocative, portando l’ascoltatore in una sorta di viaggio sonoro ipnotico. La cura nei dettagli e la struttura musicale dimostrano l’abilità di Wolke nel creare tracce che sono allo stesso tempo cerebrali e fisiche, ideali sia per l’ascolto attento che per il dancefloor.

Qui, Katrin Wolke mostra il suo lato più sperimentale, giocando con strutture ritmiche complesse e bassi profondi, che fanno sì che il pezzo diventi un catalizzatore di movimento e dinamismo nei club.

Il Ruolo di Co-fondatrice di Hot Techno Near You Records

Un altro tassello fondamentale nel percorso di Katrin Wolke è la creazione, insieme al suo partner, del collettivo e etichetta discografica Hot Techno Near You Records. Questo progetto è nato come un’estensione naturale del loro amore per la techno e la voglia di dare una piattaforma a talenti emergenti che condividono la stessa passione per il genere. La visione dell’etichetta è quella di promuovere la musica techno dura e sperimentale, creando uno spazio in cui artisti innovativi possono esplorare nuovi suoni senza essere legati alle aspettative di mercato.

In questa intervista, Katrin Wolke ci racconta come la sua esperienza personale – fatta di talento, ma anche di resistenza a un sistema spesso escludente – l’abbia spinta a creare uno spazio dove le artiste possano essere celebrate per il loro valore, senza etichette né limiti. 

Hai scoperto il tuo talento musicale solo nel 2022. Com’è stato quel momento per te? Cosa ti ha motivato a immergerti così rapidamente nel mondo della techno e della produzione musicale?

Non riesco a individuare il momento esatto in cui ho capito le mie capacità in termini di produzione musicale… All’inizio ero troppo assorbita e affascinata da questo nuovo ambiente che stavo appena scoprendo, ovvero la Digital Audio Workstation. Ho anche preso confidenza e imparato le basi del lavoro con l’hardware, in particolare con le iconiche Korg Electribes.
Credo però di non aver compreso, almeno fino a poco tempo fa, che ciò che per me era naturale non lo fosse per tutti, né di avere certe abilità.


Parliamo di She Is Techno, la piattaforma che hai fondato per promuovere artiste donne nella scena techno. Come è nato questo progetto e quali sfide hai affrontato per abbattere le barriere di genere nell’industria musicale?

She Is Techno è stata la mia risposta alle disuguaglianze che ho affrontato molto presto quando ho iniziato la mia carriera da DJ. La mia esperienza si è rivelata simile a quella di altre artiste che ho incontrato lungo il cammino.
Conoscevo la storia generale della scena techno e cosa era diventata, ma ciò che ho vissuto contraddiceva completamente i valori fondamentali della cultura rave: libertà di espressione, anticonformismo e accettazione, basati sul concetto PLUR (pace, amore, unità e rispetto).
L’ho imparato a caro prezzo. La mia storia è una triste verifica della realtà e dimostra cosa sia realmente la “cultura rave polacca”: non solo un concetto o una visione utopica, ma purtroppo una palese ipocrisia.
Da quando ho iniziato a produrre musica e ho condiviso un mix fatto esclusivamente con le mie tracce con la comunità techno polacca, ho subito ben tre attacchi di cyberbullismo. Il volume di commenti pieni di odio, sarcasmo, insulti e persino minacce che ho ricevuto era assurdo, tutti provenienti da persone che non avevo mai incontrato. La maggior parte erano DJ uomini di mezza età, membri attivi della scena da anni o decenni (senza una singola produzione a loro nome). Questa diffamazione pubblica, che mi ha costretta a difendermi, e l’ostilità che non riuscivo a comprendere, mi hanno lasciata con un trauma che ha richiesto infinita pazienza, sofferenza e molto tempo per essere elaborato.
Dov’era la musica in tutto questo? Dove sono finiti i valori della cultura rave?
La forza che mi ha tenuta a galla è stata la mia fede nel rispettare quel codice etico e la convinzione che quello che faccio abbia uno scopo più grande. Se la mia attitudine può ispirare un’azione o essere d’aiuto anche solo a un’artista, allora ne vale la pena.
È stata una barriera difficilissima da superare. Ma ce l’ho fatta. E sono pronta ad abbattere le altre.


