Vuoi lavorare in un rifugio? Ecco a chi rivolgerti

Non solo poesia, l’esperienza è impegnativa. Ma per chi ama la montagna lavorare almeno una stagione nei rifugi in quota è un’idea da prendere in considerazione L'articolo Vuoi lavorare in un rifugio? Ecco a chi rivolgerti proviene da Montagna.TV.

Mar 7, 2025 - 12:29
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Vuoi lavorare in un rifugio? Ecco a chi rivolgerti

Cercasi aiuto cuoco, lavapiatti, tuttofare. La proposta, vista così, non sembra particolarmente allettante, difficilmente quel posto di lavoro sarà un trampolino di lancio per chissà quali carriere professionali e anche la retribuzione non permette grandi sogni. Per di più la sede di lavoro è scomoda, lontanissima dai tradizionali luoghi di svago e addirittura raggiungibile solo dopo una lunga camminata più o meno lunga. Giriamo pagina? Meglio di no.

Annunci di questo tenore in queste settimane sono frequenti, i rifugi alpini sono alla ricerca di personale per completare gli staff in vista della stagione estiva. Quindi la proposta iniziale assume tutto un altro aspetto. Per molti, soprattutto giovani, la prospettiva di lavorare in un rifugio, almeno per un breve periodo è intrigante. Almeno sulla carta. Già perché solo una volta entrati in servizio si tocca con mano una realtà professionale che non è esattamente quella descritta da certa pubblicistica romantica, molto in voga, che esalta il bello di lavorare nella natura in luoghi meravigliosi, circondati dalla natura. Lassù si fatica, si deve convivere con un numero ristretto di colleghi in spazi limitati, i disagi non mancano. E se insorgono problemi la convivenza diventa faticosa. Non mancano, anzi sono molti, i lati positivi. La sede di lavoro innanzitutto, l’incontro continuo con  persone – colleghi o clienti – con i quali si condivide l’amore per la montagna, la possibilità di sfruttare le ore libere sdraiandosi su un prato o incamminandosi su qualche sentiero in partenza proprio dalla sede di lavoro. E, ancora, albe e tramonti speciali, tante ore di silenzio, aria leggera, tanta bellezza. Gli stipendi poi non sono così male, o almeno non inferiori di quelli che si percepirebbero a fondovalle.

La proposta di lavoro arriva dal web

Ok, proviamoci. Ma a chi rivolgersi per avere un quadro il più possibile ampio e aggiornato delle offerte di lavoro in quota? Manco a dirlo viene in aiuto il web. Alcune associazioni territoriali di rifugisti dedicano pagine dei propri siti alle inserzioni.

Succede in Lombardia dove cercano personale, tra gli  altri, il Rifugio Azzoni (accanto alla vetta del Resegone), il Tita Secchi, posto ai piedi del Cornone di Blumone o il Rifugio Carate in Valmalenco (SO).  Anche il sito dei gestori dei rifugi del Piemonte mostra diverse opportunità, tra cui quella del Rifugio Guido Rey in Alta Val Susa (TO). Sul sito della SAT in Trentino si possono invece consultare le inserzioni del Rifugio Pellier e del rifugio Bocca di Trat-N. Pernici. Ha orizzonti più ampi la sezione del sito del CAI Lugo che ospita gli annunci dei rifugi senza limiti territoriali: tra le ricerche di personale che si notano nella prima pagina ci sono tra le altre quelle del Rifugio Bonatti a Courmayeur (AO), del Rifugio De Gasperi in Val Pesarina (UD) o del Rifugio Puez (BZ). Infine, anche la start up Mountbnb dedica sul suo sito ampio spazio alle offerte dei gestori dei rifugi senza limiti geografici: tra le più recenti ci sono quelle del Rifugio Biella nel territorio di Cortina d’Ampezzo (BL) e del Rifugio Graffer a Madonna di Campiglio (TN).

Gli interessati si affrettino, ma non perdano le speranze se il rifugio dei desideri ha già risolto il problema: altre richieste potrebbero essere pubblicate già nelle prossime settimane.

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