Dalla “piccola Gerusalemme” al “piccolo mare”. La Francigena da Acquapendente a Bolsena

Il Giubileo 2025 è iniziato. Non sappiamo quanti pellegrini raggiungeranno la basilica di San Pietro a piedi. Sappiamo con certezza, però, che molte tappe della Via Francigena meritano un’escursione di qualche ora o di un giorno. Eccone una nel Lazio L'articolo Dalla “piccola Gerusalemme” al “piccolo mare”. La Francigena da Acquapendente a Bolsena proviene da Montagna.TV.

Mar 10, 2025 - 07:03
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Dalla “piccola Gerusalemme” al “piccolo mare”. La Francigena da Acquapendente a Bolsena

Quante “Gerusalemme” esistono in Italia e nel mondo? L’originale, con la sua storia meravigliosa e drammatica, è una delle capitali religiose e culturali del pianeta. Oltre che per gli ebrei e i cristiani, è sacra per i musulmani, che la chiamano Al Quds e la considerano il terzo luogo di preghiera più importante dopo la Mecca e Medina. Nei secoli, migliaia di pellegrini cristiani sono partiti dall’Europa per visitare Gerusalemme, e quindi i luoghi della passione e della morte di Cristo. Molti hanno percorso l’Italia lungo le due Vie Francigene di oggi (quella del Nord verso Roma, quella del Sud per la Puglia), hanno traversato il Mediterraneo, hanno raggiunto in pace o in armi la loro meta. 

Per altri, che non volevano rischiare la vita o non potevano permettersi il viaggio, re e filantropi di origine borghese hanno fatto costruire delle copie della basilica del Santo Sepolcro, più o meno simili all’originale. Una delle più note attendeva (e attende ancora) i viaggiatori che traversavano le Alpi a San Candido, ai piedi delle Dolomiti di Sesto. Un’altra, altrettanto suggestiva, sorgeva e sorge ad Acquapendente, dove la strada che arriva da Canterbury, dal Gran San Bernardo e da Siena entrava nel territorio della Chiesa.

Inizia qui, accanto alla basilica del Santo Sepolcro, la prima delle nove tappe della Francigena nel Lazio, che consigliamo a chi cerca una camminata primaverile tra le colline vulcaniche della Tuscia, che alternano i pascoli e i campi coltivati ai boschi di querce e agli uliveti.

Alla fine di questa lunga giornata attende un borgo ancora più suggestivo del primo. Parliamo naturalmente di Bolsena, con le torri in pietra vulcanica scura del castello affacciate sulle acque del Lago, il “piccolo mare” di questa parte del Lazio. Prima di rilassarsi con un tuffo, o con una grigliata di pesce, resta da scoprire un’altra chiesa che racconta una storia straordinaria. Nella basilica di Santa Cristina, nel 1263, avvenne un celebre miracolo. Mentre un prete dalla fede traballante stava consacrando l’ostia, da questa iniziò a sgorgare del sangue.   

La tappa della Francigena da Acquapendente a Bolsena, la numero 39 dal Gran San Bernardo, misura quasi 23 chilometri e richiede almeno 6.30 ore di cammino. A chi cerca un impegno minore suggeriamo di seguire solo la seconda metà, da San Lorenzo Nuovo in avanti. La segnaletica della Francigena, che fino a qualche anno fa era carente, è stata resa praticamente ottimale dai soci della Sezione di Viterbo del CAI. I bus di linea del COTRAL (www.cotralspa.it), che percorrono la Via Cassia, consentono di spostarsi in pochi minuti da un centro all’altro.

Da Acquapendente a San Lorenzo Nuovo

Dislivello: +130 m in salita, – 30 m
Sviluppo: 11,6 km
Tempo: 3 ore
Periodi consigliati: primavera e autunno

Dalla Basilica del Santo Sepolcro (388 m), a pochi minuti dalla piazza di Acquapendente, si costeggia brevemente la Via Cassia, si piega a sinistra, e si continua a sinistra (est) della statale, in una zona urbanizzata e poi in aperta campagna.
Dopo un’ora si raggiunge e si traversa la Cassia (435 m), e si continua per strade sterrate, prima alle spalle di una zona industriale e poi in un bel paesaggio agricolo. Un tratto sul marciapiede della statale porta a San Lorenzo Nuovo (493 m, 3 ore), edificata alla fine del Settecento per accogliere gli abitanti dei borghi dei dintorni. Domina la piazza una grande chiesa neoclassica.  

Da San Lorenzo Nuovo a Bolsena

Dislivello: + 110 m in salita, – 290 m
Sviluppo: 12 km
Tempo: 3.30 ore
Periodi consigliati: primavera e autunno

Dalla piazza centrale si segue il marciapiede della Via Cassia affacciandosi sul Lago di Bolsena, poi si segue la segnaletica che riporta nel paese. Un bellissimo sentiero nel bosco, tra massi di roccia vulcanica, porta a una strada sterrata che si segue in comoda salita. Superata una grande cava il paesaggio diventa più dolce, e il lago sembra a portata di mano. Si traversano pascoli e valloni boscosi toccando vari agriturismi, si sosta accanto un piacevole bivio con cartelli, fontanella e panchina, poi si costeggiano delle ville e si sbuca sulla Statale Orvietana. Dalla Rocca Monaldeschi, oggi museo, si scende per le ripide strade selciate del borgo fino al centro di Bolsena (317 m, 3.30 ore). Se si vuole arrivare fino al lago mancano poco più di 500 metri.


Sulle tracce di Sigerico

La Francigena dei camminatori di oggi è figlia di un viaggio di più di mille anni fa. Sigerico o Sigeric, cinque anni dopo essere stato consacrato arcivescovo di Canterbury, partì verso Roma per ricevere l’investitura del Papa. Come migliaia di pellegrini anonimi trascorse 160 giorni sulla strada, viaggiando sul dorso di cavallo o di un mulo, al ritmo lento imposto dai chierici e dai servitori che si spostavano a piedi. Patì il sole e la pioggia, il freddo delle Alpi e il caldo umido della Pianura Padana. Sostò nei palazzi ecclesiastici e in ricoveri modesti. Rischiò di naufragare sulla Manica, di essere rapinato dai fuorilegge, di ammalarsi per la malaria o per altro. A Roma mostrò una straordinaria energia, visitando in un giorno 23 tra chiese e basiliche, tra cui San Giovanni in Laterano dove fu ricevuto da Papa Giovanni XV, poi ripartì senza indugio verso nord. Un personaggio del suo seguito, di cui non conosciamo il nome, ci ha lasciato la descrizione tappa dopo tappa del percorso, che viene seguito anche dai camminatori-pellegrini di oggi. 

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