Deserto di Atacama: cosa vedere e tutto quello che c’è da sapere per il viaggio

Alabalti! Dice il cartello. Cioè “benvenuti” in lingua cunza, un idioma perduto di sole 400 parole gutturali che si parlava a San Pedro de Atacama, Cile, fino al XVI secolo. Poi i conquistadores di Pedro de Valdivia costrinsero i locali a passare allo spagnolo, pena il taglio della lingua. Ma gli Atacameños, o Licanantay, cioè L'articolo Deserto di Atacama: cosa vedere e tutto quello che c’è da sapere per il viaggio sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Feb 13, 2025 - 20:28
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Deserto di Atacama: cosa vedere e tutto quello che c’è da sapere per il viaggio

Alabalti! Dice il cartello. Cioè “benvenuti” in lingua cunza, un idioma perduto di sole 400 parole gutturali che si parlava a San Pedro de Atacama, Cile, fino al XVI secolo. Poi i conquistadores di Pedro de Valdivia costrinsero i locali a passare allo spagnolo, pena il taglio della lingua. Ma gli Atacameños, o Licanantay, cioè “gli abitanti del territorio” in cunza, usano ancora dire alabalti, soprattutto durante le feste, per invitare i forestieri a casa. Un bel segno di ospitalità in una delle terre meno popolate e climaticamente più severe che si possano immaginare, il deserto di Atacama, il più antico e arido del mondo, con alcune aree di desierto absoluto, dove a memoria d’uomo non è mai piovuto.

Cosa vedere nel deserto di Atacama

Valle della Luna

Atacama è recentemente salito ai disonori delle cronache per le gigantesche discariche di rifiuti tessili e jeans che, dismessi dai consumatori di tutto il mondo, arrivano imballati in nave nel porto franco di Iquique e vengono poi gettati fra le dune di Alto Hospicio, nella zona settentrionale del Paese. Atacama è anche lo specchio dell’incessante attività del pianeta: i movimenti tellurici dovuti allo slittamento della placca di Nazca nel Pacifico portarono alla formazione della Cordillera delle Ande e dell’altopiano limitrofo, costellato di vulcani, acque termali, geyser.

Per rendersene conto basta un trekking nella Cordillera de la Sal, frutto dell’attività tettonica. Il suo cuore di rilievi rosso fuoco e bianco candido è la Valle della Luna, così ribattezzata per il suo aspetto extraterrestre dal gesuita belga Gustave Le Paige (1903-198), valente archeologo che negli anni Cinquanta scoprì qui diverse mummie di sciamani seppellite con oggetti per l’assunzione di sostanze psicotrope, ora conservate in un piccolo museo a lui dedicato a San Pedro.

La valle è un’autentica esibizione di madre natura, o meglio di Pacha Mama, suprema divinità femminile del pantheon incaico, perché anche da queste parti, come in tutto il Sud America occidentale, gli Inca tracciarono le loro vie di comunicazione e lasciarono segni della loro cultura. Colline giallo oro erose dal vento si alzano in increspature parallele dal fondo piatto di un lago asciutto incrostato di sale. Il sentiero s’inerpica regalando panorami degni del nome del rilievo, Sarapana, divinità Inca della guarigione fisica e interiore. In cresta si scopre una grande onda di sabbia finissima che al tramonto assume un color cioccolato irreale.

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deserto Atacama Cile
Valle della Luna

Valle de la Muerte

Parallela alla Valle della Luna, la Valle de la Muerte – così chiamata, secondo alcuni, per un errore di comprensione dei locali, che capirono muerte invece di Mars, cioè il pianeta Marte – con i suoi stretti canyon “marziani”, appunto, è diventata luogo di divertimento.

Gli adepti del sandboarding surfano sulle dune di sabbia infuocata, mentre chi ama sport più tradizionali pratica il trekking a cavallo. Robin Barraza, piglio da huaso (il cowboy cileno), ha dedicato a questa attività la sua vita: “Per anni ho diretto l’hacienda di famiglia nel Cile centrale, ma era un lavoro stressante”, racconta sistemandosi la chupalla, cappello a tesa larga. “Qui invece sono a contatto con i miei cavalli e con le persone per cui organizzo tour di alcuni giorni, con cene sotto le stelle a base di carne cotta alla parrilla. È una vita secondo ritmi più naturali. Insegna a prendersi il proprio tempo”. Che qui scorre lento. La conferma viene anche da un vecchio numero del National Geographic sul deserto cileno, ancora attuale, che ci mostra orgoglioso Robin, protagonista a centro pagina mentre cavalca in un canyon.

