Ripensare i luoghi integrando politiche economiche, sociali e di marketing
Non tutte le destinazioni sono fruibili appieno nei periodi di spalla ma, eccezioni a parte, molto si può fare attivando sui territori offerte esperienziali diversificate. Ne abbiamo parlato con Matteo Montebelli, responsabile Area Ricerche e Pubblicazioni Centro Studi Tci, in Bit, dove è stato relatore al panel dal titolo Distribuire e destagionalizzare. L’overtourism si batte ... L'articolo Ripensare i luoghi integrando politiche economiche, sociali e di marketing proviene da GuidaViaggi.

Non tutte le destinazioni sono fruibili appieno nei periodi di spalla ma, eccezioni a parte, molto si può fare attivando sui territori offerte esperienziali diversificate. Ne abbiamo parlato con Matteo Montebelli, responsabile Area Ricerche e Pubblicazioni Centro Studi Tci, in Bit, dove è stato relatore al panel dal titolo Distribuire e destagionalizzare. L’overtourism si batte così.
Gv: Quali le problematiche della monocultura turistica in termini di tempi e luoghi?
“La principale è legata all’overtourism/overcrowding che possiamo riscontrare ormai in tante destinazioni in Italia e all’estero. Ci sono diversi fattori di contesto che possono agevolare questa situazione. Li analizzo per punti, alla luce anche delle nostre ricerche. La crescita dei flussi turistici, in primis. A livello mondiale tra 2000 e 2019 gli arrivi internazionali sono aumentati del 120% e l’UN Tourism ha annunciato che il 2024 ha segnato il recupero sul 2019 (un miliardo di arrivo in quattro anni). Anche da noi la situazione è simile: oggi si registrano 447 milioni di presenze totali, in aumento del 32% (+67% straniere e +7% italiane) dal 2000. La stagionalità dei flussi: in Italia il 47% delle presenze annuali si concentra nel trimestre giugno-agosto, con un’accentuazione anche maggiore per le destinazioni balneari. Pur trattandosi di una percentuale in lieve calo rispetto agli anni precedenti, le presenze nel trimestre giugno-agosto sono aumentate del 21% tra il 2000 e il 2023. La concentrazione spaziale: i primi dieci Comuni più turistici attirano quasi un quarto (23%, pari a 105 milioni) delle presenze totali nel Paese e si trovano soprattutto al Nord, con l’eccezione di Roma e Firenze (dati Istat). In tante destinazioni, poi, i turisti si concentrano in aree specifiche, contribuendo alla congestione. La veloce crescita delle ricettività extralberghiera, trainata dagli affitti brevi: nonostante i dati ufficiali non registrino il fenomeno degli affitti tra privati, si evidenzia comunque una crescita delle presenze extralberghiere del 63% tra il 2000 e il 2023. A oggi, l’incidenza dell’extralberghiero sulle presenze totali è del 38% (era il 31% nel 2000). Negli ultimi anni sono cresciute soprattutto le presenze nei B&B, negli agriturismi e negli alloggi in affitto, gestiti in forma imprenditoriale, mentre nel settore alberghiero crescono solo negli hotel 4 e 5 stelle. Le altre categorie sono in calo”.
Gv: Su chi ricade la responsabilità? Il turista/visitatore deve fare la sua parte? E il contingentamento serve?
“L’overtourism/overcrowding riguarda evidentemente sia domanda sia offerta. Per la domanda, sappiamo da una recente indagine dell’European Travel Commission (Long-Haul Travel Barometer, febbraio 2025, condotta su un campione di 7mila intervistati in Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Brasile, Canada e Usa) che “visitare gli attrattori più noti” (40%) è la seconda cosa che conta di più (in crescita sul 2024) dopo la “sicurezza della visita” (45%) per i potenziali turisti di lungo raggio che potrebbero venire in Europa
D’altra parte però, da una rilevazione Ipsos presentata per le celebrazioni dei 130 anni del Touring, emerge che gli italiani sono consapevoli degli impatti negativi dell’overtourism, soprattutto su popolazione residente (51%), sulla conflittualità tra turisti e residenti (40%), sull’esperienza di viaggio (39%), sugli ecosistemi (38%)
Per questo, una quota sempre più consistente dell’opinione pubblica (era il 52% nel 2016, è il 59% nel 2024) condivide la necessità di adottare provvedimenti, aspetto confermato anche da alcune rilevazioni sulla community Tci di questi anni, l’ultima sulle Cinque Terre. Occorre dunque lavorare su questa consapevolezza diffondendo una cultura del turismo responsabile, che in sintesi significa che regole comportamentali e limitazioni sono il presupposto per rispettare i territori ma anche per una migliore esperienza di turismo“.
Gv: Come agire, secondo il Touring?
“Per contrastare lo squilibrio tra numero di posti letto in una destinazione e numero di residenti che può produrre conseguenze sull’ambiente in termini di inquinamento e degrado, sull’economia e sulla società, per esempio nello svuotamento dei centri storici, è necessario ripensare i luoghi, al di là del turismo integrando politiche fiscali, economiche, sociali, di marketing e di progettazione urbana. Per l’overcrowding, ovvero il sovraffollamento temporaneo e localizzato non sempre imputabile ai turisti ma anche ai visitatori giornalieri, il contingentamento degli accessi può essere una soluzione. Va però spiegata come garanzia per un’esperienza di visita migliore e di rispetto per i territori e, soprattutto laddove ciò comporti anche il pagamento di un ticket, l’informazione sulla destinazione dei ricavi. Gli esempi ormai sono tanti: dalla Via dell’Amore alle Cinque Terre alla Fontana di Trevi a Roma, dal Lago di Braies alle spiagge sarde fino alla baia di Portonovo nelle Marche. Altre sono in progettazione come la ztl territoriale sulla Costiera Amalfitana o anche solo auspicati come la recente richiesta di alcuni comuni della Val Pusteria di incrementare le limitazioni di accesso verso le Tre Cime di Lavaredo, oggi meta di 13-14mila turisti al giorno d’estate”. pol
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