Twisted Metal Recensione: corsa seriale fatale!
Twisted Metal, la serie TV! Si, detta così, in tempi non sospetti, sarebbe stata quasi una battuta demenziale in stile Simpson, come a voler dire, “abbiamo davvero toccato il fondo…”. Eppure, nei tempi moderni, siamo ben lontani dagli spigolosi anni novanta, decennio grunge e fiero di esserlo che ha visto nascere il franchise oggi riesumato […] L'articolo Twisted Metal Recensione: corsa seriale fatale! proviene da Vgmag.it.


Twisted Metal, la serie TV! Si, detta così, in tempi non sospetti, sarebbe stata quasi una battuta demenziale in stile Simpson, come a voler dire, “abbiamo davvero toccato il fondo…”. Eppure, nei tempi moderni, siamo ben lontani dagli spigolosi anni novanta, decennio grunge e fiero di esserlo che ha visto nascere il franchise oggi riesumato dalle diaboliche menti dietro alle produzioni cinematografiche e televisive derivate dall’universo PlayStation. Ne è passata di acqua sotto i ponti e di schegge di vetro sopra le ruote, da quel lontano 1995, data del debutto del titolo originale sulla prima console a 32 bit targata Sony. In un’epoca in cui Netflix ha sdoganato la serialità derivativa mutuata dai franchise videoludici, ecco che i fan storici del buon vecchio Twisted Metal ricevono un bel regalo per il trentennale della saga, oggi purtroppo poco ricordata. Andiamo a scoprirla insieme.
Twisted Metal, la saga originale per PlayStation
Bisogna fare un bel salto indietro con la mente e con i ricordi per ritrovare le origini di Twisted Metal. Si tratta di un titolo divertente, “onesto”, come si direbbe tra le pagine delle care vecchie riviste videoludiche, che ha saputo regalarci ore di divertimento disimpegnato, grazie alle sue corse folli in un mondo post apocalittico, colorato e chiassoso. Un gioco coinvolgente e spensierato che ha saputo intrattenere in maniera egregia, pur restando una esperienza fortemente arcade, e certo non rigorosamente simulativa, come sua maestà Gran Turismo. Quest’ultimo titolo, per restare in tema, ha da poco ricevuto anch’esso il suo omaggio transmediale, grazie all’interessante film omonimo, che trovate in questa pagina, che ha scomodato per la sedia di director il talentuoso e visionario regista canadese Neil Blomkamp. La saga di Twisted Metal, all’epoca della sua uscita, è stata ben spinta da Sony, che l’ha sempre voluta come esclusiva per le sue console, con sole due eccezioni per PC Windows, ed ha visto quattro episodi originali a 32 bit, con cadenza quasi annuale, dal 1995 al 1999, ed uno zoppicante spin-off.
Con l’arrivo del nuovo millennio la folle saga decide poi di migrare verso i nuovi lidi di PlayStation 2, vedendo nascere anche un unico episodio portatile per PSP, ma affrontando però al contempo il calare del successo, fino al celebre reboot del 2012 su PS3, purtroppo poco apprezzato da critica e pubblico. La saga, sviluppata originariamente da SingleTrac Entertainment Technologies, Inc. per Sony IS America, peraltro, vede tra i suoi ideatori il nome del leggendario David Jaffe, papà della saga God of War, un altro titolo che in molti sperano prima o poi di vedere compiere il salto transmediale diventando film o serie televisiva. Il successo di produzioni “TV” come Fallout e The Last of Us, fa ben sperare. La saga, oggi conclusa, vede dieci capitoli originali ed una collection storica, datata 2018. La serie TV di Twisted Metal, che ha debuttato nel luglio 2023 sul canale statunitense Peacock, è oggi finalmente disponibile anche localizzata in italiano, uscita in data 11 febbraio 2025 in esclusiva per gli abbonati a PlayStation Plus, tramite il servizio Sony Pictures Core. La serie ha avuto un ottimo successo di pubblico, ed è già confermata una seconda stagione, come abbiamo detto qui. Molti fan dello “zoccolo duro” del franchise sperano quindi in un nuovo videogame.
Non allacciate le cinture e schiacciate l’acceleratore, Twisted Metal è pronto a partire!
