Volevo essere un duro, Lucio Corsi: testo e significato della canzone di Sanremo 2025 (video)
Testo e significato di "Volevo essere un duro" di Lucio Corsi, canzone di Sanremo 2025 sul desiderio di essere qualcun altro, qualcuno di forte e invincibile ma alla fine va bene come è.

Lucio Corsi parteciperà alla 75esima edizione del Festival di Sanremo (11-15 febbraio 2024), in gara per la prima volta con “Volevo essere un duro“.
Cantautore toscano, Lucio riesce a rendere armonioso il rock d’autore e le sonorità folk insieme, trasformando le sue atmosfere surreali in poesia e legando un mondo a tratti grottesco ad una struttura musicalmente ricchissima.
Il 12 novembre ha pubblicato il suo nuovo singolo “Tu sei il mattino” (Sugar Music), disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali. Scritto da Lucio Corsi e prodotto da Lucio Corsi, Tommaso Ottomano e Antonio Cooper Cupertino, il brano è il ricordo dolce e sognante del primo amore dal punto di vista di chi, ormai cresciuto, si ritrova a pensare al passato con malinconia.
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Il testo di Volevo essere un duro di Lucio Corsi
Leggi il testo di Volevo essere un duro di Lucio Corsi.
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio
Il significato della canzone Volevo essere un duro di Lucio Corsi
Il brano “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi riflette sul desiderio di essere qualcun altro, qualcuno di forte e invincibile, ma che alla fine si scontra con la realtà della propria fragilità e autenticità.
Il protagonista immagina di essere un personaggio duro, indifferente al futuro, quasi un eroe o un anti-eroe (“Un robot, un lottatore di sumo, uno spaccino in fuga da un cane lupo”), qualcuno che incarna stereotipi di forza e ribellione. Tuttavia, ammette subito di non esserlo affatto: ha paura del buio, non sa combattere e, quando lo fa, finisce per prenderle (“Se faccio a botte le prendo, così mi truccano gli occhi di nero“).
La vita, secondo ciò che gli diceva la madre, dovrebbe essere “un gioco da ragazzi”, ma lui si rende conto che per chi è normale e non ha particolari privilegi (“Per quelli normali, che hanno poco amore intorno o troppo sole negli occhiali”) il mondo può essere molto più duro di quanto sembri.
Man mano che la canzone procede, si fa più chiaro che il protagonista sta facendo i conti con la sua identità: voleva essere un duro, ma si ritrova a essere solo se stesso, Lucio, con le sue paure e debolezze. I girasoli con gli occhiali, simbolo di una saggezza surreale, gli ricordano di stare attento alla luce, e lui capisce che non si può sfuggire alle proprie paure perché la vita non è un’illusione perfetta (“Le lune senza buche sono fregature”).
Alla fine, il brano si chiude con un’accettazione: non è un duro, non è un eroe, ma è semplicemente se stesso. E forse, alla fine, va bene così.