Una strada di San Pedro de Atacama, dove la sabbia del deserto è stata utilizzata anche per costruire case e strade

San Pedro de Atacama

Per questi caballeros del deserto San Pedro de Atacama, a 2.400 metri di altitudine, è un’oasi resa verde dal río San Pedro, fra i pochi fiumi perenni. Nel centro del paese gli alberi del pepe danno ombra a plaza des Armas, mentre tutto intorno le case hanno i muri di adobe misto all’ichu (stipa), l’erba andina di cui si nutrono i lama.

Ancora oggi dà l’impressione del luogo di frontiera, avamposto per la Puna cilena, altopiano sopra i 3.500 metri frequentato solo da vigogne, fenicotteri rosa e volpi. Le strade strette coperte di sabbia, come se il deserto le rivendicasse, sono affollate da gringos contemporanei provenienti da un altrove indefinito. Tutti quelli che arrivano fin qui cercano un’avventura, ciascuno secondo le proprie possibilità fisiche.

L’emporio vende le bombolette di ossigeno usa e getta a chi voglia scalare il “Nonno”, ovvero il vulcano Licancabur, che domina il paesaggio con i suoi 5.920 metri e la cima pennellata di ceneri bianche: una presenza che merita rispetto, tanto che i locali lo salutano sempre, perché lo considerano un intermediario fra cielo e terra, divino e umano. Per chi cerca un approccio al deserto meno impegnativo, invece, ci sono le escursioni proposte dalle tante agenzie turistiche che su calle Caracoles, la via principale, si contendono gli spazi con i ristorantini.

La sera si fa tardi intorno ai fuochi con giri di patasca, stufato di carne e granoturco, di charqui, carne secca di lama o alpaca, e di chica, la popolare birra di mais. Le botteghe offrono indistintamente abbigliamento tecnico da trekking, maglioni di lana di alpaca – molto utili al calare del sole, quando le temperature precipitano – e artigianato in rame. “Sono stato attirato qui dalla storia precolombiana, dai minerali e dall’atmosfera cosmopolita”, racconta Bernardo Aravena, artista di Santiago che assieme all’atacameño Victor Artiñano ha aperto sulla Caracoles la bottega Yatiri.

“Esponiamo gioielli e sculture di diversi artisti che lavorano con le pietre dure e i minerali di Atacama. Abbiamo anche un progetto con il ministero della cultura cileno per portare in tutto il Paese, ma anche in Argentina e Perù, antiche maschere locali e sculture in argento e in rame”. Questo minerale, di cui il Cile è fra i maggiori produttori mondiali, viene estratto cento chilometri più a nord nella gigantesca miniera di Chuquicamata, nei pressi di Calama, cittadina che un tempo era un tambo, cioè una stazione di posta lungo i 40 mila chilometri di strade tracciate dagli Inca, mentre oggi è un dormitorio per chi lavora sottoterra.

Il deserto infatti, così avaro di vita animale e vegetale, è invece prodigo di minerali: oltre al rame, il salnitro, che scatenò nell’Ottocento una guerra con il Perù e la Bolivia per il controllo dei giacimenti, e poi plutonio, argento, litio. Le acque provenienti dai ghiacciai andini crearono nel Neolitico lagune e torbiere, ma in seguito ai cambiamenti climatici preistorici evaporarono rilasciando minerali e sali.

Nelle viscere di questa terra straordinaria Ignacio Domeyko Ancuta, geologo polacco a cui è dedicata un’intera Cordillera, nel XIX secolo trovò miniere di argento e salgemma. Dell’intensa attività della Victoria’s Mine, chiusa nel 1996 quando l’area divenne parco protetto, restano alcune baracche e l’imbocco delle gallerie, fra lave estruse scolpite dal vento e cristalli di gesso e sale che brillano sotto un sole potente, che tutto rallenta. Anche lo scorrere dei giorni.

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Gli spettacolari colori del geyser del Tatio, fra i più vasti campi geotermici al mondo.

