“Strade Bianche: Un Viaggio Epico tra Storia, Fatica e Bellezza

Le strade bianche sono un’icona per gli appassionati delle due ruote, tanto per i professionisti quanto per chi pedala per pura passione. Gli elementi che lo rendono unico non mancano: niente salite proibitive, ma numerosi strappi impegnativi, soprattutto lungo i 63 chilometri di sterrati suddivisi in 11 settori, ricoperti di ghiaia bianca, vero tratto distintivo […] L'articolo “Strade Bianche: Un Viaggio Epico tra Storia, Fatica e Bellezza proviene da Viaggi in Bici.

Feb 13, 2025 - 10:28
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“Strade Bianche: Un Viaggio Epico tra Storia, Fatica e Bellezza

Le strade bianche sono un’icona per gli appassionati delle due ruote, tanto per i professionisti quanto per chi pedala per pura passione. Gli elementi che lo rendono unico non mancano: niente salite proibitive, ma numerosi strappi impegnativi, soprattutto lungo i 63 chilometri di sterrati suddivisi in 11 settori, ricoperti di ghiaia bianca, vero tratto distintivo della corsa. Il fondo è curato, ma le vibrazioni che risalgono dalle ruote fino alle braccia rievocano la fatica del ciclismo d’altri tempi, quando l’asfalto non offriva facili scorciatoie verso la gloria.

Le strade bianche
Pelotons ride during the 2016 Strade Bianche from Siena’s Fortezza Medicea to Siena’s Piazza del Campo, Italy, 5 March 2016. Strade Bianche is a 176km road race containing seven sectors of white gravel roads. ANSA/CLAUDIO PERI

Il contesto, però, ripaga ogni sforzo: un mix perfetto di arte, cultura ed eccellenze enogastronomiche. L’unico rischio? Essere tentati di scendere dalla sella per immergersi nelle meraviglie di un territorio senza eguali. Il cuore pulsante della competizione è la città delle 17 Contrade, con partenza dalla Fortezza Medicea e arrivo nella suggestiva cornice di Piazza del Campo. Siena, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1995, conserva un’anima medievale intatta, come sospesa nel tempo. Ma non c’è troppo spazio per la contemplazione: dopo pochi chilometri di asfalto, la città è già alle spalle.

Il primo tratto sterrato arriva dopo 18 km: un lungo rettilineo in lieve discesa che lascia il posto alla vera sfida nel secondo settore, una salita impegnativa con pendenze oltre il 10%, che conduce a Radi e poi allo sterrato numero 3. Si raggiunge quindi Murlo, borgo dall’anima rurale che custodisce un tesoro prezioso: l’Antiquarium di Poggio Civitate, museo archeologico dedicato alla cultura etrusca.

Strade bianche lungo il percorso
Strade bianche lungo il percorso

Proseguendo, si arriva a Buonconvento, dove bellezza e fatica si intrecciano. Poco dopo inizia la salita verso Montalcino: 4 km con pendenze fino al 5%, che lasciano appena il tempo di ammirare le crete senesi, colline sinuose di argilla punteggiate da cipressi e campi coltivati, nascondendo strappi improvvisi e impegnativi.

Oltre Torrenieri, il quinto e il sesto tratto sterrato si susseguono con appena un chilometro di asfalto a separarli. Siamo in Val d’Orcia, patrimonio Unesco dal 2004, terra capace di incantare artisti e viaggiatori di ogni epoca. San Quirico d’Orcia merita una visita il giorno dopo, così come Bagno Vignoni, celebre per la sua piazza termale rinascimentale. Anche se immergersi nelle acque è vietato, il fascino del luogo è impareggiabile.

Intorno si distendono i campi dorati che abbracciano Pienza, gioiello rinascimentale voluto da papa Pio II. Città del pecorino e del romanticismo, definita da Giovanni Pascoli come “nata da un sogno d’amore e un pensiero di bellezza”, ha fatto da set cinematografico a film come “Il Gladiatore”. Ma il tempo per sognare è breve: si torna a spingere sui pedali.

Toscana - Strade bianche
Toscana – Strade bianche – ph paolo ciaberta

All’altezza di San Martino in Grania inizia il settimo tratto sterrato, tecnico e ricco di saliscendi, con una salita finale a tornanti che riporta sull’asfalto. Ma è il settore successivo, nei pressi di Asciano, il più temuto: 11,5 km durissimi, una vera prova per gambe e polmoni. Al confronto, gli ultimi tre settori in direzione Siena sembrano passeggiate.

A 900 metri dall’arrivo si oltrepassa la Porta di Fontebranda, dove inizia il tratto lastricato con pendenze fino al 16%. Qui servono mani salde sul manubrio e un cuore forte per lo sforzo finale. Il traguardo è in Piazza del Campo, il cuore vibrante della città, dominato dalla Torre del Mangia, che dall’alto dei suoi 88 metri veglia su chi giunge al termine di questa straordinaria avventura.

 

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