Il tuo stile musicale è noto per mescolare ritmi pulsanti con texture complesse. Come descriveresti il tuo processo creativo in studio? Parti da un’idea specifica o lasci che la musica ti guidi spontaneamente?

Direi che il mio processo creativo è diverso ogni volta che mi siedo davanti alla DAW, e più musica produco, più cambia. Il mio obiettivo è sempre giocare con contrasti e contraddizioni, unendo elementi che sembrano incompatibili. La mia prima direzione è trovare un modo per farli funzionare bene insieme, creando una traccia che sia impossibile non ballare. La seconda è lasciar fluire il mio stato d’animo, che si riflette nella traccia. È una perfetta valvola di sfogo per tutte le emozioni, vissute o represse, che riverso in FL Studio. È come una terapia per me. Grazie, Image Line.


Hai co-fondato Hot Techno Near You Records con il tuo partner. Cosa vi ha spinti a creare la vostra etichetta e quali sono gli obiettivi?

Per me, gestire un’etichetta significa principalmente essere responsabili della formazione del gusto musicale delle persone. Ero sicura di poter avviare un progetto del genere con un produttore con quasi 30 anni di esperienza in vari generi: batterista in una band punk/grunge, hip-hop, sampling, drum&bass, fino a influenze più recenti come tekkcore.
Non riuscivamo a trovare un’etichetta polacca che si concentrasse sul lato più veloce della techno. Volevamo qualcosa che non fosse solo ritmo, ma che si discostasse dalle tendenze dominanti, con tracce che spiccassero. Il nostro obiettivo era creare una rete che supportasse idee fresche e non convenzionali, integrando artisti polacchi con produttori affini di tutto il mondo.
Proporre qualcosa di nuovo e diverso richiede coraggio, ma per me è questo il senso di essere un artista: offrire qualcosa di unico affinché la cultura possa progredire e svilupparsi. E noi siamo qui per supportarlo.


Hai anche pubblicato sull’etichetta tribe tekno OKUPE REC. Cosa ci puoi dire di questo progetto? Come si differenzia dal tuo lavoro precedente e cosa ti ha attratto della loro visione?

Quando si è presentata questa opportunità, avevo già pubblicato tracce su etichette rispettate come Raekke’s Imminent in Portogallo, ALIOM in Francia, Shivers in Svezia e ECHO Recordings nei Paesi Bassi.
Collaborare con OKUPE è stata un’avventura entusiasmante. Questo progetto mi permette di esplorare uno stile diverso da quelli che ho affrontato in passato. Mi ha attratto la loro dedizione nel supportare artisti underground e spingere i confini dell’industria musicale.
Alcuni indizi sulla collaborazione con XTECH sono già su Soundcloud: seguiteci per scoprire cosa arriverà!

Il remix che hai fatto per il brano “P.Z.P.R. – KW RMX” ha segnato una tappa importante nella tua carriera. Come affronti un remix rispetto alla produzione di una traccia originale? E cosa ti ha ispirata per questo particolare remix?

Quando ho ricevuto i stem del brano originale con cui lavorare, per il mio primo remix ho pensato che la “soluzione più sicura” fosse partire come se fosse una normale traccia di hard techno, aggiungendo gradualmente delle sottili tracce dell’originale man mano che la traccia si sviluppa, fino a quando non fosse chiaro per l’ascoltatore di cosa si trattasse.
Da allora sono diventata ossessionata dai remix. A volte sento il bisogno di rielaborare ogni suono in modo che rifletta completamente l’originale e sia facilmente riconoscibile da chi lo conosce. Più spesso, però, mi concentro su un solo elemento che mi piace di più e lo arrangio secondo le mie idee. A volte lo modifico così tanto che alla fine diventa irriconoscibile. Se succede, lo prendo come riferimento e lo ricreo da capo, con le mie risorse.
Quando produco tracce originali, invece, lascio semplicemente fluire la mia immaginazione nella direzione che vuole prendere.


