The Brutalist: tre premi Oscar e il problema delle cave delle Apuane
Il film diretto da Brady Corbet è in parte ambientato nei siti estrattivi di Carrara. E, senza volerlo, porta all’attenzione planetaria lo scempio della catena montuosa toscana L'articolo The Brutalist: tre premi Oscar e il problema delle cave delle Apuane proviene da Montagna.TV.

The Brutalist è un bel film. Non per caso la scorsa notte la pellicola diretta da Brady Corbet ha vinto tre premi Oscar: per il miglior attore protagonista (Adrien Brody), per la colonna sonora (Daniel Blumberg) e per la fotografia (Lol Crawley).
Il film, come noto, è stato in parte girato a Carrara e dintorni dedicando ampio spazio alle cave di marmo. Immagini meravigliose (da cui il riconoscimento per la fotografia) che ottengono lo scopo di mostrare al modo intero la bellezza della zona e raccontano la storia delle cave con la loro importanza per l’arte e l’architettura. Quante volte, per esempio, ci siamo sentiti ripetete il ritornello della “cave di Michelangelo”?
La valorizzazione di un territorio attraverso il cinema è cosa buona e giusta, e bene ha fatto il Comune di Carrara a diffondere quasi in tempo reale comunicati che esaltano lo stretto rapporto tra cave, arte e territorio. Nessuna parola però sullo scempio ambientale che continua a perpetrarsi, giorno dopo giorno, sulla catena montuosa a ridosso delle coste della Versilia e neppure sulle conseguenze sulla salute di chi nelle cave ci lavora e dei residenti, i quali subiscono le conseguenze dell’insidiosa “marmettola” (la polvere prodotta dall’estrazione e dalla lavorazione del marmo) che penetra nel terreno fino alle falde acquifere.
Ci sta, ognuno fa il suo mestiere, e in fondo anche noi rimaniamo meravigliati visitando per la prima volta una cava di marmo. Uno stupore che però non deve far passare in secondo piano il resto, che deve essere vissuto con consapevolezza. Quanti di noi sanno che l’80% del marmo estratto dalla Cava di Bettogli a Carrara, quella immortalata da The Brutalist, viene utilizzato per l’industria del carbonato di calcio, ovvero letteralmente ridotto in polvere? Una percentuale simile si riscontra nelle altre cave apuane. Altro che cave di Michelangelo, forse sarebbe più corretto abbinarle agli sbiancanti per dentifrici.
Contro la devastazione delle Apuane si battono da anno agguerrite associazioni ambientalistiche ottenendo risultati importanti ma mai decisivi. Troppi sono gli interessi economici in gioco. Così Carrara si barcamena tra il titolo di Città creativa Unesco, le battaglie dei residenti a tutela del proprio territorio e della propria salute e l’indubbio riscontro occupazionale. The Brutalist tutto questo non lo racconta, ma non è lo scopo del film. Che, comunque, ha anche il merito sebbene probabilmente non voluto di portare alla ribalta planetaria un problema ambientale. Non di poco conto.
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