Valle del Arcoíris e i petroglifi di Yerbas Buenas

In effetti, viaggiando nei paesaggi ampi e sfumati quasi fossero dipinti da un acquerellista, con vulcani rosei all’orizzonte e salar candidi ondeggianti come miraggi, il tempo sembra immobile. La pista si inerpica a 3.000 metri verso la Valle del Arcoíris, costeggiando il río Salado fino a colline dalle concrezioni verdi, bianche, gialle, nere, che i minerali hanno dipinto come un arcobaleno sull’argilla rossa.

A piedi si percorrono sentieri fra fuoriuscite magmatiche dalle forme sinuose o svettanti, che si stagliano nell’azzurro purissimo del cielo. Intorno, nella prateria, ecco i linderos, segnavia di pietra che indicano da sempre i pascoli migliori ai pastori di lama; quelli più grandi, gli apacheta, posti agli incroci delle strade degli Inca, sono veri e propri altari dove ancora oggi, in occasione dell’anno nuovo, si offrono a Pacha Mama foglie di coca masticata, birra, ciuffi di capelli, vecchi indumenti.

Non meraviglia dunque che qui gli sciamani continuino a mettere a disposizione le loro conoscenze, curando la gente con l’antica medicina naturale fatta di erbe della Puna: la rica-rica digestiva, che insieme al pingo-pingo diventa una specie di viagra naturale; la jalleta, muschio usato come antidiabetico e che bruciato mantiene viva la brace; i semi di cebil, purgante ma anche allucinogeno durante le cerimonie.

Altrettanto evocativi, lungo la strada del ritorno, i petroglifi di Yerbas Buenas, tracciati graffiando le morbide rocce vulcaniche in varie epoche: figure di sciamani e volpi, lama e puma incisi in età preistorica per ingraziarsi le divinità prima della caccia ai guanachi, in epoca precolombiana per chiedere protezione a favore delle carovane mercantili.

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La chiesina del pittoresco Pueblo Machuca San Pedro de Atacama,

Le rocce di Atacama

Le rocce di Atacama, dunque, narrano la storia di un popolo. Raccontano dell’età in cui qui vivevano i cacciatori-raccoglitori (7000 a.C.); del tempo in cui iniziarono a incrociare vigogne e guanachi per ottenere lama e alpaca, ad allevarli, a usarli per il trasporto e la lana, trasformandosi in agricoltori e formando le prime comunità stabili (4000 a.C.); di quando, dal 1000 a.C., a Pukará de Quitor abitarono le caverne di una collina rosso acceso, poi iniziarono a costruire granai e case con il tetto di legno finché, nel XII secolo, realizzarono mura ciclopiche per difendersi dagli aggressivi vicini Aymara.

Salendo il sentiero che conduce alla cima del colle si attraversano 42 ayllu, veri e propri quartieri dove risiedevano gruppi sociali organizzati in corporazioni: allevatori, contadini, ceramisti. “Poi, nel XVI secolo, arrivò a Quitor un drappello di spagnoli comandati da Francisco de Aguirre: furono respinti, ma ritornarono in gran numero ed espugnarono la fortezza”, racconta Barbara Aldunce, che ha barattato una vita cittadina da manager a Santiago con la passione per la storia e la geologia di questa regione.

“Così, per sopravvivere, gli Atacameños hanno costruito chiese e issato croci, però quadrate e colorate come la chakana degli Inca, mentre nell’iconografia Gesù Cristo veniva posto in posizione laterale rispetto alla Madonna, figura femminile centrale che in realtà simboleggiava Pacha Mama”. Ancora oggi, per scaldare Madre Terra al suo risveglio, in agosto, gli anziani bruciano le foglie di coca in buche scavate nel suolo. E l’aria intorno a San Pedro si riempie di fumo e aspettative.

La laguna Chaxa, popolata di splendidi fenicotteri, nel cuore del Salar de Atacama. Sullo sfondo, il vulcano Lascar.

Salar de Atacama, l’oasi dei fenicotteri rosa

Guardando panorami che nell’atmosfera asciutta sembrano raggiungere l’infinito, centinaia di chilometri percorsi nell’attimo di uno sguardo, meraviglia il legame che gli uomini per secoli hanno mantenuto con il loro territorio, splendido e selvaggio. Come il Salar de Atacama, lago asciutto di tremila chilometri quadrati interrotto solo da lagune turchesi come occhi di cielo, dove è divertente fare il bagno galleggiando nell’acqua densa di sali di magnesio e boro (400 milligrammi per litro).

