Intervista a Sarah Toscano: “Sanremo sarà il mio manifesto”

Intervista a Sarah Toscano, vincitrice Amici 2023/2024 e in gara al Festival di Sanremo 2025 con il brano Amarcord. The post Intervista a Sarah Toscano: “Sanremo sarà il mio manifesto” appeared first on Davide Maggio.

Feb 10, 2025 - 17:18
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Intervista a Sarah Toscano: “Sanremo sarà il mio manifesto”

A diciannove anni, ha già vinto un talent show e ora si prepara a debuttare al Festival di Sanremo 2025. Ma la sua età non deve essere un deterrente, Sarah Toscano vuole farsi conoscere sul palco dell’Ariston soltanto per la sua musica. Ce lo spiega nella nostra intervista in cui tocca vari temi da Amici al brano Amarcord, canzone nostalgica che però vuole far ballare. Abbiamo incontrato Sarah Toscano.

Iniziamo con una domanda semplice, citando la tua canzone, scioglierai le trecce sul
palco di Sanremo?

Non so se posso rispondere… (ride, ndDM). Potrebbe essere. Diciamo che comunque la capigliatura avrà una parte importante di tutto quello che avverrà sul palco.

Quindi farai anche una coreografia? La canzone si presta.

Una coreografia vera e propria no, sto facendo lezioni di staging ma non ci sarà proprio un balletto vero e proprio. Preferisco focalizzarmi su altro. Essere là sarà difficile mentalmente quindi eviterei la coreografia almeno per il primo Saremo. Ci penserò per le date che farò ad ottobre. Diciamo che sul palco dell’Ariston mi muoverò.

Come definiresti la tua canzone?

Nostalgica, una canzone che mi trasmette tanta nostalgia, malinconia, però è una canzone che mi fa anche riflettere, che mi fa pensare che è stato così ma adesso non lo è più. È una canzone che mi fa sfogare e mi fa anche ballare…

Tu sei nostalgica?

Sono più che altro focalizzata sul presente, ma mi piace pensare al passato. Penso che i ricordi non debbano essere cancellati, anche se ti hanno fatto stare male. Che sia stato triste o felice, quello che stiamo facendo oggi lo dobbiamo a quello che è successo prima.

Senza rimpianti?

Beh, può essere, perché no? Ho tantissimi rimpianti nella mia vita, avrei preferito fare miliardi di
altre cose rispetto a quelle che ho fatto, però allo stesso tempo mi dico che poi non sarei qui in questo momento.

C’ è un po’ di autobiografico in questa canzone?

Beh, sì, assolutamente. In generale, non ho mai avuto una relazione amorosa vera e propria. E’ stato sempre un po’ quel tira e molla. E di fatto, in questa canzone, non parlo di una relazione continuativa. Parlo di una persona che alla fine mi ha soltanto illusa di stare bene con lei.

Avevi in mente una persona specifica?

Beh, è un insieme di fattori.

Dopo la vittoria ad Amici ti aspettavi un percorso più semplice?

Aiuto no, per niente. Ero consapevole che Amici fosse un bellissimo trampolino ma allo stesso tempo sapevo che una volta uscita dal talent avrei dovuto fare tutto io. Lì l’esposizione ce l’hai, ma dopo la strada te la devi far te. Niente ti è regalato alla fine della vita, sapevo di comunque dover lavorare tanto,
di dover studiare e così sto facendo. E spero che si veda.

Qualcuno avrebbe voluto un duetto con Lorella Cuccarini, tua insegnante.

Non mi sarebbe dispiaciuto assolutamente, magari in un Sanremo futuro. Ho scelto scelto gli Ofenbach perché volevo portare quella continuità dell’internazionale, sono affascinata da quel mondo, aspiro a quel mondo. Il fatto di poter portare questa mia visione anche sul palco di Sanremo, per me era perfetto.

Non hai pensato di tutta invece con un tuo collega big?

Mi è subito venuto in mente di duettare con gli Ofenbach. Non mi sarebbe dispiaciuto collaborare con uno degli artisti in gara o non mi dispiacerebbe fare un duetto in futuro.

Possiamo dire che questo Sanremo è un po’ il tuo manifesto musicale, cioè quello che tu vuoi
essere musicalmente?

Assolutamente. Molte persone mi conosceranno su quel palco per la prima volta, quindi sarà comunque un manifesto. Io mi presenterò in una determinata maniera e loro diranno che è questa Sara. Quindi, assolutamente, io in questo momento sono sono quell’artista, sono quella persona che salirà sul palco, con quella musica e vestita in quella maniera.

Cosa vorresti che pensasse di te, chi non ti conosce e cosa vorresti che dimenticasse di te chi ti ha conosciuto ad Amici o comunque in questi mesi?

Ma dimenticare è difficile e non lo direi neanche. Alla fine sono quella che sono, sono quella che han visto. Non vorrei che la gente dicesse ‘hai solo diciannove anni’. Anche se ho diciannove anni sono onorata di essere su quel palco, ma voglio far vedere la mia musica, non la mia età. Quindi vorrei che le persone capissero la mia musica. Poi, chiaramente, io parlo con il linguaggio della mia età, ho le mie esperienze da diciannovenne però preferirei mettere in standby un attimo l’età e mettere in primo piano la mia musica.

Però hai solo 19 anni.

Quello sì, quello certo.

Il linguaggio della tua età è anche il linguaggio dei rapper di cui si parla tanto? Tu pensi che quello sia il linguaggio dei giovani?

La musica è universale, ognuno ha la possibilità di esprimersi come meglio crede, quindi ognuno scrive quello che vuole nelle proprie canzoni. Poi, detto ciò, la musica non è sempre un insegnamento, non ha sempre uno scopo educativo, per l’educazione c’è la scuola, ci sono i genitori. La musica
alla fine è un linguaggio universale.

Però tra scopo educativo e ‘scopo diseducativo’ ce ne passa…

Ognuno ha la libertà di esprimersi per quello che mi riguarda come vuole, quindi il rap, il trap ha quel linguaggio, che piaccia o no, è quello.

Sei alla Snai, devi scommettere 50 euro sul vincitore di Sanremo, su chi scommetti?

Ad occhi chiusi, perché non ho ancora sentiti pezzi, ti direi Giorgia. Sono molto fiduciosa sul suo pezzo.

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