Sanremo 2025: i peggiori e migliori look della serata cover

Si continua a parlare di Sanremo non solo per la musica, ma anche per i look: ecco i più improbabili della serata cover! Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp A cura di Serena Cramerotti Partiamo con il dire che questa serata ha avuto senso solo per ascoltare Lucio Corsi che duetta con Topo Gigio. […] L'articolo Sanremo 2025: i peggiori e migliori look della serata cover proviene da LaScimmiaPensa.com.

Feb 15, 2025 - 19:48
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Sanremo 2025: i peggiori e migliori look della serata cover

Si continua a parlare di Sanremo non solo per la musica, ma anche per i look: ecco i più improbabili della serata cover!

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A cura di Serena Cramerotti

Partiamo con il dire che questa serata ha avuto senso solo per ascoltare Lucio Corsi che duetta con Topo Gigio. Assodato ciò analizziamo il fatto che Roberto Benigni a Sanremo è veramente avanguardia pura e che nel toto scommesse dei temi toccati dal comico toscano avevamo in lista quanto è bello l’amore, quanto sono bravo a fare Dante e quanto è stupenda mia moglie.

Tutti argomenti che non sono stati neanche lontanamente sfiorati e che ci fanno credere che forse in questo mondo esiste ancora un po’ di speranza. Non solo non ha toccato la Divina Commedia ma ha pure fatto ridere parlando di politica, la quale pensavamo tutti intoccabile in questa ascetica edizione, con dei voli pindarici così repentini e delle metafore così dirette da farci dimenticare per un attimo che ha vinto l’Oscar per La Vita è Bella.

Insomma aspettative basse ridimensionate, “Dio vi benedica” finale a parte, ma non si può avere tutto.

Ma partiamo finalmente con la serata più attesa di questo Festival, anzi di Sanremo in generale: cover e duetti. Ad inaugurare questo girone infernale Rose Villain in un piumato Fendi d’archivio con gambaletto in vista un po’ Lolita un po’ Lamù insieme a Chiello in pelle nera e tatuaggi che cantano una delle canzoni più tossiche e belle di Lucio Battisti. Dove non è arrivato Benigni prima con il Sommo Poeta intervengono loro. Dov’è il sax? Dov’è il pathos? Perché lui sembra un personaggio dei manga di Nana?

L’ingresso di Mahmood in doppiopetto Balenciaga e gli occhiali da intellettuale Clark Kent per fortuna ci distrae dallo scempio precedente, un breve attimo di conforto prima di essere presi a sberle dalla camicia zebrata di Kekko che intona Angelo di Francesco Renga con Francesco Renga dimostrando l’uno di non saper cantare nessun’ altra canzone che non sia dei Modà e l’altro di non saper cantare manco le sue.

Ma ecco un’altra boccata d’aria con l’ingresso di Geppi Cucciari come seconda co-conduttrice che sceglie di omaggiare la sua Sardegna con uno splendido abito di Antonio Marras decorato con i nuraghi. Ironica, spigliata, brillante, senza peli sulla lingua, eclissa Carlo Conti e ci fa domandare perché non presenti lei.

L’incantesimo dura poco, a spezzarlo ecco che arrivano Clara con Il Volo a cantarci The Sound of Silence (Paul ti prego perdonali non sanno quello che fanno). Lei sempre bellissima, loro ibridi della musica italiana in un monocorde Trussardi, artefatti e insensati quanto il loro concerto di Natale ad Agrigento su Canale cinque registrato in piena estate e mandato in onda il 24 Dicembre.

L’orrido continua con Tutto il resto è noia, capolavoro violato con ammirevole disinvoltura da un Tony Effe gangster in GCDS che almeno ha avuto la decenza di lasciar fare quasi tutto a Noemi, più Califano di lui. Al seguito Rkomi in Vivienne Westwood e Francesca Michielin finalmente vestita bene che cita Ginger Rogers in un Miu Miu tutto frange che la fa sembrare davvero una stella di Broadway e dunque perfettamente in sintonia con la canzone di Cesare Cremonini.

Ma eccolo il momento più alto di questa puntata, poetico, sconfinatamente tenero. In un attimo sono gli anni ‘90 e sei allo Zecchino d’oro. Topo Gigio elegantissimo in lurex con una giacca azzurra, Lucio Corsi con frac color burro e papillon ed ecco accendersi la magia: un duo improbabile, una carezza sul cuore, la delicatezza delle parole di Modugno risuona sul palco dell’Ariston e tu sei altrove, in un luogo dove non esistono Arisa con la sindrome di Luca Laurenti che comunque non riesce a far aprire la laringe di Irama;

dove non fanno cantare tre volte Bresh e Cristiano de André perché la corista della terza fila non era abbastanza a fuoco snaturando la bellezza di Creuza de Mä; dove non hai bisogno di riascoltare Bella Stronza subito dopo l’esibizione perché Fedez ha deciso di modificarla a sua immagine e somiglianza; dove Cristicchi e moglie non ti demoliscono una delle canzoni d’amore più belle di sempre; dove Brunori canta con Di Martino e tu ti domandi solo dove sia Colapesce.

Alessandra Amoroso vestita Schiaparelli omaggia Anna Oxa giusto nel look e accompagna Serena Brancale che non ce la fa proprio a rinunciare a ste paillettes e alle zeppe però almeno stavolta lascia a casa i tamburi e suona il piano tirando fuori una voce pazzesca. I Coma Cose si giocano tutto presentandosi sul palco con Ciclope degli  X-Men perché forse vogliono eliminare i dirigenti Rai in terza fila? Ah no è solo Johnson Righeira.

Marcella Bella in Amen sembra la matrigna di Rapunzel e tutti noi vorremmo avere la sua autostima per decidere di cantare solista accompagnata da violini in una serata di duetti ma almeno la canzone non è sua.

Rocco Hunt e Clementino Che cantano Pino Daniele e penso non serva aggiungere altro, Achille Lauro ed Elodie che quasi ci fanno sentire di troppo tanta la tensione sessuale sul palco ed ecco di nuovo bambini grazie a Gabbani e Tricarico che comunque tirano fuori un pezzone rimasto nel cuore di tutte le maestre.

Momento comico e forse anche il più trasgressivo della vita di Carlo Conti con lo scambio di occhiali e giacche con Mahmood dopo l’esibizione a torso nudo che ha fatto rinvenire un po’ tutti tra veli trasparenti e Swarovski sui pantaloni ed eccoci finalmente alla fine esausti e anche un po’ confusi nel vedere Paolo Bitta che duetta con la figlia ma non è una canzone dei Pooh.

Vincono Chiaramente Giorgia e Annalisa con Skyfall di Adele perché alla fine è un po’ come sparare sulla croce bianca e soprattutto perché Topo Gigio, lo sanno tutti, è sempre stato un personaggio scomodo.

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