Festival di Sanremo 2025, le pagelle della finale: la rinascita di Fedez (9), Conti soporifero (4)
Sanremo 2025, quinta serata, le pagelle della finale di sabato 15 febbraio. Ultimo appuntamento con le pagelle dei brani in gara al Festival di Sanremo 2025, ma non solo ai brani, a cura del nostro Alvise Salerno. Scopriamo insieme quest’ultimo giro di voti in attesa di scoprire nei prossimi giorni anche i verdetti sera per […] L'articolo Festival di Sanremo 2025, le pagelle della finale: la rinascita di Fedez (9), Conti soporifero (4) proviene da All Music Italia.

Sanremo 2025, quinta serata, le pagelle della finale di sabato 15 febbraio.
Ultimo appuntamento con le pagelle dei brani in gara al Festival di Sanremo 2025, ma non solo ai brani, a cura del nostro Alvise Salerno.
Scopriamo insieme quest’ultimo giro di voti in attesa di scoprire nei prossimi giorni anche i verdetti sera per sera delle giurie e le classifiche post Festival (qui la prima con gli ascolti su Spotify nei primi quattro giorni).
Sanremo 2025 le pagelle della finale
Francesca Michielin: 6
La Michielin è e resta la Michielin. Dolce, una delle più dolci della musica italiana, e forse è per questo che il suo brano arrabbiato non arriva del tutto. Troppa rabbia per una persona come lei, non se la merita neanche tutta questa rabbia. Speriamo che la prossima volta si presenti per raccontare la gioia della vita e di un nuovo, futuro, amore.
Willie Peyote: 7 + 1 Luca Ravenna
Finalmente Luca Ravenna ha parlato, ci è riuscito. Ha detto ‘Domani’ e tanto basta per prendere un punto bonus. Willie fa quello che sa fare anche stasera, cioè animare il pubblico con un mezzo funk che risplende ancor di più in mezzo a un festival così piatto e uguale in lungo e in largo. Bravo Willie, bel festival.
Marcella Bella: 5
Un punto in più perché siamo in finale. Per il resto, Marcella Bella ha fatto il suo festival senza lasciare guizzi particolari e senza confermare le belle impressioni degli anni scorsi sulla presenza della quota over.
Bresh: 7 e mezzo
Breshino, partito con un nostro 5 lo scorso 20 gennaio, arriva agevolmente al 7 e mezzo in questa finale. È andato in crescendo e ha dimostrato di meritare questo palco al 100%.
Modà: 4
Anonimi dall’inizio alla fine. Certo, la caduta di Kekko nel backstage durante le prove non ha aiutato ma resta il fatto che la canzone andava bene a Sanremo 2009. Il punto definitivo arriva proprio in finale, quando all’anonimato del brano si aggiunge un outfit con camicia hawaiiana/fumettistica che poco ha a che fare, se analizziamo il linguaggio estetico in correlazione a quello musicale, con il testo e il significato del brano stesso.
Rose Villain: 6 e mezzo
Ha fatto il suo, poteva fare molto di più. È stato un bel festival, poteva essere memorabile ma, in fondo, è andata lì con altri scopi. Partecipare era più importante di vincere quindi va bene così.
Tony Effe: 6
Sufficiente tutto, nulla più. E si, a questo punto sarebbe curioso capire ‘cosa direbbe califano’. Noi quello che dovevamo dire lo abbiamo detto. Nulla più.
Clara: 6 e mezzo
Vestito da principessa e forza da guerriera. Il suo vero festival inizierà lunedì prossimo in radio e in streaming.
Serena Brancale: 7
Dalla Puglia con furore per conquistare ciò che le spetta. Serena Brancale è uscita dal Blue Note ed è entrata nelle case degli italiani nel modo migliore possibile, adesso toccherà a lei confermarsi dopo il festival ad alti livelli.
Brunori SAS: 8
È stato indubbiamente il festival di Dario Brunori. Mattatore off screen, narratore di storie vere e tangibili sul palco, dilf, husband material, silver fox, uno e trino. Senza di lui avremmo perso un buon 50% di poesia. Menomale.
Francesco Gabbani: 6 e mezzo
Gabbani, oggi, è ciò che per anni è stato Francesco Renga. Quel cantante che per un certo tipo di pubblico italiano risulta rassicurante. È la comfort zone del medio pubblico Rai.
Noemi: 7
A Sanremo non ha mai sbagliato, né in questa edizione né nelle sue precedenti partecipazioni. Nonostante ciò non è mai arrivata la consacrazione definitiva con il leoncino d’oro, un peccato per qualità delle canzoni e dell’interprete.
