Come cambiano le nostre abitudini musicali con il passare del tempo?
Le nostre abitudini e gusti musicali possono evolvere di pari passo con l’età? Un’analisi su come i gusti musicali di giovani ed adulti possano evolvere in funzione delle proprie vite e abitudini quotidiane. Come cambia il nostro modo di ascoltare musica nel tempo? Questa è l’interessante domanda che si è posto Daniel Parris nella sua […] L'articolo Come cambiano le nostre abitudini musicali con il passare del tempo? sembra essere il primo su Parkett.

Le nostre abitudini e gusti musicali possono evolvere di pari passo con l’età? Un’analisi su come i gusti musicali di giovani ed adulti possano evolvere in funzione delle proprie vite e abitudini quotidiane.
Come cambia il nostro modo di ascoltare musica nel tempo? Questa è l’interessante domanda che si è posto Daniel Parris nella sua riflessione su statsignificant.com
L’autore ripercorre per un attimo la sua routine quotidiana: ogni giorno va lavoro con la sua playlist preferita, cliccando play su canzoni come “Welcome to the Black Parade” dei My Chemical Romance o “Dancing in the Dark” di Bruce Springsteen per poi riascoltare le stesse tracce una volta finita la sua giornata lavorativa. Anche se, ogni tanto, il suo stesso orecchio si ribella in cerca di novità o ispirazioni attraverso una nuova piattaforma di streaming o nuove playlist.
Esiste un termine in inglese che rappresenta questa situazione, “open-eardness”, ovvero la capacità o predisposizione del nostro orecchio ad ‘aprirsi’ verso nuove sonorità. Questo fenomeno ha uno sviluppo con la nostra crescita nel corso dell’adolescenza raggiungendo un picco ai 13 e 14 anni (rispettivamente per femmine e maschi come illustrato nel grafico in basso) per poi decadere lentamente e costantemente con il passare degli anni.
La nostra relazione con la musica evolve insieme al declino della “open-eardness”. Quindi, quali sono gli aspetti e le abitudini che influenzano le nostre modalità di ascolto?
Per iniziare, l’autore ha condotto un esperimento per validare la sua tesi iniziale. Collegandosi ad AccuRadio, un servizio radio che offre migliaia di canali musicali totalmente personalizzabili, andando ad analizzare i dati su ‘skip’ and ‘play’ in base all’età dell’ascoltatore. Il primo risultato scalza subito la prima ipotesi: mentre Parris aspettava un mondo ‘hardcore’ di GenX o Baby Boomers o Millennial che si oppongono a nuovi suoni, sono i più giovani a ‘skippare’ maggiormente.
Siamo in un mondo al contrario, in cui i giovani sono più chiusi mentalmente e i vecchi no? No! Quando siamo giovani, siamo costantemente alla ricerca di nuovi suoni e nuove esperienze, ma quando invecchiamo troviamo comfort e soddisfazione nell’ascolto della musica che conosciamo da anni.
Scendendo di un livello, l’analisi approfondisce anche la quantità di tempo che le diverse fasce d’età trascorrono ogni settimana ascoltando musica. Si scopre che gli individui di mezza età – che spesso si destreggiano tra lavoro a tempo pieno, vita familiare e altre responsabilità – tendono ad ascoltare in media più musica rispetto agli ascoltatori più giovani. Sebbene i più giovani possano avere più tempo libero per scoprire la musica, trascorrono anche tempo in varie altre attività che non coinvolgono necessariamente la musica, come socializzare, giocare ai videogiochi o dedicarsi ad altre forme di intrattenimento.
Gli ascoltatori agée, invece, integrano la musica nella loro routine in modo pratico. Ad esempio, la musica viene spesso utilizzata per aiutare le persone a concentrarsi mentre si spostano, lavorano o completano le faccende domestiche. In questa fase della vita, la musica gioca un ruolo essenziale nella produttività quotidiana e nella concentrazione mentale, il che potrebbe spiegare perché gli adulti di questa fascia di età ascoltano più musica su base settimanale.
La musica viene spesso utilizzata come strumento di sottofondo per concentrarsi o creare un’atmosfera particolare durante il lavoro o le attività domestiche. Questo aumento dell’ascolto può essere ulteriormente attribuito all’aumento dello streaming di musica di sottofondo, con piattaforme come Spotify che consentono agli utenti di ascoltare brani in streaming continuamente mentre lavorano o durante gli spostamenti.
Anche i servizi di streaming svolgono un ruolo significativo nel plasmare le moderne abitudini musicali. Servizi come Spotify e Apple Music hanno trasformato il modo in cui le persone scoprono e consumano la musica.
Per gli ascoltatori più giovani, queste piattaforme rappresentano il metodo principale per accedere alla musica, rendendo più semplice la sperimentazione di nuovi generi e artisti. Le piattaforme di streaming offrono playlist personalizzate e suggerimenti curati in base al comportamento di ascolto passato, che aiutano gli utenti a scoprire musica che altrimenti non avrebbero incontrato.
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Tuttavia, per le generazioni più adulte, queste stesse piattaforme vengono utilizzate in modo diverso. Questa fetta di ascoltatori spesso si affida ai servizi di streaming per accedere a musica nostalgica, rivisitare le canzoni che ascoltavano da giovani o trovare artisti familiari. In questo contesto i servizi di streaming offrono comunque un facile accesso a vaste librerie di musica passata, il che rappresenta un’attrazione significativa per coloro con gusti più consolidati.
In conclusione la musica è una parte fondamentale dell’identità culturale e personale, soprattutto nei giovani. Gli ascoltatori più giovani usano la musica come un modo per esprimersi e connettersi con gli altri. Spesso è uno strumento per modellare la propria identità, sia attraverso la ricerca di sottoculture, la partecipazione a concerti o l’uso della musica per legare con gli amici.
Al contrario, man mano che le persone invecchiano, il loro rapporto con la musica può spostarsi dalla formazione dell’identità a un ruolo più funzionale, dove la musica serve ad aiutare la concentrazione, il rilassamento o anche la nostalgia.
Nonostante questo cambiamento, la musica rimane una parte essenziale della vita delle persone di ogni età. Il legame emotivo che le persone hanno con la musica persiste man mano che invecchiano, anche se cambia il modo in cui interagiscono con essa. Man mano che le persone invecchiano, la musica continua a offrire conforto emotivo, a fare da sfondo alle loro attività quotidiane e ad aiutarle a mantenere una connessione con le loro esperienze passate.
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