Come detto, Twisted Metal manca dal mercato videoludico da ben due generazioni, visto che l’ultimo episodio inedito è stato pubblicato ben tredici anni fa, eppure il suo mito, soprattutto tra i giocatori di vecchia data, è ancora ben vivo. La nuova serie derivata è stata in grado di onorare al meglio il franchise di origine? Ebbene, la risposta è positiva, poiché, anticipiamolo subito, pur non trovandoci di fronte ad una serie imperdibile, nonostante la buona realizzazione tecnica, per i fan della saga è da vedere assolutamente. L’impostazione, caciarona, “maranza” e chiassosa, del videogioco originale rivive alla grande in tutti gli episodi, per i quali è stata anche scelta, ottimamente, la formula breve, con durate intorno alla mezz’ora. Mal si sarebbero adattate, secondo il nostro parere, trame lunghe e complesse, per il corpus narrativo originale, fatto di momenti veloci e divertenti, intrattenimento onesto e semplice da “ancora una partita e smetto”, che sapevano infonderci i titoli originali, specie gli indimenticabili primi due. La prima stagione è composta da dieci divertenti e brevi episodi che consigliamo di vedere in “binge watching”, perfetti per le loro trame leggere da week-end piovoso, tra montagne di pop corn.
Dietro agli schermi della serie Twisted Metal troviamo tre autori statunitensi, Rhett Reese, Paul Wernick e Michael Jonathan Smith, sceneggiatori di talento, che, in una ventina d’anni di carriera, hanno messo la loro firma su opere cinematografiche notevoli. I primi due in particolare, sono coautori di una decina di pellicole tra cui spiccano i due Benvenuti a Zombieland, eccezionali ZOM-COM (commedia a base di zombie), ed i tre Deadpool, quindi una garanzia di scrittura brillante. Il blasonato nome di Kitao Sakurai, autore del film cult Bad Trip, oltre che alla produzione, compare come regista. Il cast attoriale è buono, presentando nomi quali Anthony Mackie, che ricordiamo per gli Avengers ed i tre Captain America, la stralunata Stephanie Beatriz, indimenticabile nel telefilm demenziale Brooklyn Nine-Nine, l’iconico caratterista Samoa Joe, che tutti conosciamo come una sorta di “Bud Spencer d’America”, wrestler professionista che presta volentieri il suo volto al piccolo schermo. La sua presenza regala davvero una marcia in più alla divertente serie Twisted Metal, ed è un’ottima scelta per il cast. Non manca un nome altisonante del cinema, il glaciale e “sabbioso” Thomas Haden Church, che ricordiamo per opere come il western Tombstone del 1993, e come “super cattivo” nella saga di Spider Man, qui nel ruolo dell’agente Stone. La serie ci regala anche alcuni cameo, tra cui Neve Campbell, che interpreta il sindaco di New San Francisco, e Jason Mantzoukas.
Signori! La Sony ha cacciato un basso budget, e Peacock ci ha trasmessi a notte fonda! Nemmeno la FOX avrebbe mai osato volare così basso, ma noi siamo una folle serie TV derivata da un videogame anni novanta, e spaccheremo comunque gli schermi! (John Doe)
Twisted Metal, lasciatecelo dire, è accostabile ad una produzione The Asylum per intenti e realizzazione, e lo dichiariamo come complimento, sia chiaro, da grandissimi fan del gruppo di produttori pazzi specializzati in mock-up cinematografici e televisivi, i meravigliosi Sharknado e Z-Nation su tutti. Una premessa importante è quella che la produzione stessa della “Grande S” (ci perdonino i fan di SEGA), ha stanziato un budget al minimo sindacale: un vero peccato, perché cast autoriale ed attoriale, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, sono di buon livello. La serie TV, dal canto suo, ha perfettamente colto lo spirito del videogame originale, che si basava su assurde corse in scenari post apocalittici, alla MAD MAX, che miravano più alla devastazione catartica dei veicoli nel livello che alla competizione agonistica. Il protagonista, un eroico lattaio, dall’emblematico nome di John Doe, che consegna il latte tra le città blindate e fortificate, è il simbolo stesso della sopravvivenza, e di tutto il corpus narrativo, con una formula scelta molto azzeccata. Sono passati solo venti anni da quando uno stupido BUG informatico ha mandato il mondo all’aria, ma la situazione è già insostenibile. La serie scorre piacevole tra brevità narrativa, immediatezza concettuale, corse al fulmicotone e momenti volutamente trash. Gli scenari della fittizia New Chicago sono credibili, pur se rapportati al mondo immaginario mutuato dall’opera videoludica originale di David Jaffe.
