Sanità o lusso? Il caso Rosa Chemical e il body scan da 2500 euro
Rosa Chemical sponsorizza esame medico privato Rosa Chemical, il rapper noto per la sua estetica provocatoria e il suo approccio senza filtri (ricordiamo tutti il “siparietto” sanremese 2023), ha recentemente pubblicato delle storie su Instagram promuovendo un servizio di body scan a pagamento offerto dall’Ospedale San Raffaele di Milano. Ciò che ha fatto discutere, oltre […] L'articolo Sanità o lusso? Il caso Rosa Chemical e il body scan da 2500 euro proviene da All Music Italia.

Rosa Chemical sponsorizza esame medico privato
Rosa Chemical, il rapper noto per la sua estetica provocatoria e il suo approccio senza filtri (ricordiamo tutti il “siparietto” sanremese 2023), ha recentemente pubblicato delle storie su Instagram promuovendo un servizio di body scan a pagamento offerto dall’Ospedale San Raffaele di Milano.
Ciò che ha fatto discutere, oltre alla natura del servizio, è il fatto che sulle storie compare la dicitura “adv”, indicando che si tratta di una sponsorizzazione e non di una semplice condivisione personale.
Il costo dell’esame? 2500 euro. Non è nuovo questo sistema di pubblicità e anche Sferaebasta aveva fatto lo stesso tipo di pubblicità qualche anno fa.
Una cifra decisamente non alla portata di tutti, che riaccende il dibattito sulla sanità come diritto universale vs. sanità come privilegio per chi può permettersela.
In un paese in cui la Costituzione garantisce il diritto alla salute per tutti, è eticamente accettabile che un personaggio pubblico promuova servizi sanitari così esclusivi?
Il diritto alla salute secondo la Costituzione
L’articolo 32 della Costituzione italiana sancisce con chiarezza:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Questo principio stabilisce che la salute non deve essere un lusso riservato a pochi, ma un diritto accessibile a tutti. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) esiste proprio per assicurare che cure e prevenzione siano disponibili indipendentemente dalle condizioni economiche di una persona.
Tuttavia, la realtà è diversa. Le liste d’attesa interminabili e la carenza di fondi nel sistema pubblico portano sempre più persone a cercare soluzioni nel privato. E qui entra in gioco il problema. Se il sistema pubblico non riesce a garantire un servizio simile o lo offre con tempi insostenibili, il settore privato diventa l’unica opzione per chi ha le risorse economiche. Ma chi non può permetterselo?
Un body scan da 2500 euro: medicina o lusso?
Il body scan pubblicizzato da Rosa Chemical promette un controllo approfondito dello stato di salute, basato su tecnologie avanzate. Se da un lato può essere un servizio utile per la diagnosi precoce, dall’altro si pone una domanda fondamentale: si tratta di prevenzione accessibile o di un lusso per pochi?
Se il pubblico non offre alternative accessibili, questo tipo di servizi rischia di dividere la sanità in due classi: una per chi può pagare e un’altra per chi è costretto ad aspettare.
Il caso di Rosa Chemical solleva anche un tema più ampio: il ruolo degli influencer nella sanità. Un personaggio pubblico che pubblicizza un paio di scarpe costose sta semplicemente promuovendo uno status symbol, ma quando si tratta di salute, il discorso cambia radicalmente.
Quanto è trasparente questa pubblicità? Se un servizio medico viene promosso come un qualsiasi altro prodotto, i follower hanno gli strumenti per valutarne realmente il valore?
Cosa succede alla percezione della prevenzione? Si rischia di normalizzare l’idea che per prendersi cura della propria salute bisogna avere migliaia di euro da spendere.
Quali sono i criteri con cui questi servizi vengono scelti per la promozione? Se un ospedale può permettersi di pagare un influencer per sponsorizzare un check-up da 2500 euro, perché il sistema pubblico non può investire per migliorare l’accesso agli stessi servizi?
L’episodio delle storie sponsorizzate di Rosa Chemical non è solo una questione di marketing. Purtroppo è il segnale di una sanità sempre più divisa. Chi può permettersi la prevenzione avanzata e chi deve sperare di non ammalarsi troppo presto.
Gli influencer e i personaggi pubblici hanno il diritto di fare pubblicità, ma anche la responsabilità di scegliere con attenzione i prodotti e i servizi che promuovono. La salute non è un paio di sneakers alla moda. E non dovrebbe mai diventare un lusso riservato a pochi.
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