Sul biancore diffuso spicca la macchia rosa dei fenicotteri andini, cileni e di James, che nella laguna Chaxa durante il corteggiamento danzano verso l’orizzonte chiuso dal vulcano Lascar, quasi a ingraziarsi una divinità turbolenta. Questa terra diventa addirittura ribollente più in alto, ai 4.300 metri dell’altopiano del Tatio, dove le acque glaciali penetrate nel sottosuolo magmatico vengono sparate ad altissima pressione in geyser. È uno dei più vasti campi geotermici al mondo, in curioso contrasto con le temperature davvero gelide (fra i 15 e i 20 gradi sottozero) dell’alba.

Si cammina fra le fumarole e le chiazze dorate di rame e solfuri, silhouette incerte fra gli sbuffi di vapore, e si sperimenta bene la potenza di Pacha Mama. Una divinità formidabile, capace di far piangere il vulcano Tata (tata io, che diventa poi Tatio, significa lamento del nonno) dopo averlo fatto franare con i terremoti.

Nella Puna all’intorno il río Putana, che scende dall’omonimo vulcano, forma laghi e acquitrini frequentati solo da uccelli, da lama abbandonati e inselvatichiti alla morte dei loro vecchi proprietari e da pochi Atacameños. Si dice che sappiano dove trovare l’oro e che si tramandino di padre in figlio l’ubicazione della miniera. Ma non possono essere ingordi e prenderne troppo: contiene un’alta percentuale di mercurio e toccarlo a mani nude li farebbe ammalare. Pacha Mama, è evidente, conosce molti metodi per insegnare la moderazione ai propri figli.

Sopra, le argille rosse e le altre formazioni rocciose della splendida Valle del Arcoíris.

Osservazione delle stelle e radiotelescopi

L’estrema aridità del clima e l’altitudine rendono il deserto di Atacama uno dei luoghi più selvaggi al mondo, ma anche uno dei più luminosi e favorevoli all’osservazione stellare. Qui non a caso è stato installato Alma, acronimo di Atacama Large Millimeter/submillimeter Array. Gestito dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, e da altri partner internazionali, è il più moderno sistema di radiotelescopi per l’osservazione della luce proveniente dai più freddi oggetti dell’universo.

Posizionato sul Llano de Chajnantor, un plateau posto a cinquemila metri di altitudine e caratterizzato dalla quasi totale assenza di umidità (pari solo allo 0,2 per cento), è formato da 66 antenne ad alta precisione progettate per captare dallo spazio profondo polveri e gas molecolari, elementi costitutivi delle stelle, dei sistemi planetari e della vita stessa sulla Terra, individuando altresì le galassie ai confini dell’universo osservabile, visibili nelle condizioni in cui erano dieci miliardi di anni fa. Chajnantor in lingua cunza significa “luogo di partenza”: decisamente un nome evocativo e propiziatorio.

Lama al pascolo sugli altipiani di Atacama.

Come arrivare nel deserto di Atacama

Si vola da Milano Linate o Malpensa e da Roma Fiumicino con Air France via Parigi o Klm via Amsterdam fino all’aeroporto Arturo Merino Benítez di Santiago del Cile da 809 € a/r in Economy e da 1.369 € in Premium. Sui voli a lungo raggio di Air France, Premium Economy diventa semplicemente Premium, sui voli Klm Premium Comfort: le poltrone sono più confortevoli e maggiormente reclinabili, con comodi appoggi per testa e gambe.

L’offerta comprende anche una ristorazione gourmet con selezione di vini francesi e champagne e la trousse comfort in materiale riciclato (mascherina, calzini, tappi auricolari, spazzolino e dentifricio). Premium e Premium Comfort usufruiscono dei servizi a terra di SkyPriority al check-in e al gate nonché bagaglio aggiuntivo sia in stiva sia in cabina.

Poi da Santiago del Cile si vola all’aeroporto El Loa di Calama con Latam con tariffe a/r a partire da 150 €. San Pedro de Atacama si raggiunge con servizio bus gratuito organizzato dagli hotel.

Una panoramica della strada che porta alla Laguna Chaxa.