Michael Jonathan Smith, uno dei tre autori già citati, è di fatto quello che si occupa maggiormente dello sviluppo procedurale degli episodi, che riescono ad avere una buona coerenza narrativa, pur con i limiti di un budget “arrangiato” che, in verità, regala ulteriore fascino alla serie stessa, rendendola maggiormente affine alle produzioni anni novanta. Questa moderna, ma non troppo, incarnazione di Twisted Metal sembra quasi appoggiarsi troppo su se stessa, non distaccandosi mai dal suo canovaccio base per osare, ad esempio, qualche sotto trama più bizzarra, e segue per le dieci veloci puntate la stessa impostazione. Non che la cosa sia un vero errore narrativo, sia chiaro, ma pare che quasi gli sceneggiatori non vogliano provare strade nuove, restando nel pattern vincente, “dialogo, personaggi strambi, scena d’azione, violenza insensata, esplosioni, altro dialogo”, in loop per le circa cinque ore di durata totale dello show. C’è qualche blando approfondimento dei protagonisti, certo, ma si vede che è una cosa che interessa poco alla storia di base. Un personaggio che pare quasi sprecato è ad esempio quello interpretato da un’altra guest star, Chloe Fineman, che sarebbe stato bello approfondire, ma dura lo spazio di una sola storia. Speriamo che la già annunciata seconda stagione, che per contro avrà persino un budget più corposo, possa dare maggior spazio alla psicologia dei personaggi piuttosto che ad ulteriori esplosioni, per quanto esse siano il pane quotidiano del Twisted Metal videoludico, ovviamente, e quindi sempre di casa.
La serie televisiva Twisted Metal pare a volte cercare apposta di restare esattamente nei ranghi disegnati, nel solco già tracciato dalla sua controparte videoludica. Certo, è solo una prima stagione, anche breve come va di moda adesso, e le potenzialità sono tante, ma è proprio la mancanza di una precisa identità a costringere l’opera a ripetere se stessa all’infinito. Due/tre protagonisti principali immersi nello splendido scenario del Wasteland post atomico, ben costruito e credibile, anche se del tutto accessorio, perché funzionale alle varie scene d’azione di cui vive la serie stessa, anche videoludica. Al carisma annunciato di uno Sweet Tooth si aggiungono spesso l’anonimato dei comprimari, e conoscere i videogiochi originali è parecchio importante per capirci davvero qualcosa, anche se la serie non pare rivolta solo alla fanbase più attiva del titolo, ma in generale al pubblico più giovane e a chi ama l’action sci-fi da puro intrattenimento, target di riferimento di Twisted Metal. Noi, dal nostro canto, siamo sicuri che invece sarà parecchio vista dai quaranta, cinquantenni che erano presenti negli anni novanta all’ascesa ed al declino delle opere originali, anche solo per un fattore affettivo. La scelta di non realizzare una trama orizzontale vera e propria, privilegiando una classica narrazione episodica, offre di certo una marcia in più. Preparatevi ad una maratona nella nostalgia sulle onde del nostro 32 bit preferito.
Twisted Metal arriva dritto dritto dalla prima PlayStation ai nostri schermi televisivi, per soddisfare quella sorta di universo espanso che offre salti transmediali dal videogioco ai film ed alle serie TV. Si tratta di una saga ormai chiusa, che magari potrebbe tornare, e legata ad un preciso periodo storico, a cui questa serie rende un buon omaggio in occasione del suo trentennale. Il gioco originale, infatti, risale al 1995. Una serie TV “onesta” proprio come la sua controparte videoludica, che riesce ad intrattenere sia il fan storico che lo spettatore casuale, con una decina di episodi brevi, ben scritti e ben diretti, che hanno l’unico difetto di non voler osare mai troppo, e di non voler allontanarsi abbastanza dal pattern sempre uguale del canovaccio di riferimento. Una serie forse di nicchia, ma non per meriti artistici, e dispiace dirlo. Provate a darle una possibilità, anche se non conoscete l’opera videoludica, con una sana maratona in “binge watching” (da meno di cinque ore), potreste trovare un’ affidabile compagna d’avventura per le serate piovose, tra fantascienza spicciola ed azione fracassona. L’importante è divertirsi.
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