Hell is Us: l’uomo è il peggior nemico di se stesso
Dopo il reveal trailer dallo State of Play di settembre e dopo avere fatto capolino all’analogo evento di febbraio, Hell is Us è tornato a farsi vedere durante il più recente Nacon Connect del 6 marzo. Se il primo è stato un trailer di presentazione e se col secondo Rogue Factor ha annunciato la data […] L'articolo Hell is Us: l’uomo è il peggior nemico di se stesso proviene da Vgmag.it.


Dopo il reveal trailer dallo State of Play di settembre e dopo avere fatto capolino all’analogo evento di febbraio, Hell is Us è tornato a farsi vedere durante il più recente Nacon Connect del 6 marzo. Se il primo è stato un trailer di presentazione e se col secondo Rogue Factor ha annunciato la data di uscita (4 settembre 2025), l’ultimo è stato un filmato col quale il team ha deciso di mostrare anche alcuni assaggi di gameplay. Più nello specifico, Rogue Factor ha pensato di approfondire uno degli aspetti che caratterizzeranno l’esperienza con Hell is Us e cioè l’investigazione.
Hell is Us: ancora mondi post-apocalittici
È ancora difficile fornire spiegazioni concrete circa la trama di Hell is Us. Al momento, infatti, sono disponibili solo alcune sinossi (un esempio su PlayStation Store). Dalle informazioni al momento in rete capiamo che quello messo in piedi da Rogue Factor è un mondo dilaniato da una guerra civile e ora preda anche di una qualche misteriosa calamità che ha trasformato parte degli abitanti in creature deformi, un tempo uomini e donne e ora chimere invulnerabili alle armi convenzionali.
In questo scenario desolante e desolato prenderemo il controllo di Remi, un uomo che tenterà di fare luce su quello che sta accadendo ad Hadia, la sua terra natale. Unico compagno di ventura è KAPI, un drone di supporto multifunzione. E fin qui, Hell is Us non presenta topos troppo diversi da altri giochi assimilabili allo stesso genere. Le similitudini con giochi come ad esempio NieR Automata o Stellar Blade sono abbastanza palesi.
Rispetto alle produzioni di Platinum Games e Shift-Up, però, quello di Rogue Factor promette di essere un gioco meno “guidato” e più improntato all’esplorazione libera dove a fare la differenza saranno l’intuito e la capacità di osservazione del singolo giocatore.
Niente aiuti, conta solo sul tuo fiuto
Riguardo quanto mostrato durante il Nacon Connect, Rogue Factor ha deciso di porre l’accento sull’esplorazione e sull’investigazione. Sì, Remi infatti non dovrà soltanto abbattere i nemici con colpi all’arma bianca, ma anche scoprire cosa diamine è successo al suo paese all’umanità che un tempo lo abitava. Missione tutt’altro che semplice date alcune scelte degli sviluppatori che hanno deciso di trarre ispirazione da altri esponenti del genere open world – come Elden Ring, tra i più recenti – esasperandone però alcune caratteristiche.
Quello promesso dai dev sarà un viaggio reso più impervio dalla quasi totale assenza di indicazioni fisse: né mappe, né bussole, né indicatori di sorta che possano in qualche modo aiutare a orientarsi nel mondo desolato. Una scelta questa che dovrebbe avere lo scopo di rendere maggiore il senso di immersione e, al tempo stesso, permettere ai giocatori di scegliere il proprio percorso personale favorendo così una certa varietà di approccio.
In altri termini, tutto – o quasi – è lasciato all’istinto del singolo. Raccogliere indizi parlando coi personaggi non giocanti, osservare i dintorni e interagire con l’ambiente circostante saranno i metodi principali per procedere. A proposito di ‘quest’ non ci sarà un vero e proprio log che ci permetta di tenere traccia dei nostri progressi, potremo giusto richiamare alcune informazioni essenziali attraverso un terminale a nostra disposizione e poi fare buon uso della nostra memoria.
Uno sguardo anche ai classici
Secondo Jonathan Jacques-Belletête, creative director del gioco, simili scelte si originano dalla voglia del team di rendere in qualche modo omaggio ai titoli di metà anni ’90. “Ai tempi i giochi non ti prendevano per mano” dice Jacques-Belletête in un video spotlight prodotto dal team. “Certo, lo faremo tenendo a mente le più moderne tecniche di game-design, ma volevamo rimettere il videogiocatore sul sedile da pilota e lasciare che fosse lui a decidere” prosegue il director.
Ancora, Jacques-Belletête afferma che negli RPG più moderni molte delle informazioni vengano fornite al videogiocatore su un piatto d’argento: “Hai la mappa, la minimappa e ma bussola. Vedi tutti questi indicatori in giro e piazzare i tuoi. Hai i quest-markers, gli objective-markers”. Jacques-Belletête osserva che in una situazione del genere le scoperte non possano essere propriamente definite come del videogiocatore, ma che al contrario queste gli vengano servite mentre lui si limita a viaggiare da un punto all’altro.
Se esplorazione e indagine rappresentano il 50% del gioco, l’altra faccia della medaglia è data dal combattimento. Sempre Jacques-Belletête anticipa che non saremo di fronte a un “souls-like”. Secondo il director infatti l’idea è quella di un action pensato per un pubblico midcore, che sia dunque soddisfacente e appagante, ma non frustrante o immotivatamente punitivo.
La curva di apprendimento non sarà eccessivamente ripida e la varietà di lame da utilizzare dovrebbe incentivare la sperimentazione e l’adozione di uno stile preferito. Il dev descrive anche alcuni dei nemici: i principali sono gli Hollow Walker visti in molti trailer, ma alcuni di questi verranno dotati di caratteristiche peculiari. È con questi che diventerà importante essere in grado di padroneggiare al meglio il combat-system sfruttando ogni risorsa a disposizione.
Hell is Us: in conclusione
Il videogioco di Rogue Factor si pone l’obbiettivo di sfruttare l’ambiente ludico per lanciare un messaggio sì forse ridondante, ma che non passa mai di moda. L’essere umano è capace di orrori indicibili e può diventare il peggior nemico di se stesso. Il sonno della ragione genera mostri è il titolo di una delle più famose opere di Francisco Goya. Nella terra di Hadia, questo non è solo il nome di un’opera d’arte, ma ciò che è successo per davvero.
La terra di Hadia, quella che Remi si appresta a esplorare alla ricerca di tracce del suo passato ha sperimentato questa verità che viene proposta in ogni salsa sulle pagine dei romanzi, su pellicola al cinema e nei videogiochi ormai da tempo. C’è da capire quanto il take di Rogue Factor sull’argomento riuscirà a distinguersi dai tanti altri fulgidi esempi che l’hanno preceduto. Quasi ogni disastro raccontato sui libri, al cinema, in tv e nei videogames ha sempre la stessa origine: noi. Ma come abbiamo creato il problema, possiamo sempre provare a risolverlo, no?
Col prossimo lancio di Hell is Us, Rogue Factor mette in piazza un videogame che diventerà certamente oggetto di molti paragoni con prodotti molto diversi che l’hanno preceduto. Da quello che abbiamo visto fino a questo momento, però, pare che il titolo possa avere spalle abbastanza larghe da sostenere i confronti e uscirne tutto sommato in buono stato. Certo, manca la prova del nove, quella che andrà fatta pad alla mano, ma da qui al 4 settembre di tempo ce n’è ancora per vedere altro materiale. Vi ricordiamo che Hell is Us è atteso su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X e Series S il 4 settembre 2025.
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