Olly e la normalizzazione del successo

E alla fine arriva…Olly. Sí, il giovane ragazzo genovese è salito con stupore sul gradino più alto di Sanremo 2025, grazie a una ballad coerente alla normalizzazione messa in campo da Carlo Conti. Ma quel che ci resta a distanza di qualche giorno, è la storia di un ragazzo normale che, senza aver bussato alle […] The post Olly e la normalizzazione del successo appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.

Feb 18, 2025 - 09:19
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Olly e la normalizzazione del successo

E alla fine arriva…Olly. Sí, il giovane ragazzo genovese è salito con stupore sul gradino più alto di Sanremo 2025, grazie a una ballad coerente alla normalizzazione messa in campo da Carlo Conti. Ma quel che ci resta a distanza di qualche giorno, è la storia di un ragazzo normale che, senza aver bussato alle porte dei talent, ha prima osato la strada young del Festival nel 2023, per poi lanciarsi sul campo verde dell’Ariston, senza mai guardarsi le spalle. Un atteggiamento tipico del suo sport, il rugby, che in un certo senso racchiude iconicamente la sua corsa verso la (prima) meta, cosí impensabile dai molti ma così veloce e giusta per i presunti “pochi” che lo hanno adottato come colonna sonora della loro vita.

Alle origini di Olly

Infatti Olly – anagraficamente Federico Olivieri- è un nome che affonda le radici su quel segmento giovanile tanto agognato dal servizio pubblico, figlio di un uso “positivo” dei social, capaci di dare il giusto booster anche a contenuti semplici, senza troppi vezzi. Le sue canzoni infatti non denunciano la società, tantomeno bramano o ostentano il potere, ma vertono principalmente sull’amore in una chiave volutamente romantica e tragica.

“Balorda nostalgia” ne è la sintesi perfetta e seppure possa peccare di originalità e di virtuosismi vocali, piace proprio perché il Paese è abituato a drammatizzare sulle storie d’amore e si abitua facilmente ad alcuni “giri” musicali. Uno schema melodicamente giá segnato di recente dallo stesso Alfa in “Filo rosso” – con cui condivide evidenti somiglianze stilistiche – ma che ha il pregio di far immedesimare tutti in quella quotidianitá spicciola, quando ormai è agli sgoccioli, o peggio, è proprio svanita.

Ma come si puó raccontare con schiettezza la propria realtà? Quando abbiamo la libertá di fare quello che vogliamo e qualcuno che ci fa essere noi stessi. Olly infatti rivendica quell’indipendenza donata dai genitori e quella fanbase che lo ha inseguito per tutti i club nel 2024, capace di donargli il bene piú prezioso: l’autostima. E’ solo grazie a questo sentimento interiore, crocevia di quel “senso nella vita” che colpisce ognuno, che Federico ha accettato la sfida e si è fiondato in questo Festival, senza mai peccare di umiltà, anzi.

La dimostrazione si trova proprio ora per l’eventuale approdo all’Eurovision, dal momento che si scontra con gli impegni concomitanti dei suoi live giá andati da mesi soldi out. Un dilemma morale che fa di lui ancora una volta l’artigiano che lavora pezzi per tutti, e non per il migliore offerente.

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