Androgynus racconta il suo nuovo LP “L’eterno è solo un attimo”: intervista

Dopo un lungo periodo di creazione e riflessione, Androgynus pubblica finalmente il suo nuovo LP, L’eterno è solo un attimo, un progetto ricco di emozioni e sperimentazioni sonore. Il singolo “Grido per te” ne è la perfetta introduzione, un brano che esplora la profondità dell’amore autentico, intrecciando temi di fragilità, perdono e altruismo. In questa […] The post Androgynus racconta il suo nuovo LP “L’eterno è solo un attimo”: intervista appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.

Feb 16, 2025 - 08:36
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Androgynus racconta il suo nuovo LP “L’eterno è solo un attimo”: intervista

Dopo un lungo periodo di creazione e riflessione, Androgynus pubblica finalmente il suo nuovo LP, L’eterno è solo un attimo, un progetto ricco di emozioni e sperimentazioni sonore. Il singolo “Grido per te” ne è la perfetta introduzione, un brano che esplora la profondità dell’amore autentico, intrecciando temi di fragilità, perdono e altruismo.

In questa intervista esclusiva, l’artista ci racconta la genesi dell’album, un viaggio tra incertezze e scelte coraggiose, come il desiderio di coniugare sonorità tradizionali e moderne, e l’importanza di un messaggio potente di connessione umana. Parla anche della realizzazione del videoclip di “Grido per te”, un piccolo capolavoro visivo che dimostra come con pochi mezzi si possano raggiungere risultati straordinari.

Tra riflessioni sulla musica, la creatività e il ruolo dei social media, Androgynus si prepara a vivere una nuova fase della sua carriera, ricca di ispirazioni e progetti che si spingono oltre le frontiere del suono e dell’immaginazione.

Dopo un lungo processo creativo, come ti senti ora che “L’eterno è solo un attimo” è stato finalmente pubblicato? Quali sono stati i momenti più significativi durante la creazione di questo album?
Quando lavori a queste cose artistiche c’è sempre il rischio di essere inconcludente, questo è il secondo LP che chiudo e sono contento di averlo chiuso, nonostante i dubbi, le incertezze e le cose che potevano essere fatte meglio.
I momenti significativi sono stati quando ho saputo di aver vinto il finanziamento che ha reso possibile tutto ciò, quando abbiamo avuto la possibilità di avere uno studio tutto per noi per quasi un mese, ma soprattutto l’energia che si creava nei momenti in cui nascevano le idee o riuscivo a chiudere le canzoni!

“Grido per te” esplora tematiche profonde sull’amore autentico e universale. Qual è stato il tuo principale intento nel trasmettere questo messaggio attraverso la musica e il videoclip?
L’amore è una parola molto più ampia di quello che può sembrare, però posso dire che a volte amare include ammettere le proprie colpe, chiedere scusa, mettersi nella posizione di imparare dai propri errori, essere gentili o altruisti con qualcuno, dedicarsi a qualcosa senza pensare al proprio tornaconto, è questo che volevamo esprimere con il testo: “Grido per te e per tutti quelli che si vogliono bene”.
Quando ci si mostra aperti, fragili, disponibili si dà agli altri la possibilità di ferirti, certamente, ma se si è abbastanza forti si scopre che quello che possono ferire è solo il tuo orgoglio.
In pratica amare ti porta anche ad essere più forte, ad avere un certo distacco amorevole, che non ti allontana dagli altri ma ti avvicina molto.

Il videoclip di “Grido per te” è stato descritto come una fusione di ombre proiettate e riprese spaziali, offrendo una visione unica e artistica. Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di questo visivamente intrigante video?
Il video è un piccolo viaggio spaziale composto da ombre cinesi, una piccola luce tonda colorata, qualche strumento musicale e il mio cellulare per riprendere tutto.
Questo video è la dimostrazione che con zero budget si può creare un buon contenuto visivo, se si ha le idee chiare e qualche nozione di editing video, tra l’altro mi sono anche dimenticato di mettere il 4k sulle impostazione della camera del cellulare, se lo avessi fatto il risultato sarebbe stato anche migliore di così!