Rocco Hunt: 6 e mezzo
Nu Juorn Buon 2.0 funzionerà in radio e nelle case degli italiani. Serata finale con mezzo punto guadagnato per aver cantato il brano alla sua mamma presente in platea.
The Kolors: 6
Italodis…no. Un ragazzo e una ragaz…no. Beh, in pratica loro sono una certezza. Forse, adesso, pure troppo. Ascolteremo mai qualcosa di diverso?
Olly: 8
Devastante. Punto.
Achille Lauro: 8
Non ha sbagliato un passo dal primo giorno, anzi da ancora prima. Anche stasera ha fatto faville.
Coma_Cose: 7 e mezzo
Hanno fatto battere i cuoricini a chiunque dalla prima sera e hanno continuato anche in finale. Marito e moglie, i nostri genitori.
Giorgia: 8
Standing ovation, Giorgia Todrani merita solo standing ovation.
Simone Cristicchi: 7
Anche stasera si piange, il brano è indiscutibile. Il problema di Cristicchi in questo festival sono state le varie interviste fatte durante la settimana, molte condite da un sottile velo di fastidio. Nonostante tutto, ce ne fossero a pacchi di Cristicchi nella musica italiana.
Elodie: 7
Non dimentichiamo il 7, voto medio di Elodie in questo festival, confermato anche in finale.
Lucio Corsi: 8
Non sarà altro che Lucio, e tanto basta per farcelo amare. Tra outfit iconici, trucco iconico, topo gigio iconico, il suo è stato un festival (indovinate un po’) iconico. Bella anche la finale, forse la migliore esibizione di tutte.
Irama: 6
Un festival, di nuovo, con una ballad e con un’aura un po’ scarica. Anche questa sera ha fatto il massimo delle proprie possibilità ma non è bastato. Forse, il bravissimo Filippo, dovrebbe un attimo dimenticarsi dell’esistenza del festival e lasciare che le stagioni passino tra canzoni, album e concerti senza l’Ariston
Fedez: 9
La sua rivincita è arrivata silente (questa settimana, s’intende). Ha lasciato parlare il Battito e lo ha fatto senza particolari proclami. Al di là dei premi finali, questo è stato indubbiamente il suo festival.
Shablo & Co.: 7 e mezzo
Abiti eleganti, flow e, come ogni sera, un po’ di ritmo in questo festival della lentezza. Joshua, ti si ama.
Joan Thiele: 7 e mezzo
Insieme a Lucio Corsi, la più grande rivelazione di quest’anno. Joan Thiele, pur avendo già in bacheca un David Di Donatello, arrivava da sconosciuta al pubblico televisivo. Ha vinto il suo personalissimo festival, dominando la scena con la sua voce, i suoi look, il suo sguardo, la sua chitarra. Brava.
Massimo Ranieri: 6 e mezzo
Il Gringoire di Sanremo 2025. Una prova da attore di musical più che da cantante. E la supera bene, come sempre quando sale su un palcoscenico. Però, ecco, Sanremo non è un musical quindi mezzo punto in meno solo per questo. Nulla togliere a Ranieri, solo alla tipologia di brano in questo contesto. Ce lo perdonerà.
Gaia: 7
Il suo festival è stato lineare. Il suo compito era portare il ritmo sul palco e l’ha fatto egregiamente. In finale è sembrata un po’ arrabbiata all’inizio, poi si è sciolta tra balli e falsetti perfetti. Nota di merito, è stata la migliore nelle attività social per tutta la settimana.
Rkomi: 6
Tutti si aspettavano un Rkomi in stile Taxi Driver e, invece, è stato un violento decrescendo. Durante la settimana ha guadagnato consensi, paradossalmente, per una cosa che è stata presa in giro di continuo cioè il suo modo di cantare in corsivœ, fino a questa finale dove ha fatto il suo. Tutto qui. Ha fatto il suo.
Sarah Toscano: 8
Il voto prende tutto, non solo la finale. La più giovane in gara e, nonostante questo, non si è lasciata prendere da emozioni e ansie varie. Lineare, sicura, brava. Non si sa cosa accadrà nel suo futuro, può essere tutto come niente, però nei suoi ricordi resterà di certo un bel festival.
Marcuzzi – Cattelan: 7
Conduttori nati e lo hanno dimostrato. Più di così, con un padrone di casa che non ti lascia spazio neanche per respirare, non potevano fare.
Carlo Conti: 4
Bravo per i tempi, pessimo per lo spettacolo. Uno dei festival più soporiferi della storia. Stasera guadagna un punto perché la Marcuzzi lo ha obbligato a fare due cosette per i social ma l’ha fatta desistere quando ha provato la terza volta. Ci rivediamo, ahinoi, nel 2026.
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