Videointervista a Gabry Ponte: “All’Eurovision 2025 non voglio vincere, voglio raccontare una storia”

Eurovision 2025, intervista a Gabry Ponte. Mancano poche ore alla prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025, in diretta dalla St. Jakobshalle di Basilea (Svizzera) e in onda a partire dalle 21:00 su Rai 2 con il commento di Gabriele Corsi e BigMama e su Rai Radio 2 e sul canale 202 del digitale terrestre con […] L'articolo Videointervista a Gabry Ponte: “All’Eurovision 2025 non voglio vincere, voglio raccontare una storia” proviene da All Music Italia.

May 13, 2025 - 19:28
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Videointervista a Gabry Ponte: “All’Eurovision 2025 non voglio vincere, voglio raccontare una storia”

Eurovision 2025, intervista a Gabry Ponte.

Mancano poche ore alla prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025, in diretta dalla St. Jakobshalle di Basilea (Svizzera) e in onda a partire dalle 21:00 su Rai 2 con il commento di Gabriele Corsi e BigMama e su Rai Radio 2 e sul canale 202 del digitale terrestre con il commento di Matteo Osso e Diletta Parlangeli.

Fra le quindici nazioni che tenteranno di staccare uno dei dieci biglietti per la finale c’è anche San Marino, rappresentata da Gabry Ponte con il brano Tutta l’ItaliaSubito dopo la terza prova generale, abbiamo raggiunto il DJ e produttore torinese nel Media Center per una breve intervista in cui ci ha confidato il suo stato d’animo in vista della semifinale di stasera e ci ha svelato qualche segreto sulla sua partecipazione, il brano che presenta in gara a Basilea e i suoi progetti futuri.

A seguire trovate la versione scritta della nostra intervista al Dj. Se volete vederla invece in formato video la trovate in fondo all’articolo.

EUROVISION 2025 – GABRY PONTE INTERVISTA DA BASILEA

Ciao Gabry, come stai vivendo questa esperienza dell’Eurovision? Tu sei abituato a calcare palchi importanti, ma questa è per te una cosa nuova. Qual è stato il tuo impatto con Basilea e la manifestazione? É come te lo aspettavi o ti ha stupito in qualche modo?

No, non avevo idea! In realtà avevo già avuto delle esperienze legate all’Eurovision in passato, perché avevo collaborato un paio di volte – la prima con un artista che pubblicava per la mia etichetta (NdA: i Maraaya, 14° per la Slovenia all’ESC 2015) e la seconda volta qualche anno fa con LUM!X, con cui ho collaborato nella scrittura e nella produzione del pezzo (NdA: Halo, eseguito assieme a Pia Maria Außerlechner, in gara per l’Austria all’ESC 2022). Però essere qui come artista è un’emozione totalmente diversa.

Mi ha stupito tantissimo l’energia dei fan e l’affetto per il pezzo anche da fan di altri paesi, questo non è scontato. L’altro giorno abbiamo fatto questa parata all’interno del tram che andava per le vie di Basilea, c‘erano centinaia di migliaia di persone per tutto il percorso, che cantavano e ballavano tutto il tempo, è stato veramente una botta di adrenalina.

Visto che tu conosci la manifestazione perché ci hai già avuto a che fare in passato, e quindi sai che quando si sono presentati in passato progetti con DJ e vocalist spesso non è andata bene, a parte un caso specifico (JOWST e Alexander Walmann, 10° per la Norvegia all’ESC 2017). Cosa pensi tuche la tua proposta abbia in più per sfatare questo tabù?

Sì, è vero, storicamente il DJ paga pegno all’Eurovision, però ti dico la verità… io non sono ossessionato per nulla dal vincere, spero ovviamente di fare bene, ho voluto mantenere l’impostazione dietro la console, proprio per far passare il fatto che io faccio il DJ, produco la musica, e ci sono sul palco ovviamente i ragazzi che hanno cantato insieme a me. Io tra l’altro canto anche live durante l’esibizione perché non potendo suonare, perché l’Eurovision non consente di suonare dal vivo, che è comprensibile perché è uno show televisivo e ovviamente allungherebbe i tempi di cambio palco, di prove eccetera… abbiamo cercato di ricreare questa coralità che avevamo nel ritornello come l’avevamo proprio registrato in studio.

Quando abbiamo fatto le voci in studio c’ero io con gli altri due autori (NdA: Andrea Bonomo ed Edwyn Roberts) e abbiamo fatto un sacco di voci tutti quanti, io compreso, per dare proprio questo effetto corale. Quindi faremo la stessa cosa alla fine sul palco dell’Eurovision, visto che tutte le voci devono essere live, sarà una performance un po’ diversa anche dal solito per me però sono molto contento. Ripeto, la mia priorità è quella di riuscire a fare un bello spettacolo come l’abbiamo pensato, a noi piace molto e spero che passi questa energia e questa voglia di ballare.

