L’IA sta cambiando anche il settore della musica per gaming 

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Mar 3, 2025 - 22:36
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L’IA sta cambiando anche il settore della musica per gaming 

Sapete quanta musica viene caricata, ogni giorno, sulle principali piattaforme di streaming come Spotify e Apple Music? Almeno 100 mila brani. Il calcolo allora diventa facile: 36 milioni di tracce nuove ogni anno. Gran parte di queste, o almeno un numero sempre crescente, sono generate dall’Intelligenza Artificiale. A volte si tratta solo di un modo per programmatori e artisti emergenti per scalare le classifiche e farsi notare, altre volte invece è l’emblema di un nuovo modello economico che sta cambiando tutto: la musica in sé per sé ma anche le colonne sonore di serie tv, film e videogiochi. 

Oggi proviamo a soffermarci soprattutto su quest’ultimo settore, che ormai da anni ha instaurato con la musica un binomio forte e potente. “Suoni, melodie, effetti sonori e sottofondi sono un elemento fondamentale nel successo di un videogame – ci racconta Natalia Chiaravalloti redazione di Gamingreport.it – e grazie ad essi l’utente può godere di un’esperienza videoludica increadibilmente immersiva, realistica e totalizzante. Tutto questo viene ulteriormente migliorato e approfondito dagli strumenti di creazione musicale dell’IA, che può personalizzare e adattare in maniera dinamica la musica ai diversi momenti del gioco”. 

Ma proviamo a fare qualche esempio e partiamo allora dalla AIVA, la Artificial Intelligence Virtual Artist, un compositore basato su IA in grado di creare musiche originali per spot pubblicitari, videogiochi e film. Vi stupirete a leggere che il suo anno di nascita è addirittura nel 2016, quando AIVA è stato riconosciuto dalla SACEM, l’associazione professionale francese che rappresenta i diritti d’autore dei compositori di musica originale. Un riconoscimento che sottolinea la capacità di questo strumento di comporre brani che possono essere integrati nei videogiochi esistenti, fornendo musiche personalizzate che accompagnano l’azione di gioco. Altro nome da segnalare è quello di Amper Music, progettata per semplificare il processo di creazione di colonne sonore. Fulcro del suo funzionamento sono gli algoritmi di Intelligenza Artificiale, utilizzati per aiutare gli utenti a creare musica di vario genere, archiviando i dati prodotti su un cloud. Questo strumento è sempre più utilizzato per la produzione di colonne sonore per film e videogiochi, grazie alla sua capacità di offrire una soluzione efficiente per ottenere tracce musicali originali senza le complicazioni legate alle licenze musicali. “Certo, si tratta di un settore nuovo, recente e quindi ancora poco normato e regolamentato – continua la redattrice di Gaming Report – e nei prossimi anni molto si dovrà fare per tutelare il lavoro degli artisti e dei compositori. Quello che è certo è che ci troviamo di fronte a una rivoluzione nel modo di creare musica, specie quella per i videogame”. 

Se all’inizio era sentita come musica di serie b, quella legata al gaming è oggi una filiera musicale di grandissimo livello che ha generato colonne sonore straordinarie, apprezzate da un pubblico vastissimo e non solo da quello “tecnico”. Qualche nome? Gustavo Santaolalla con The Last of Us oppure Koji Kondo con The Legend of Zelda, passando per Nobuo Uematsu con Final Fantasy VII. Adesso l’integrazione dell’IA promette tanti e nuovi vantaggi. “Le colonne sonore potranno adattarsi in tempo reale alle azioni del giocatore – conclude Chiaravalloti – a uscirne migliorato sarà il grado di immersione e l’interattività. Inoltre analizzando le preferenze musicali dei giocatori si potranno generare brani che rispecchiano i loro gusti, personalizzando ulteriormente l’esperienza di gioco”. 

Non solo una colonna sonora, insomma, ma tanti soundtrack quanti sono i giocatori che si avventurano per gli scenari di quel videogame. Una vera e propria rivoluzione che cambierà per sempre il modo di pensare la musica. E così di ascoltarla e di crearla. 

Foto su licenza Depositphotos

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