Sanremo 2025, le pagelle delle prove all’Ariston
Nel pomeriggio di lunedì 10 febbraio, si sono svolte al Teatro Ariston le prove dei 29 Big, le prime aperte alla stampa; ecco le nostre pagelle. L'articolo Sanremo 2025, le pagelle delle prove all’Ariston proviene da imusicfun.

Nel pomeriggio di lunedì 10 febbraio, si sono svolte al Teatro Ariston le prove dei 29 Big, le prime aperte alla stampa; ecco le nostre pagelle.
Sanremo 2025, le pagelle delle prove all’Ariston
Gaia – Chiamo io chiami tu – voto 6
Un ritmo tribale-andaluso mescolato al synth-pop. Buone prove per Gaia (anche se interrotte a metà per un problema tecnico), con voce sicura e presenza scenica, con accenni di danza accompagnati da un team di ballerini. Il brano però supera appena la sufficienza.
Francesco Gabbani – Viva la vita- voto 7
Gabbani è uno che sorride sempre, anche con la voce. Per lui prove impeccabili, la sua “mental positivity” ci regala una ballad classica dalla morale felice, pensata certamente per l’orchestra sanremese, con un discreto arrangiamento per archi e pianoforte.
Rkomi – Il ritmo delle cose – voto 7.5
Nomen omen, vien da muovere la testa ascoltando l’inconfondibile timbro di Rkomi. Percussioni ed elettronica ci accompagnano tra le frasi di testo diretto e non scontato. Outfit total white per Rkomi, reduce da un infortunio alla caviglia giocando a calcio ma in perfetta forma, che ci ha abituati ai suoi pettorali sul palco dell’Ariston.
Noemi – Se ti innamori muori – voto 7
Noemi è certamente una delle voci femminili più originali della musica italiana, un contralto blues di estrema raffinatezza. In questo brano però ci riporta un po’ alle atmosfere di “Sono solo parole”, suo grande successo sanremese del passato. Perfetta l’esecuzione in prova e per lei outfit in nero, con un tubino fasciante e coda a balze.
Irama – Lentamente – voto 5
Irama ci aveva dimostrato di aver fatto un grande lavoro di potenziamento sulla voce naturale. Peccato che stavolta sia tornato a usare troppo l’autotune, forse un tocco moderno in contrasto con un brano classico. Eppure il pubblico di giornalisti alle prove applaude. Look da domatore di circo, con cappottone nero a frange dorate.
Coma_Cose – Cuoricini- voto 7.5
Sembra un brano leggero, ma non lo è. Il testo fa riflettere ed è un graffio sulla malattia del secolo (la dipendenza dall’approvazione virtuale, cioè i like). Musicalmente ci riporta nel pop divertito degli anni ‘80 tra Lorella Cuccarini ed Heather Parisi, con un leggero sentore di déja-vu. Odore di tormentone. Applauso dalla stampa alle prove.
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola – voto 7.5
Cristicchi si guadagna applausi a scena aperta e ovazione finale in prova. Certamente il testo è una poesia e non può che commuovere anche gli animi più freddi. Musicalmente è il classico stile cui Simone ci ha abituati, senza troppi guizzi, una narrazione canora accompagnata principalmente dalle note del pianoforte.
Marcella Bella – Pelle diamante – voto 6
Inno al forza femminile per Marcella, brano energico con tanto di balletto. Voce potente e personalità unica, ma la canzone si prende la sufficienza. Marcella invece si meriterebbe un 9 solo per la carriera.
Achille Lauro – Incoscienti giovani – voto 8.5
Si sente che Lauro ascolta le ballad inglesi del migliore brit pop, condito dalla malinconia romanesca di Achille e qualche sfumatura dedicata al suo mito Vasco Rossi. Brano vincente quanto a melodia (che si apre al meglio con il respiro di archi dell’orchestra), testo romantico e, come dice il testo, che ti fa “una carezza”.
Giorgia – La cura per me – voto 9
Parziale standing ovation della stampa alle prove per Giorgia, certamente una delle migliori voci di sempre della musica nostrana ma anche internazionale. Il brano, un soul-blues italiano che ci riporta ad alcuni dei suoi successi passati, è da 8, ma la performance della cantante romana è da 10, con virtuosismi di difficile esecuzione che, se ascoltati da lei, sembrano una passeggiata. Giorgia non delude.
Willie Peyote – Grazie ma no grazie – voto 8.5
Finalmente un po’ di funky e disco music sul palco dell’Ariston. A portarlo e Willie Peyote, con forse l’unico brano politico del festival 2025, condito dalla consueta ironia del cantautore. Brano perfetto per valorizzare i cori dell’orchestra della Rai.
Rose Villain – Fuorilegge – voto 6.5
Rose ci ha abituati alla sua vocalità multiforme, in grado di spaziare tra le scale di estensione, anche questa volta accompagnata da un ritmo incalzante e tutto da ballare. Per lei look elegante e dorato.
Shablo ft. Guè, Joshua e Tormento – La mia parola – voto 8
Un 8 pieno al team hip-hop di Sanremo 2025. Finalmente torna il vero rap, quello sano, in stile anni 90. D’altra parte loro sono la vecchia scuola dell’hip-hop italiano. Con note funky e una coreografia montata sulle scale dell’Ariston, le rime di Tormento e Guè si sposano molto bene con la voce soul di Joshua e la base complessa ed efficace di Shablo.
Olly – Balorda nostalgia – voto 7
La stampa alle prove in Ariston ha reagito bene alla performance di Olly, che porta sul palco una ballad dalla potenza incisiva, sottolineata dall’orchestra nel suo complesso e da una vocalità potente, marchiata dalla sua inconfondibile erre moscia. Romanticismo à gogo e tanta emozione per questo ragazzo che alla fine della prova, un po’ tremava.
Elodie – Dimenticarsi alle 7 – voto 6
Ci si dimentica alle sette, ma non si va oltre al 6. Nonostante la buona performance in prova, Elodie non stupisce più di tanto, con un brano che sa di già sentito, quanto a melodia e stile. Il ritmo c’è, eppure risulta un po’ noioso.
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore – voto 8
Massimo Ranieri non si smentisce: una carriera incredibile condita dalla consueta, ma non scontata umiltà, in questo Sanremo 2025 ci regala un brano intenso, impreziosito dalla magia del sax. La sua vocalità è unica e priva di errori o sbavature. Bello anche il gioco di luci della scenografia.
Tony Effe– Damme ‘na mano – voto 7
Nessuno spoiler: ormai tutti sanno che la versione “buona” di Tony Effe è emersa con questo brano, uno stornello che omaggia la sua amata Roma e che ci riporta ai fasti delle grandi canzoni dedicate alla Capitale. Anche i “bad boys” hanno un’anima?
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