La canzone Tutta l’Italia è stata presentata in gara a Sanremo 2025, poi non è stata selezionata e ha avuto una sua seconda vita come jingle ufficiale del Festival. Secondo te, se non fosse poi stata scelta da Carlo Conti come jingle di Sanremo 2025, avrebbe potuto avere un altro percorso ed esplodere nello stesso modo? E se sì, quale?

Intanto faccio una precisazione: il disco non era stato pensato per Sanremo, era stato scritto pensando per il mio concerto di San Siro, stavamo cercando una sorta di inno per questo evento ed è arrivato a Carlo Conti per vie traverse. All’inizio non c’era l’idea di partecipare a Sanremo, ma visto che a Carlo piaceva molto il pezzo abbiamo cercato di trovare un cantante, un altro big, che appunto cantasse perché io come DJ non posso ovviamente per il regolamento di Sanremo partecipare da solo. La difficoltà è stata che appiccicare un artista su un pezzo già finito, chiuso, impacchettato, con già un suo sound, un suo testo, un suo mondo… poi a Sanremo tutti gli artisti ci vogliono andare, giustamente, con i loro progetti e quindi non siamo riusciti a trovare la quadra.

Se non fosse avvenuta questa opportunità di presentare il disco a Sanremo come ospite, credo che in qualche modo avrebbe trovato la sua strada, nel senso che la musica ha una forza intrinseca pazzesca… è vero che Sanremo è un grande amplificatore, ma non tutto quello che amplifica poi riesce a passare e a radicarsi nel cuore delle persone, quindi bisogna trovare l’alchimia giusta. Alcune canzoni connettono e altre no, io ve lo dico, quando una canzone ha quella magia poi alla fine in un mondo o nell’altro riesce sempre a farsi strada.

Hai collaborato con il creative director Laccio (Emanuele Cristofoli) per la trasposizione sul palco eurovisivo della performance di Tutta l’Italia. Qual è il messaggio che avete voluto portare in questo racconto di tre minuti che vedremo sul palco stasera?

Beh, loro sono stati con noi fin da Sanremo, anzi in realtàfin dal video ufficiale, perché il team di Laccio ha lavorato alla coreografia per il video che poi è stata rivisitata per Sanremo e poi ulteriormente per il palco del San Marino Sound Contest.

Per Eurovision abbiamo fatto dei cambi perché comunque esiste un numero massimo di sei persone che possono performare sul palco per ogni paese. Io più i tre ragazzi che cantano (NdA: Bonomo, Roberts e Fazio) siamo già in quattro, di conseguenza non c’era lo spazio per avere quell’effetto del gruppo di ballo, della coreografia ballata, quindi abbiamo optato per mantenere gli elementi un po’ caratteristici del folklore, della pizzica con il tamburello che è un po’ lo spunto che ho preso per l’arrangiamento del brano, quindi la fisarmonica e il tamburello.

In questo 2025 stai vivendo una sorta di seconda ondata di popolarità mainstream, che si concretizzerà con i tuoi tanti impegni di quest’anno oltreché l’uscita della tua autobiografia “DANCE&LOVE”. Vuoi ricordarci i tuoi prossimi appuntamenti per il 2025? Certo, vabbè,

Durante quest’anno in cui sono successe così tante cose incredibili mi è venuta pure voglia di raccontare questa storia che, riguardandola e ripercorrendola, è veramente incredibile e inizia proprio da quando avevo undici anni. Mi sono innamorato della musica elettronica e della musica dance, e se qualcuno mi avesse detto “guarda che un giorno riempirai uno stadio”, mi sarei fatto una risata, no? Perché quando iho iniziato all’inizio degli anni ’90 a mettere i dischi il DJ era una figura molto underground… stavamo a mixare nei club, al buio in un angolo, e il DJ era lontano dai parchi, dai festival, dalla televisione.

Tutto questo è cambiato negli anni, però il 28 giugno ci sarà questo concerto di San Siro che è pazzesco perché è la prima volta che un DJ si esibisce in uno stadio, e a me piace pensare che lo stadio sia questo club da cui siamo partiti ed è cresciuto negli anni. Perché abbiamo iniziato a mettere i dischi, con i ragazzi che andavano a ballare, poi siamo cresciuti negli anni e hanno continuato a seguirmi nei momenti di up e di down e adesso questo club si è allargato ed è diventato uno stadio. Questa è una cosa bellissima.

EUROVISION 2025 – GABRY PONTE la video intervista

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