Ricercatori scoprono civiltà di 5000 anni sotto il deserto

Una grande scoperta sotto il deserto dell’Arabia Saudita Seguiteci sempre anche su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp! Grazie ai più recenti progressi dell’intelligenza artificiale, è stata fatta una scoperta straordinaria: una civiltà sepolta sotto le dune del deserto dell’Arabia Saudita. Il ritrovamento è stato possibile grazie al lavoro di un team di ricercatori della Khalifa University […] L'articolo Ricercatori scoprono civiltà di 5000 anni sotto il deserto proviene da LaScimmiaPensa.com.

Mar 14, 2025 - 11:02
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Ricercatori scoprono civiltà di 5000 anni sotto il deserto

Una grande scoperta sotto il deserto dell’Arabia Saudita

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Grazie ai più recenti progressi dell’intelligenza artificiale, è stata fatta una scoperta straordinaria: una civiltà sepolta sotto le dune del deserto dell’Arabia Saudita.

Il ritrovamento è stato possibile grazie al lavoro di un team di ricercatori della Khalifa University di Abu Dhabi, che ha sviluppato un avanzato algoritmo di apprendimento automatico per esplorare il vasto deserto di Rub’ al-Khali, noto anche come il “Quarto Vuoto”. Quest’area, che si estende per oltre 250.000 miglia quadrate nella Penisola Arabica, è la più grande distesa sabbiosa continua del mondo.

Proprio in questa regione si trova il sito archeologico di Saruq Al-Hadid, che ora sappiamo contenere tracce di attività umana risalenti a ben 5.000 anni fa.

Ma come è stato possibile fare una scoperta così straordinaria? Tutto è merito di una nuova tecnica sviluppata dagli stessi ricercatori, che combina immagini satellitari con l’intelligenza artificiale per automatizzare e perfezionare il rilevamento e la mappatura delle caratteristiche archeologiche negli Emirati Arabi Uniti e in altre aree desertiche.

La dottoressa Diana Francis, responsabile del laboratorio di scienze ambientali e geofisiche (ENGEOS) dell’università, ha spiegato:

L’obiettivo principale della nostra ricerca è stato quello di permettere agli Emirati Arabi Uniti di identificare siti archeologici e strutture nascoste sotto la sabbia. Considerato il clima e il fatto che gran parte del Paese è desertico, l’ispezione diretta via terra risultava logisticamente troppo complessa. Per questo motivo, i dati satellitari sono stati fondamentali. Avevamo bisogno di una tecnologia capace di vedere oltre la superficie sabbiosa

L’agenzia governativa Dubai Culture, che gestisce il sito archeologico, ha già annunciato la volontà di avviare scavi nelle aree individuate dal team della Khalifa University.

Secondo gli autori dello studio, le tecniche sviluppate potrebbero essere adattate per potenziare la ricerca archeologica in vaste aree desertiche e in contesti simili, contribuendo così a far luce sul passato e ad aprire nuove prospettive per studi futuri.

La dottoressa Francis ha aggiunto:

Questa ricerca rappresenta una prova concreta di come le immagini SAR (Synthetic Aperture Radar) e l’apprendimento automatico possano guidare le esplorazioni archeologiche in ambienti desertici. I metodi che abbiamo elaborato sono applicabili a tutte le regioni aride. Auspico che potremo estendere questa tecnologia a tutto il territorio degli Emirati Arabi Uniti e successivamente ad altre aree desertiche della regione, ancora in gran parte inesplorate ma ricche di potenziale valore culturale.

Alla ricerca hanno collaborato, oltre alla dott.ssa Francis, anche Charfeddine Cherif, ricercatore associato, e il dott. Steve Griffiths, professore e vicepresidente senior per la ricerca e lo sviluppo. Il progetto ha visto anche il contributo del prof. Kosmas Pavlopoulos e della dott.ssa Haifa Ben-Romdhane dell’Università Sorbona di Abu Dhabi, nonché del dott. Hosni Ghedira della Mohamed bin Zayed University of Artificial Intelligence.

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