Cosa c’è da sapere sul deserto di Atacama

Clima

Il deserto di Atacama ha il clima più arido e secco del mondo: alcune zone, almeno da quando sono registrati dati meteorologici, non hanno mai visto pioggia. Le precipitazioni sono rare anche sulle coste, nonostante le nebbie persistenti. A San Pedro prevale il sereno tutto l’anno. La stagione calda e arida va da inizio novembre a metà marzo, con temperature fra 1 e 25 gradi che nella stagione fredda e asciutta, da fine maggio a metà agosto, oscillano fra -2 e 21 gradi.

Quando andare

Ogni stagione va bene. Il periodo più sereno dell’anno inizia attorno a metà marzo e dura otto mesi. Il mese più luminoso è settembre (sole per il 90 per cento del tempo), il più nuvoloso è gennaio (coperto al 31 per cento), il più freddo è luglio, con minime anche sottozero.

Valuta

Peso cileno (CLP): 1 € = 1.033 CLP.

Lingua ufficiale

Spagnolo. I gruppi nativi parlano idiomi locali, tra cui mapuche, usato anche nei documenti ufficiali, e quechua.

Fuso orario

Cinque ore indietro quando in Italia c’è l’ora legale, quattro con l’ora solare.

Documenti

Passaporto con validità residua di almeno sei mesi a partire dalla data di arrivo. Non è necessario il visto fino a un massimo di 90 giorni di permanenza nel Paese.

Norme sanitarie

Nessuna vaccinazione obbligatoria. Per dettagli consultare il sito del ministero degli Esteri viaggiaresicuri.it.

L’interno del Café Rural a San Pedro de Atacama

Organizzare il viaggio: le scelte di DOVE

Tour operator

Ruta40  è un tour operator specializzato in Centro-Sudamerica, Artico e Antartide, dove disegna viaggi tailor made. Con uffici dedicati in Argentina, Perù, Cile, Colombia e Brasile, fa parte di Serandipians by Traveller Made, network di eccellenza che annovera i migliori specialisti del lusso. Da un decennio, inoltre, si è specializzata nelle esplorazioni polari, in collaborazione con armatori che fanno parte della Iaato (International Association of Antarctica Tour Operators, iaato.org). In Cile prevede i tour di gruppo Il grande Nord, di dieci giorni, e L’essenziale: Atacama e Patagonia, di 12 giorni, con prezzi da 4.110 €, voli internazionali esclusi.

Dove dormire

1 Hotel Cumbres

Complesso etno-chic con ampi bungalow eleganti, un bel giardino di cactus e tante piccole piscine in una grande Spa. Informarsi della serata con la carne alla parrilla, davvero ottima.

Indirizzo: avenida Las Chilcas, San Pedro de Atacama

Tel. +56.55.28.52.160

Web: cumbressanpedro.com

Prezzi: doppia b&b da 250 a 320 €

2 Hotel Awasi

Servizi esclusivi, come il 4×4 con guida escursionistica dedicato a ciascun ospite. Da non perdere una cena a base di patate e mais coltivati da tempi antichi e pesce del Pacifico. All inclusive con open bar ed escursioni.

Indirizzo: Tocopilla 551, San Pedro de Atacama

Tel. +56.2.22.33.96.41

Web: awasi.com

Prezzi: doppia all inclusive da 692 a 930 € (minimo tre notti)

3 Nayara Alto Atacama

A breve distanza da Pukará di Quitor, struttura con un’architettura sostenibile d’avanguardia. La Puri Spa offre l’esperienza dei bagni andini minerali e l’osservatorio permette un tuffo nel cielo stellato del Sud.

Indirizzo: Camino Pukará, Suchor, San Pedro de Atacama

Tel. +56.2.29.12.39.00.

Web: nayaraaltoatacama.com

Prezzi: doppia all inclusive da 870 a 1.400 €

4 Tierra Atacama Hotel & Spa

Boutique hotel di architettura etica che utilizza colori e texture dei paesaggi circostanti. Elegante design di artigianato locale per immergersi nella cultura di Atacama. La Spa Uma (significa acqua in lingua aymara) ha la piscina con bella vista sul vulcano.

Indirizzo: Las Chilcas, San Pedro de Atacama

Tel. +56.2.64.69.05.18

Web: tierraatacama.com

Prezzi: doppia b&b da 1.647 a 2.000 €

5 Hotel Altiplánico

Costruito con la tecnica locale dell’adobe, con ambienti d’atmosfera. Piscina. A disposizione dei clienti biciclette per girare San Pedro in autonomia.