Hai menzionato l’uso di strumenti tradizionali come il violino e amplificatori vintage nel tuo nuovo album. Come queste scelte strumentali hanno contribuito a definire il sound di “L’eterno è solo un attimo”?
Abbiamo usato un organo Farfisa Louvre che insieme ad altri strumenti elettronici più recenti è stato trattato attraverso amplificatori vintage come il Davoli e il Vox, per evitare la “freddezza” di un processamento del suono digitale.
Essenzialmente questi suoni impastati un po’ retrò danno un sapore molto organico al progetto ed era esattamente quello a cui puntavo, anche con la scelta di registrare le batteria acustiche, il basso elettrico, la chitarra elettrica etc. etc.

La tua musica è spesso descritta come una combinazione di tradizione e innovazione. Qual è stato il bilanciamento ideale che hai cercato di raggiungere tra queste due dimensioni nel processo creativo di questo album?
Per scrivere una canzone di solito si fa in due modi: o chitarra/piano e voce oppure attraverso una DAW (un programma musicale) nel quale puoi registrare, improvvisare e modificare migliaia di suoni.
Io uso entrambi questi metodi, ed è una cosa normale, lo fanno tutti, specialmente quando uno dei due metodi ti sta portando ad un blocco creativo.
Certamente in fase di arrangiamento la DAW è insostituibile, ad esempio scrivo tutte le parti di orchestra facendole suonare a dei VST (strumenti virtuali) del programma, li modifico finché non mi convincono e poi ne faccio una parte o li leggo direttamente dal midi per registrarli con gli strumenti acustici!
Però la stessa DAW in fase di scrittura mi può impigrire e portare a sedimentare delle idee che non sono giuste troppo presto.
Non c’è una reale differenza tra innovazione e tradizione, ogni strumento ha il suo scopo, in fondo anche un violino è uno strumento tecnologico, e penso che d’ora in poi userò sempre di più l’AI per vari scopi creativi!

In un’epoca in cui la musica è sempre più influenzata dalla tecnologia e dai social media, come gestisci il tuo rapporto con questi strumenti nel promuovere il tuo lavoro? Ti senti più a tuo agio con la dimensione live o preferisci concentrare le tue energie su altre forme di espressione, come la composizione o la regia dei videoclip?
Sono estremamente affascinato dall’intimità dello studio, tanto che nei periodi in cui non riesco a suonare dal vivo non mi manca affatto, però devo dire che suonare dal vivo dona qualcosa in più che a casa non puoi avere, ed è l’energia che si crea quando più persone stanno creando con l’immaginazione lo stesso sogno!
Che dire dei social, io penso che siamo arrivati a dei livelli insostenibili, c’è chi ormai campa su queste cose e magari riesce ad averne un certo distacco, ma per me è un imbuto dell’attenzione un po’ pericoloso e cerco di evitare di scrollare in maniera passiva.
Mi sento anche un po’ in colpa a catturare l’attenzione dei miei fan per farle rimanere incollate su queste piattaforme mentre magari potrebbero uscire a fare una passeggiata, pensare ai loro progetti, o semplicemente riposarsi.

Con l’uscita de “L’eterno è solo un attimo” e il supporto ricevuto dal MiC e dalla SIAE, quali direzioni pensi di intraprendere nei prossimi mesi? Ci sono aspetti della tua carriera o nuovi progetti che ti stimolano particolarmente in questa fase?
All’inizio credevo ingenuamente che questo disco sarebbe esploso tutto insieme come un ordigno, in realtà è più come un aeroplano che decolla piano piano, nei prossimi mesi continuerò a seguire la sua crescita in modo che piano piano venga scoperto e compreso da chi ancora non mi conosce, però sono già proiettato verso le nuove canzoni! Vorrei approfondire altre tematiche come la fisica quantistica, l’alchimia simbolica, allargare il mio immaginario, capire meglio qual è la mia ispirazione originaria e i capolavori del passato e i risultati di questa ricerca vorrei fossero un lavoro più bello del precedente, chissà se ci riuscirò!

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