“Look Up” e “Ain’t Shit Personal” sono due tracce molto diverse, eppure entrambe riflettono il tuo approccio eclettico alla techno. Come decidi quale direzione sonora prendere per ogni nuova produzione? Esplori una particolare emozione o idea in ogni traccia?

Quando inizio un nuovo progetto, di solito ho già deciso il genere che voglio esplorare. “Look Up” è stata la mia versione per ricreare le textures ruvide e graffianti dei batteristi tipiche dello schranz, con un kick molto pesante. “Ain’t Shit Personal“, invece, l’ho composta subito dopo aver scoperto il rap di Memphis, in particolare DJ Paul e Kingpin Skinny Pimp. Mi ha stregato, quindi ho capito subito che dovevo includere quelle voci nella mia traccia.
Dopo vari tentativi e errori mi sono fermata e mi sono chiesta: voglio conservare la stessa vibrazione intimidatoria dell’originale?
No. Togli il verso “everything is business; ain’t shit personal” dall’originale, e ciò che ottieni è una visione del mondo piuttosto ottimista! Almeno così l’ho vista io (LOL). E visto che l’assurdo come misura stilistica mi ha sempre affascinato in tutte le forme artistiche, ho pensato: perché non applicarlo anche nella mia musica? Così ho combinato quel verso con una base da trance un po’ nostalgica e sognante. Perché no?


Come una delle voci principali della techno underground in Polonia e oltre, come vedi l’evoluzione della scena techno negli ultimi anni? C’è una tendenza o direzione che trovi interessante?

Quello che ho notato è sicuramente un cambiamento relativamente rapido in cosa viene classificato come hard techno. Forse mi sfugge qualcosa o non capisco questa nuova tendenza…
Ma credo di avere una visione diversa su come dovrebbe suonare la techno più dura e pesante. L’abbondanza di suoni acuti, taglienti e striduli non è quello che intendo per “hard”.
Il primo incontro con il tekno e il hardtek, però, è stato ciò che ha lasciato una traccia indelebile nella mia musica. Ha cambiato profondamente il mio approccio alla produzione delle tracce e alla gestione delle mie performance da DJ. Ovviamente non si tratta di una moda, ma per me è stato un momento definitorio che ha plasmato la mia visione della produzione techno.
Quando ho capito le infinite possibilità di combinazione che questa musica mi offriva, ho iniziato a incorporare elementi di tekno e hardtek nelle mie tracce, sperimentando con suoni e strutture diverse per creare qualcosa di nuovo. Penso che un orecchio allenato possa facilmente riconoscere questa evoluzione.


Il mondo della techno è in continua evoluzione. Come fai a rimanere aggiornata sulle nuove tendenze senza perdere la tua identità artistica?

Continuo a fare la mia ricerca musicale nello stesso modo in cui lo facevo prima di iniziare a fare musica. Ho un taccuino dove scrivo tutte le osservazioni, i pensieri e le idee che mi vengono durante il percorso. Poi, di solito, concentro la mia ricerca su tutti i generi che non sono techno, cercando di tenermi aggiornata su cosa succede nel panorama musicale in generale. E cerco di afferrare l’essenza di ciò che la gente apprezza e vuole sentire oggi.
Ma soprattutto, mi concentro sulla mia sperimentazione personale per creare qualcosa di completamente nuovo: musica che sia “relazionabile” per un pubblico più ampio, innovativa e semplicemente divertente da ballare.


Se potessi collaborare con qualsiasi artista o produttore, passato o presente, chi sceglieresti e perché? C’è qualcuno che ti ispira particolarmente nel modo in cui affronta la techno?

Non sono ancora sicura, non ho deciso! So che ho ancora un sacco di musica e di artisti rinomati da scoprire. Al momento, la mia concentrazione è tutta sui progetti e le collaborazioni a cui sono già coinvolta, e sto dando il massimo impegno. Ma una cosa è certa: mi porterà sicuramente in direzioni che vanno oltre le mie aspettative