Indirizzo: Domingo Atienza 282, San Pedro de Atacama

Tel. +56.2.32.24.23.71

Web: altiplanico-hotel-san-pedro-de-atacama.hotelmix.it

Prezzi: doppia b&b da 516 a 617 €

Dove mangiare

6 Baltinache Restaurant

Cucina locale che cambia ogni giorno. Menu di tre portate a prezzo fisso: il consiglio è assaggiare la zuppa di zucca.

Indirizzo: Domingo Atienza 2, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.78.21.48.07

Prezzo medio: 30 €

7 Casa de Piedra Atacameňa

Per chi abbia nostalgia d’Europa, un luogo dove gustare le migliori pizze della regione, ma anche carne alla parrilla, cocktail e una selezione di vini cileni.

Indirizzo: Caracoles 225, San Pedro de Atacama

Tel. +56.55.85.12.71

Web: restaurantcasadepiedra.com

Prezzo medio: 15 €

8 El Diablillo

In tavola vengono servite carni di guanaco e di lama alla griglia, nel locale c’è tanta atmosfera autentica: si ascolta la musica dei gruppi atacameños insieme ai locali.

Indirizzo: Gustavo Le Paige 502, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.40.25.51.40

Web: eldiablillo.cl

Prezzo medio: 20 €

9 Café Rural

Piatti locali che variano ogni giorno, ma anche sandwich giganti e ottimi cocktail. Buon rapporto qualità/prezzo.

Indirizzo: Tocopilla 406/B, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.36.18.45.52

Prezzo medio: 15 €

10 Karaván Restobar

Spirito internazionale: specialità cilene ma anche brasiliane, fusion, wine bar, cocktail. Buoni i ceviche.

Indirizzo: Caracoles 195/B, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.22.25.91.25

Prezzo medio: 25 €

Il ristorante Casa de Piedra Atacameña, con il focolare al centro.

Cosa comprare

11 Yatiri

Bottega di due artisti che realizzano splendide sculture e gioielli affascinanti con il rame e le pietre dure di Atacama.

Indirizzo: Caracoles 360 local 6, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.96.90.24.68

12 Silvana Sutar

È l’atelier di Silvana Martinez Muños, che produce raffinato abbigliamento in alpaca, maglioni, mantelle, cappelli e gioielli.

Indirizzo: Caracoles 205, San Pedro de Atacama

Web: silvanasutar.com

Un ambiente etno-chic dell’hotel Cumbres.

Cosa visitare

13 Rancho la Carreta

Gite in sella per poche ore o qualche giorno nei canyon della Cordillera de La Sal, in compagnia del proprietario Robin Barraza, dei suoi cavalli e dei suoi cani.

Indirizzo: Caracoles 95, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.77.44.01.47

14 Terme di Puritama

A 3.580 metri, sulla strada per i geyser del Tatio, otto vasche naturali dove fare il bagno a 28-30 gradi tutto l’anno. L’acqua è terapeutica per i reumatismi e per la pelle.

Indirizzo: Ruta B-245 km. 28, San Pedro de Atacama

Tel.+56.9.91.24.42.32

Web: termasdepuritama.cl

15 Gustave Le Paige Museum

Dedicato al gesuita Gustave Le Paige, pioniere dell’archeologia nel nord del Cile, conserva le mummie di Atacama, confidenzialmente chiamate “i Nonni”. Non sempre aperto, per visitare i reperti si può prenotare al deposito del museo.

Indirizzo: Tebenquinche, San Pedro de Atacama

Tel. +56.9.40.05.82.63

16 Pueblo Machuca

Minuscolo, pittoresco villaggio atacameños a 4.000 metri di altitudine, situato a 80 chilometri da San Pedro, con una ventina di case in adobe affacciate sulla via principale, che porta alla chiesetta e al centro culturale della comunità. Gli abitanti vendono spiedini di carne di lama e mate di foglie di coca, infuso che è un autentico toccasana per il soroche, il male d’altura.

Web: sanpedroatacama.com

17 Acamarachi W&P

Agenzia locale molto accreditata per tour alla scoperta della fantastica geologia del deserto.

Indirizzo: Caracoles 282/C, San Pedro de Atacama

Per altre informazioni

chile.travel

sanpedroatacama.com

Uno scorcio della Ruta del Desierto di Atacama

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