5 reboot delle Serie Tv che hanno ottenuto (con o senza merito) un successo pari a quello della serie madre

Negli ultimi anni, il mondo delle serie tv è stato invaso dai reboot. Vecchie glorie televisive vengono riportate in vita con nuove produzioni che cercano di conquistare sia il pubblico nostalgico che una nuova generazione di spettatori. Ma perché Hollywood e le grandi piattaforme di streaming puntano così tanto sui reboot? E, soprattutto, funzionano sempre?… Leggi di più »5 reboot delle Serie Tv che hanno ottenuto (con o senza merito) un successo pari a quello della serie madre The post 5 reboot delle Serie Tv che hanno ottenuto (con o senza merito) un successo pari a quello della serie madre appeared first on Hall of Series.

Feb 22, 2025 - 13:00
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5 reboot delle Serie Tv che hanno ottenuto (con o senza merito) un successo pari a quello della serie madre

Negli ultimi anni, il mondo delle serie tv è stato invaso dai reboot. Vecchie glorie televisive vengono riportate in vita con nuove produzioni che cercano di conquistare sia il pubblico nostalgico che una nuova generazione di spettatori. Ma perché Hollywood e le grandi piattaforme di streaming puntano così tanto sui reboot? E, soprattutto, funzionano sempre? Il reboot è, come dice il nome stesso, un vero e proprio “riavvio” della serie, che riparte da zero con un nuovo cast e, spesso, nuove ambientazioni. L’esempio perfetto è Battlestar Galactica (2004), che ha trasformato una serie sci-fi anni ’70 in un cult moderno.

Nel panorama delle serie tv di oggi, i reboot rappresentano un fenomeno sempre più diffuso. Se da un lato c’è il rischio di non essere all’altezza dell’originale, dall’altro alcuni remake riescono a conquistare il pubblico con la stessa intensità della serie madre.

1) One Day at a Time

Il cast di One day at a time
Credits: Netflix

La versione originale di One Day at a Time, creata da Whitney Blake e Allan Manings e prodotta dal leggendario Norman Lear, raccontava la vita di Ann Romano, una madre single che cerca di crescere le sue due figlie adolescenti, Julie e Barbara, affrontando le difficoltà del quotidiano. La serie si distinse per il suo tono progressista e per l’approccio realistico ai problemi familiari, dalla difficoltà economica alla crescita personale, fino ai rapporti con gli uomini e il lavoro.

Per la televisione degli anni Settanta, One Day at a Time rappresentò una novità rivoluzionaria. Per la prima volta, infatti, una sitcom aveva per protagonista una madre divorziata alle prese con le sfide della vita reale, in un’America ancora in trasformazione. Il modello tradizionale della famiglia perfetta che dominava la tv americana si rompeva in mille pezzi. Ann Romano è una donna divorziata che cerca di crescere due figlie adolescenti senza il supporto di un partner. Al tempo, il divorzio era ancora considerato un tabù in molte famiglie americane, ma Ann si dimostra una donna estremamente indipendente. Il suo diventa un modello di libertà e autoaffermazione nel quale, finalmente, le madri single potevano rispecchiarsi senza sentirsi giudicate.

Nel reboot della serie tv, il ruolo è affidato a Penelope Alvarez, un’ex militare che combatte non solo le difficoltà di crescere due figli da sola, ma anche il peso del suo passato e il trauma del servizio nell’esercito.

La sua storia è resa ancora più intensa dalla presenza della madre Lydia, una donna tradizionalista cubana che fatica a comprendere le scelte moderne della figlia. Il remake introduce, inoltre, il personaggio queer di Elena, la figlia adolescente di Penelope, offrendo una visione ulteriormente inclusiva e moderna.

Una delle tematiche più forti del reboot è poi la salute mentale, affrontata con grande realismo attraverso il personaggio di Penelope. Come veterana dell’esercito, soffre di PTSD, ansia e depressione. La serie mostra il suo percorso di accettazione e di cura, incluso l’uso di antidepressivi e la partecipazione a un gruppo di supporto per veterani. Un momento particolarmente potente è quando Penelope smette di prendere le sue medicine perché si sente meglio, solo per rendersi conto che i sintomi della depressione tornano più forti di prima.

L’argomento influenza anche il tono generale dello show, decisamente più emozionale rispetto a quello umoristico della serie madre. Se la versione originale ha segnato un’epoca con la sua rappresentazione innovativa della famiglia monoparentale, il reboot ha saputo adattarsi ai temi più urgenti del nostro tempo, dalla salute mentale alla diversità culturale, dall’identità di genere alla lotta contro la discriminazione.

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